Dettagli Recensione

 
Ospedale Policlinico di Verona Borgo Roma
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Adenocarcinoