Villa dei Pini di Firenze
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Borderline
Medici: poco empatici, burberi, giri visite quotidiane frettolose e solo un medico può impostare una terapia, gli altri solo terapie al bisogno, che concedono spesso senza prima provare con un colloquio a tamponare il problema.
OSS e infermieri: scontrosi nella maggior parte dei casi e ti mettono pressione in sala pranzo, invitandoti indirettamente a pranzare/cenare nel modo più veloce possibile.
Sconsiglio questa struttura. Ne ho conosciute altre, purtroppo, nettamente migliori in quanto a professionalità, comprensione, empatia, organizzazione, approccio. Riflettete se il vs. psichiatra vi indica questa clinica.
Ricovero di mia figlia
Mia figlia, diciottenne da appena 4 mesi, è stata ricoverata presso Villa dei Pini per quattro mesi, inviata lì dal Centro Disturbi Alimentari di Umbertide (PG). Ancora a distanza di quasi un anno non capisco come si possa inviare una ragazza così giovane e con il vissuto di mia figlia in una struttura come Villa dei Pini.
Il disturbo di mia figlia è iniziato a maggio 2020 con disturbi alimentari, seguiti da autolesionismo. La diagnosi di Villa dei Pini è stata di disturbo borderline. L'esperienza a Villa dei Pini purtroppo è stata negativa, avendo segnato pesantemente il percorso di guarigione di mia figlia. Struttura che dietro ad un apparente approccio moderno alla malattia mentale tramite i gruppi della DBT, in realtà ricorre in maniera massiccia all'uso dei farmaci. I pazienti che accoglie soffrono di diversi tipi di patologie, tra cui alcolismo e droga, e vanno dai 18 anni a salire.
I pazienti ad eccezione dei gruppi DBT, che occupano poche ore della giornata, sono poi lasciati a sè stessi ognuno con le proprie problematiche, ognuno con le proprie crisi. Le crisi vengono fronteggiate con il ricorso di gocce di Rivotril o di flebo di Valium. Il giorno dopo non viene affrontato il motivo dell'insorgere della crisi, e al ripresentarsi di una nuova crisi si ricorre sempre ai farmaci. Mia figlia si alzava dal letto barcollando, una volta barcollava così tanto che è caduta. Mia figlia in struttura ha incominciato a bruciarsi e ha tentato diverse volte il suicidio. Inoltre, è stata ricattata emotivamente da un paziente di 45/50 perché "innamoratosi" di lei e non contraccambiato, cosa che ha compromesso il già precario equilibrio emotivo di mia figlia. Quando sono andata a riprenderla, allo stacco era aumentata di peso, quindi da anoressia era passata ad obesità per abbuffate alle macchinette; camminava come un robottino, le tremavano pesantemente le mani, aveva le ferite infette e non riusciva ad urinare e per andare d'intestino prendeva 3 bustine di MOVICOL al giorno. Inoltre, devo segnalare la mancanza di contatto tra la struttura e la famiglia. Io ho lasciato a marzo mia figlia dietro ad un cancello, nessun medico mi ha accolto per spiegarmi i procedimenti terapeutici che sarebbero stati intrapresi, per parlare con un dottore era possibile solo telefonicamente dopo attese e la sensazione era sempre quella di disturbare, ricevevo sempre poche parole su come stava mia figlia, ho richiesto un appuntamento in presenza per parlare con un dottore che non mi è stato concesso ed è stato possibile averlo solo telefonicamente. Ritengo importante specificare che ho rivisto mia figlia dopo tre mesi a causa del blocco COVID. Al momento delle dimissioni, avvenute per volontà di mia figlia, non le è stata data la terapia che doveva prendere nelle ore immediatamente successive all'uscita. Ancora non mi capacito di come nel 2022 il disagio mentale, soprattutto a questa giovane età, venga affrontato in questo modo e che non esistano strutture adeguate ad aiutare questi ragazzi a ritrovare il loro equilibrio soprattutto in un periodo storico come questo in cui si registra un aumento importante di queste patologie tra i giovani.
Bisogna sporcarsi le mani
Premetto sono medico e questo è un "difetto" che dovrebbe portare ad un aumento della criticità nel giudizio finale.
Non mi dilungo sulla qualità alberghiera o altro. Ho già dato il voto.
Quello che mi preme specificare e che non ho letto spesso, per non dire mai, nei giudizi precedenti, soprattutto in quelli negativi, è la sensazione di una mancanza di fondo di voglia di rimettersi in gioco.
Un giorno di degenza e già si esprimono pareri illuminati??
Il mio approccio (ricovero di 20 giorni) è stato diverso.
All'inizio anch'io rimanevo basito dalla mensa (non dalle persone che ci lavorano, dovendo fare le nozze con i fichi secchi) ma dalla loro capacità di non farti sentire in una mensa aziendale.
Per il patrono di Firenze, un'addetta ci preparò a casa sua il tiramisù di sua iniziativa.
Col passare dei giorni emergeva chiaramente il contrasto tra chi si era ricoverato per passare le acque tanto era gratis (per quelli fuori provincia) e quelli appunto che invece coglievano tutti gli spunti per migliorarsi.
Se entrate per comodità o perchè vi hanno obbligato, probabilmente è tutta fuffa.
Io ed altri miei compagni di ricovero con la volontà di venirne fuori, abbiamo trovato tutti grandi benefici.
Ah mi scordavo: ormai sono passati tre anni dal ricovero e i miei atteggiamenti sono molto cambiati, permettendomi una vita felice e piena.
Se volete passare solo il tempo, è comunque un bel posto; se volete migliorare la qualità della vita, secondo me è un OTTIMO posto.
Consiglio un ricovero in primavera/ estate, potete godervi il giardino.
Degenza a Villa dei Pini
Nonostante la prima apparenza della struttura non sia delle migliori, successivamente, tramite l'accoglienza degli operatori sanitari e dei medici, tutto appare accogliente e famigliare.
I bagni in comune non mi davano una buona impressione ma, durante il ricovero e la minuziosa pulizia degli operatori addetti, mi ha fatto ricredere. Pulizia in tutta la struttura davvero ottima.
Infermieri e OSS qualificati e capaci di interagire con le difficili dinamiche della Clinica.
Medici molto preparati e coinvolti nella psicoterapia.
Ringraziamenti
Sono Piero, sono stato ricoverato presso la struttura per 20 giorni e volevo fare i complimenti per l'organizzazione, la pulizia, la professionalità di struttura e personale, in particolare al primario dott. Scalini e alla dottoressa Perone: grazie a loro sono uscito rinato e pronto a riprendere in mano la mia vita.
Grazie infinite.
Deluso
Sono entrato in questa clinica a fine maggio, con una diagnosi di depressione maggiore ricorrente e ansia generalizzata dopo una guerra con la psichiatra del CSM che non voleva mandarmi, sostenendo che potevo essere tranquillamente curato ambulatorialmente. Peccato che da novembre abbia attacchi di panico/ansia (?) continui, con forti tremori simili a convulsioni, svenimenti improvvisi e azzeramento della vita normale: fatico a fare tutto, ho sospeso il lavoro, non scendo le scale, non guido ecc.
Premetto che le mie condizioni erano (e sono ancora) gravi, che sono resistente ai farmaci e ad alcuni intollerante e proprio per questo credevo che in una clinica sarei stato seguito e monitorato meglio. Avevo mille speranze, di poter uscire non miracolato, ma almeno migliorato, con una terapia giusta che mi consentisse di fare una vita pseudo normale.
I medici della struttura, che generalmente passano in visita sempre in tarda mattinata (nel pomeriggio c'è solo un medico di guardia) poco prima del pranzo (per cui ci sono orari ferrei) e sempre di corsa (alloggiavo in una delle ultime camere), hanno solo modificato la terapia che mi aveva prescritto la dottoressa del mio CSM, troppo blanda e forse nemmeno tanto giusta per il mio caso (lei sosteneva che tutto dipende dalla mia mente e non è favorevole a dare troppi farmaci, grazie al cavolo, direi!). Tuttavia non sono un medico e non critico le scelte terapeutiche, ma non vedendo miglioramenti chiedevo il perché e e non ho mai ottenuto altra risposta se non "sei un caso difficile". Pertanto ho continuato ad avere stanchezza, svogliatezza, tremore e tutti i sintomi dell'ansia generalizzata (grave per altro), amplificati da un ambiente a dir poco ostile per chi soffre di depressione.
A volte hanno tentato di darmi farmaci nuovi ma, visti gli effetti che avevano (spesso un effetto paradosso, cioè il contrario di quello sperato) sospendevano: insomma, per 26 giorni ho fatto la cavia e passato giornate nella speranza che si decidessero a provare qualcosa.
Al bisogno, quando stavo molto male, mi davano del valium, anche in flebo, oppure delle gocce di rivotril, giusto perché di benzodiazepine ne ho prese poche in vita mia!!!
Detto questo, non posso che affermare che il personale medico ha forse poca voglia di perdere tempo con casi complicati (tanto anche se la struttura è privata, riceve le sovvenzioni dalle regioni che inviano i pazienti, quindi lo stipendio è assicurato), oppure in altre patologie, come le dipendenze (sembra che i pazienti affetti da dipendenze escano da lì miracolati...poi tonano dopo sei mesi in condizioni peggiori, ma questo è un altro discorso ), ma non nelle malattie psichiatriche come la mia.
Il personale infermieristico è nel complesso competente, anche se vi consiglio di controllare le terapie che vi somministrano perché spesso le sbagliano oppure ti danno quelle del compagno di camera (e se chiedi qualcosa ti rispondono pure male, soprattutto alcuni).
Non parlerò della mensa perché non si tratta di un ristorante stellato, comunque accettabile.
La struttura è bella, la pulizia impeccabile.
Peccato che i pazienti vengano lasciati tutto il giorno senza fare nulla, tanto per deprimersi ancora di più: le ore sono scandite solo dall'orario dei pasti. Nel pomeriggio ci sono corsi di rilassamento muscolare o assertività frazionati in due mezz'ore per via dei protocolli imposti dalle misure anti-covid. Per il resto il vuoto totale, quindi per chi può camminare (non è il casso mio, per via delle poche forze e del tremore), solo passeggiate lungo il viale da cancello a cancello..
Capisco sia una clinica dove arrivano casi al limite, ma proprio per questo dovrebbero rimandarci a casa migliorati!
Dulcis in fundo: alla visita del martedì mattina mi hanno detto che il mio percorso sarebbe terminato lì, date le mie complicazioni e che non potevano fare altro e che l'indomani mi avrebbero dimesso.
Ho organizzato tutto, fatto prendere una feria a chi mi doveva venire a prendere (vivo fuori regione) e sapete cosa poi mi hanno detto nel pomeriggio? Che avrebbero potuto testare un'altra terapia. Mi sono sentito su scherzi a parte! Ovviamente ho rifiutato.
Ora sono a casa da circa due settimane, ho dovuto cercare uno psichiatra a pagamento, dato che quelli del CSM non hanno tempo di seguirmi, essendo l'area troppo vasta e poco il personale, che mi ha ripetuto le stesse cose circa la complessità del mio caso, che nessuno mette in dubbio. Quindi sono stato 26 giorni qui per accertare cose che già sapevo? Sono deluso, amareggiato e arrabbiato.
L’educazione alimentare... al contrario
Non voglio fare una vera e propria “recensione”, perché non ho davvero acquisito abbastanza informazioni su metodologie e trattamenti in quanto ho deciso di dimettermi volontariamente il giorno dopo essere entrata. Non starò qui neanche a commentare certe lacune nella comunicazione e nell’organizzazione, perché sono pecche a cui si può e bisogna soprassedere il più possibile, quantomeno per rispetto a chi svolge il lavoro duro in queste strutture così come in tutti gli ospedali (vale a dire Oss e infermieri). Vorrei piuttosto condividere una riflessione che spero possa trovare un riscontro o far riflettere in qualche modo chi leggerà questa pagina in cerca di notizie su questo tipo di cliniche.
Personalmente ho deciso (su consiglio dell’Asl) di farmi ricoverare per binge eating/ bulimia (la doppia definizione non è a caso, in quanto da 3 diversi specialisti sono stata diagnosticata come bulimica ma ricoverata nella seguente struttura nel gruppo binge eating reparto obesità, senza essere tra l’altro messa a conoscenza della cosa, facendomi sentire naturalmente un’obesa nonostante i miei 71 chili di peso che razionalmente so di non poter certo far rientrare nella fascia di obesità). Non posso naturalmente parlare di tutto ciò che concerne la terapia di gruppo o la fisioterapia, non avendone preso parte, vorrei parlarvi invece di un aspetto molto pratico, che è il principale che mi ha spinto ad andarmene senza rimorsi dopo poco più di 24 ore.
Ero già a conoscenza del fatto che sull’alimentazione si sapesse molto poco, o meglio, del fatto che le informazioni oramai sono abbondanti ma questo sapere non è ancora arrivato interamente al personale medico o, almeno, non alla maggior parte di loro. D’altra parte, da quel che mi hanno riferito amici studenti di medicina (e anche a quanto dicono fior fior di medici che parlano dell’argomento, Franco Berrino per citarne uno), alla facoltà di medicina, di alimentazione (e di quanto sia CENTRALE per la salute di ognuno di noi scegliere certi stili alimentari e di vita invece di altri) si parla ben poco. Detto questo, non mi aspettavo però di trovare una tale mancanza di cultura alimentare in un reparto specializzato in disturbi alimentari. Il primo giorno ho ricevuto carne rossa sia a pranzo che a cena, ed erano previsti anche due primi (quindi cereali, fra l’altro non integrali, ben due volte al giorno), contorno di verdure (fin qui ci siamo) e frutto definito dalla dietista stessa “obbligatorio” quando non vedo perché dover assolutamente finire un pasto già abbondante con un frutto superfluo che posso mangiare come spuntino mattina e pomeriggio senza dovermi appesantire, dato che dopo non dovrò avere le energie per andare a zappare la terra o a cacciare ma semplicemente per far due passi, leggere un libro o guardare un film ...purtroppo le vecchie leggende son dure a morire, soprattutto per chi pensa di aver acquisito la scienza, se non l’onniscienza, solo per aver frequentato un’università ed ottenuto una laurea, quando il vero e fondamentale principio di scienza e saggezza dovrebbe essere quello di porsi sempre dei dubbi e mettersi sempre in discussione. Cosa che io ho fatto, purtroppo senza avere ancora trovato risposte ai miei dubbi, riflettendo il primo giorno e poi il secondo giorno mentre tornavo a casa, cosa che sto ancora facendo cercando di trovare ragioni valide dietro questo approccio alimentare, considerato soprattutto che, a quanto mi ha detto una paziente del posto, è lo stesso di molte altre cliniche. Ora io mi chiedo: come si può affermare, con gli strumenti di informazione di oggi e con la consapevolezza dell’ambiguità e lucro a danno del consumatore che sta dietro all’industria alimentare, che la Nutella sia sana? E, soprattutto, come può affermarlo un dottore? Come può una dietista (per altro decisamente in sovrappeso, il che dà quantomeno da pensare) affermare a priori che le mie siano supposizioni basate sull’essere influenzata dall’industria della dieta senza che la dietista in questione mi conosca né sappia qual è il tipo di fonte da cui attingo la mia conoscenza (se pur parziale, senz’altro c’è sempre molto da imparare) dell’argomento? Sono questi gli atteggiamenti che vanno contro la scienza e contro ogni possibilità di dialogo e scambio. Come può una psichiatra (specializzata in disturbi alimentari) dire ad una paziente che definisce patatine, pop corn, kinder al latte, biscotti alla nutella e cose del genere “schifezze” , che le sopracitate sostanze non sono da considerarsi schifezze? E, tra parentesi, è poi così appropriato dirglielo nel momento in cui tu psichiatra sai che la paziente ha una tendenza ad abbuffarsi (per motivi psicologici che poi naturalmente diventano anche chimici e di dipendenza) di suddette sostanze? Se io non avessi la consapevolezza e conoscenza che ho acquisito e se non avessi già iniziato un percorso aiutata da persone scienti (anche se magari non macro titolate), restare in questa struttura mi avrebbe letteralmente rovinata. Logica vuole che mi sarei sentita giustificata a mangiare quelle che l’autorità a cui mi rivolgo non considera schifezze! Naturale.
Insomma, una concezione dell’alimentazione sicuramente molto poco educativa, ma, soprattutto, del cibo davvero malsano. Potrei citarvi il tè dolcissimo palesemente pieno di aromi (espressamente e dichiaratamente infuso già fatto, quelli che si trovano nelle macchinette e che sono dolcissimi pur senza aggiungervi zucchero), potrei citarvi la mancanza di fette biscottate integrali, o la confezioncina di marmellata da buffet da locanda a 1 stella contenente principalmente zucchero e ben poca frutta. Il concetto di base che vuole essere instillato è il seguente: puoi mangiare quello che vuoi, basta che tu lo faccia in modo sano. Se il concetto fosse “nel momento in cui mangi qualcosa di malsano non devi fustigarti per il senso di colpa” ci troverei della logica difficilmente discutibile, soprattutto se applicato, ad esempio, ad una ragazza anoressica o comunque il cui disturbo alimentare comporti una forte punizione verso se stessa e una distorsione della realtà che la circonda. Non sempre si ha accesso a cibo sano, nella vita i momenti in cui si dovrà venir meno al proprio stile di vita e alimentazione ci saranno sempre ed è bene non farne una tragedia. Ma il concetto “mangia quel che vuoi purché sia in modo sano” non solo è sbagliato, è anche pericolosamente semplicistico per una persona ignorante in merito che cerca di imboccare la buona strada sulla via della guarigione. In fondo, si può davvero mangiare qualcosa di malsano in modo sano? O, quantomeno, nel momento in cui quello stile alimentare malsano viene applicato, anche se “moderatamente”, ogni singolo giorno, nel complesso quanto posso dire di avere un approccio sano? Come mai all’alcolizzato o al drogato non si consiglia di bere solo un bicchierino/una piccola dose una tantum? Davvero si pensa ancora che il cibo non possa diventare droga? Che non possa diventare quella momentanea luce che fa dimenticare tutto il resto?
E intanto la ragazza obesa che mangiava accanto a me si spalmava su fette biscottate (rigorosamente prodotte con farine raffinate) la sua odierna confezione di Nutella, sotto approvazione di dietisti e psichiatri. E senz’altro con grande gioia del Signor Ferrero.
Tutto cambia e niente cambia...per dirla con Vasco Rossi: “E bevi la coca cola che ti fa bene...”
Buona vita.
Esperienze a Villa dei Pini
Dopo una degenza di 37 giorni, devo dire che mi sono trovato molto bene e percepisco di aver risolto problemi con cui combatto da una vita.
Il personale è molto disponibile, in molti casi simpatico ed ironico. Grande competenza da parte dello staff medico e del primario che li dirige. Ho avuto altre esperienze, ma non paragonabili a quella positiva in questa struttura.
Il cibo è ottimo.
Oltre che curare varie patologie psichiatriche, disintossicano dalle sostanze e dal’alcol tramite gruppi di auto aiuto.
Clinica eccezionale.
Ringraziamento infinito
Sono Cristiana,
a distanza ora di quasi tre mesi dalle mie dimissioni dalla clinica, in cui sono stata ricoverata a febbraio per depressione ed in cui sono stata ricoverata per circa un mese, sono ora veramente lieta e orgogliosa di poter ringraziare con tutta me stessa tutti, e dico veramente tutti, dagli infermieri ai cuochi, ai professionisti ed ai dottori, perché ora mi sento rinata, mi sento un'altra persona... Direi che per la prima volta nella mia vita mi conosco nell'animo veramente, so quanto valgo per come sono, con i miei difetti ma anche coi pregi, che non mi sono mai riconosciuta e solo ora mi voglio veramente bene.
Ho ritrovato l'autostima che avevo completamente perso e mi sto conoscendo davvero, con risultati concreti ed anche tanto impegno e volontà da parte mia, perché senza questo nulla cade da cielo. Sto avendo riscontro di ciò solo adesso da chi mi circonda e mi vuol bene, prima di tutto la mia famiglia e mia figlia.
E' cambiata la mia vita, seppur ancora devo continuare a lavorare tanto su me stessa, ma il resto piano piano verrà da solo e tutti i tasselli della mia vita rimetteranno insieme senza che io me ne accorga.
Ringrazio vivamente la dottoressa Fiamma Cocchi e la dottoressa Lazzeretti, che mi hanno seguito in primis: non ho parole per descriverle perché sono persone, anzi, professioniste competentissime, validissime e tant'altro che non ho più parole per poter aggiungere altri aggettivi riguardo loro. Mi hanno aperto una porta, anzi: la vita.
Vorrei anche nominare altresì con la stessa professionalità e competenza gli psicoterapeuti e psicologi che fanno i gruppi collettivi, che sono parte del programma di recupero e che definirei INDISPENSABILI, perché mi hanno dato anche loro tantissimi strumenti per poter lavorare e imparare su me stessa.
I GRUPPI COLLETTIVI, CHE SONO TRE, sono FORMATI DA PROFESSIONISTI che ti danno gli strumenti e ti aiutano nel tuo percorso tantissimo.
Sono 4 professionisti bravissimi che quando termina il gruppo, che di solito dura un'ora, non vorresti mai che fosse terminato da quanto hai da riflettere e imparare.
Per chi ha voglia di riniziare a vivere, consiglio vivamente questa struttura .
Ed anche LA GENTILEZZA, DISPONIBILITA' E SIMPATIA degli infermieri e cuoche dello staff fanno parte di tutto questo.
Un saluto con tutto il cuore e tutta me stessa.
Ringraziamenti
Gentilissimi,
sono qua a distanza di quasi un mese dalla dimissione, dopo aver percorso insieme a voi il programma di DBT, a voler esprimere la mia più sincera e sentita gratitudine per avermi accolto e guidata a trovare la mia stabilità emotiva prendendomi per la mano e facendomi riscoprire cosa significhi veramente la parola "vivere". Sono arrivata da voi nel peggior momento della mia vita, smarrita e impaurita, e voi con la vostra competenza, professionalità ed umanità mi avete accolto come una figlia, e cresciuta come tale. Devo a voi tutti i miei più sinceri ringraziamenti, la mia più grande gioia è stata sapere che da voi nulla viene giudicato. Ogni azione non ha una conseguenza ma una consapevolezza a capire dove si ha sbagliato, ogni parola non è mai troppa, ogni impulso ci insegnate a gestirlo, ogni momento no diventa un momento sì. Vorrei consigliare vivamente a tutti i ragazzi e le ragazze affette dal mio stesso disturbo, di intraprendere questo viaggio, accompagnata da tutti i miei Terapisti che mi hanno seguito perché ho trovato un team di persone competenti, professionali ed umane, aggettivo che quando si è in ospedale a lungo, si capisce la sua vera importanza. Non potrò mai smettere di ringraziarvi abbastanza, perché mi avete ridonato il sorriso. Un ringraziamento speciale a tutti i terapisti, a tutto il personale sanitario, a tutto il personale parasanitario, a tutti gli addetti alla cucina e ai servizi. Siete stati meravigliosi!
Sheida ( ex paziente DBT )
Villa dei Pini Firenze
Non posso che parlare benissimo della struttura, dove un mio familiare è ricoverato per DBP. Non solo offre terapie ed assistenza adeguata ai pazienti, ma anche ai familiari con corsi appositi seguiti da personale altamente competente.
Niente da dire. Poi si sa che tutto è molto soggettivo e spesso i pazienti si possono lamentare perché i percorsi sono tutt'altro che facili.
Per quanto riguarda la mia esperienza, niente da ridire!
Ex paziente
Molte volte sono stata ricoverata in questa struttura, sono stata come in una famiglia e con personale e medici competenti. Oggi sono venuta a sapere che non lavorano più in struttura le Oss che per me erano il cuore del reparto, cioè Adina, Arta, Stefania e Barbara... Per me siete parte delle persone più belle che ho conosciuto.
Grazie!
Mi sento in dovere di scrivere questa recensione perchè grazie a Villa dei Pini sto molto meglio. Sono una ragazza che si sta tutt'ora curando da anoressia con tratti bulimici e posso dire che Villa dei Pini mi è stata di grande aiuto. Sì, è molto faticoso, e se tu non vuoi stare meglio loro ti potranno aiutare fino ad un certo punto, però quando vedono che sei disposta a metterti in situazioni difficili, allora ti sopportano moltissimo.
Dalle donne di pulizie, cuochi fino alle psichiatre, sono tutti estremamente competenti...!
Un vero sostegno
Sono il figlio di una delle pazienti e mi sono sentito in dovere di scrivere un buon giudizio, dato che poco manca al completamento del ciclo di cura di mia madre.
Io da questa struttura ho ricevuto grande aiuto e appoggio in quanto, essendo mia mamma andata lì a risiedere, siamo riusciti entrambi a vedere meglio una via d'uscita da un doloroso labirinto. Se c'è un supporto intelligente e di sincero amore dei parenti, i quali assolutamente devono parlare e collaborare con i medici, ci sono altissime possibilità di buona riuscita. Il cambiamento decisivo, come credo, avverrà quando chi esce da questa cura, esercitandosi con gli strumenti che i medici hanno loro insegnato, potrà di sua volontà cambiare.
Parte fondamentale è la prudenza con cui i parenti devono sapersi comportare con loro, facendosi istruire e consigliare dai medici; infatti per loro sono previste una lezione al mese tenuta da professori molto esperti sui metodi di comportamento tra familiare e paziente affetto da disturbo bipolare. La struttura è piccola, ma carina. Peraltro si trova in un punto di Firenze strepitoso, dove la domenica con loro si possono fare delle belle passeggiate verso il centro.
Non date per scontato due cose: la prima è che i pazienti, versando in questa condizione (che spesso sembrano loro stessi volere) soffrono; l'altra è che frequentiamo università o leggiamo libri per imparare molto, anche ciò che è futile, mentre magari un tipo d'impegno, come seguire i corsi della DBT (il percorso che segue mia madre e che di solito dura sei mesi) viene trattato con semplicità o vergogna.
A chi sta male invece dico: noi parenti vi vogliamo davvero un gran bene, abbiate fiducia in voi stessi; miracoli che non mi aspettavo li ho visti con i miei occhi proprio da voi che vi sentite inutili. Vi abbraccio con affetto.
Di cuore consiglio il centro, per me è stato ed è un grande sostegno.
LUNGI da voi!
Mio marito è stato qui ricoverato 1 mese nel 2015. Consulenze esterne delegate a professionisti in pensione, quindi non dovete essere un caso particolare altrimenti sono spiazzati dalla novità: dopo il ricovero mio marito non solo non è guarito, ma è finito anche all'ospedale per colpa di un medicinale datogli incautamente nonostante si fosse a conoscenza dei problemi di iponatremia iatrogena. Ambiente fatiscente e triste: unico pregio un bel parco verde, quindi fatevi ricoverare di primavera/estate, altrimenti dovrete vivere in un unico ambiente comune fumoso e con arredi anni'70. Molto costoso per i servizi che offre: 8500 euro una camera con bagno stile "Shining".
Personale a tratti gentile e disponibile, o burbero e accigliato (dipende dal carattere personale e non dalla preparazione imposta dalla struttura). Alla fine la Psichiatra di fiducia di mio marito, che lavora presso la struttura, dopo l'inutile ricovero ci ha professionalmente abbandonati e indirizzati presso Psichiatria di Careggi.
Buona struttura
Io devo chiedere scusa per il comportamento che ho attuato nei confronti di questa struttura, mi sono molto irritato PERCHè PENSAVO CHE FOSSERO INCOMPETENTI COME A VILLE DI NOZZANO. Invece questa è una struttura molto competente, ascoltano il tuo vissuto (a Nozzano no), non classificano tutti bipolari (a Nozzano lo fanno). I primari sono persone estremamente gentili ed anche le infermiere. Anche per problemi con droghe e alcool (di cui io non ho mai avuto bisogno) ci sono lavori di gruppo oltre alla psicologa SPECIALIZZATA per la tossicodipendenza e per l'alcolismo. Mi sono trovato benissimo, ho fatto amicizie sono progredito.
L'unico punto debole è la cucina.
DIFFIDATE DI NOZZANO e affidatevi a Villa dei Pini.
Ricovero per anoressia
Purtroppo devo dissociarmi da tutti i commenti positivi che ho letto su questa struttura. Io sono stata ricoverata un mese presso Villa dei Pini nel 2008 e posso dire che l'aiuto ricevuto è stato inesistente, al contrario, ha solo peggiorato il mio stato. Lo scrivo adesso, dopo anni che oramai sono uscita dalla malattia, perchè posso valutare in modo oggettivo quella che è stata la degenza presso il centro. Riassumo in poche parole quello che ho vissuto io. Stare a Villa dei Pini è stato come vivere per un mese "in carcere": solo regole, privazioni e punizioni psicologiche.
Ragazze, per esperienza personale posso dirvi che nessun medico o psicologo potrà davvero farvi guarire... La guarigione passa solo attraverso di voi... Capite da sole dove sta il problema, non è poi così difficile ammetterlo anche a noi stesse. Circondatevi da persone che vi amano e allontanate chi vi fa male. E datevi un obiettivo, ciò che più desiderate dalla vita, e lottate per quello. Poi tutto passerà e tornerete felici.
Forza e coraggio.. sempre
Il mio ricovero é iniziato il 19 marzo 2014 ed é durato 3 mesi. Avevo 15 anni, ero spaventata e con una voglia di vivere pari a zero. Le prime settimane sono state le più difficili, ho avuto molte crisi, ho dovuto fare flebo per una settimana perché mi rifiutavo di mangiare... Con l'aiuto di una equipe più che splendida, un giorno ho detto basta ed ho iniziato a lottare con tutte le mie forze. I tre mesi sono volati, ricordo benissimo quanto temevo il ritorno alla vita di tutti i giorni, a quella che io chiamavo "normalità". Il 27 giugno finalmente le dimissioni!!! Ad oggi sto ancora lottando contro l'anoressia, ma ho molti più strumenti da utilizzare per vincere questa battaglia.
Autolesionismo.
Visite dei genitori nel fine settimana.
Gruppi collettivi.
Sedute individuali con psichiatra, psicologa e dietista.
Struttura perfetta!
Sono stata ricoverata 6 mesi nel 2006. Se cercate un posto meraviglioso con molto verde, una pulizia da grande albergo, se cercate degli specialisti umani e competenti, se cercate un organico super professionale, appassionato, empatico e ripeto molto molto umano (personale della portineria, dottori medici e specializzandi, dietologi, primario, personale della segreteria, infermieri professionisti e Oss, all'epoca persino il personale per la cucina ora non so se c'è più) se avete bisogno di fare un lavoro grosso su voi stessi, questo è il posto più adatto, troverete in tutti loro comprensione, aiuto e molta professionalità. In qualsiasi istante vi sentite vacillare o avete semplicemente bisogno di parlare con qualcuno compare subito una persona sorridente, competente e "amica" che ti aiuta e rispetta il tuo dolore. I tanti programmi sia di gruppo che individuali permettono di affrontare qualunque bestia nera voi vogliate sconfiggere, non siete lì per riposare, come scansione delle settimane assomiglia più ad una prestigiosa università della vita, dove ogni giorno devi allenarti con scopi alla tua portata e concreti, ricca di corsi alcuni obbligatori altri decidi tu se seguirli o meno.
Solo elogi
Sarò dimessa venerdì. Mi sono trovata benissimo, struttura validissima, personale stupendo e medici tra i migliori. Mi mancheranno.. Mi hanno insegnato a combattere, a lottare, mi hanno dato le basi per venirne fuori. inoltre so che ci saranno sempre.
La caposala Carmela (stupenda), le infermiere e OSS (eccezionali).
Tutta l'Equipe medica Dca e la psicologa che mi è stata assegnata (Dott.ssa Cabras).
Ricovero a Villa dei Pini
Ho fatto due ricoveri a Villa dei Pini, tutti e due andati bene.
Ho trovato medici competenti, psichiatri bravissimi, psicologi competenti. La caposala Carmela è molto brava, le OSS e le infermiere sono sempre al tuo fianco e per ogni problema ci sono ad aiutarti per tranquillizzarti. Mi sono trovata benissimo, come se fosse stata la mia seconda famiglia.
Dott.ssa Mezzani,
Le dietiste Simona, Barbara e Stefania.
Competenza, gentilezza e tanto amore..
Sono stata ricoverata per 3 mesi a 18 anni in questa casa di cura - reparto DCA.
Che dire.. sono stata accolta amorevolmente da dottori, da infermieri e dalle ragazze ricoverate con me. Certo, devi superare le prime settimane.. che sono terribili!!!
Ma Ogni passo mi ha guidato verso la guarigione, verso la consapevolezza del mio corpo e dei problemi che ne rendevano il mio punto di sfogo. Ad ogni crisi che avevo c'era un OSS che mi aiutava, ogni gioia era condivisa, ogni obiettivo era realizzato!! Quando me ne sono andata ero persino dispiaciuta di lasciare questa meravigliosa famiglia. Non sono riuscita a guarire completamente, il cammino è lungo, ma i medici mi rassicuravano, mi stavano vicino, mi hanno dato i loro contatti... mi consideravo... amata.
Grazie Villa dei Pini, ora sto meglio, mangio una pizza e sorrido.. per non parlare del gelato che tanto mi spaventava. GRAZIE.
Sostegno medico.
Esperienza in Villa dei Pini
Villa dei pini, che dire.. persone stupende, dottori, infermieri, oss, segretaria, centralinisti, portinai :-) :-) Mi son stati tutti vicini, mi hanno fatto vivere come una famiglia. Li sento tutt'ora che sto meglio, non mi abbandonano mai... Vi amo.
Anoressia
Io ce l'ho fatta con l'aiuto di me stessa e il loro. Ormai e' dieci anni che l'ho affrontata. All'inizio e' stata dura e dopo due anni che andavo avanti a cibi a vapore, insalata scondita e da 52 kg. essere diventata 39, ritornare in poco tempo a mangiare di tutto con sicurezza e riprendere 6 kg. e vedermi piu' bella di quello stecchino che ero diventata, e' stata per me una grande conquista! Adesso sto bene e sono serena, grazie anche alla grande competenza delle persone di questa struttura.
La mia esperienza
Salve ragazze, volevo raccontarvi la mia esperienza a villa Pini. Sono entrata al ricovero con un peso molto basso nella speranza di guarire, ed invece mi sono ritrovata in una condizione che non auguro a nessuno. Mi avevano sequestrato i cellulari, quindi non potevo comunicare ai miei ciò che stava accadendo, se non che, con un escamotage, sono riuscita a mettermi in contatto con mia madre e a supplicarla di venirmi a prendere perchè stavo mi sentivo morire... non uso questo termine tanto per dire... era la pura verità... una volta arrivati i miei mi hanno prelevata immediatamente e trasportata d'urgenza in ospedale, dove vi sono rimasta per 5 mesi e dove mi hanno indirizzata verso una struttura più valida. mi era venuta la paralisi di tutto il corpo, sono arrivata a pesare 24 kg. nell'arco di una settimana (altezza 1.76).
Con l'aiuto di un'altra struttura, sono guarita e sono tornata ad una vita normale dopo tanta fatica e sacrifici, perchè ho dovuto ricominciare da zero, a muovere le dita delle mani, dei piedi, fino a tornare ad alzarmi...
Il consiglio che voglio dare è di affidarsi SOLO a strutture competenti, e vedrete che la guarigione prima o poi arriverà.. In bocca al lupo!
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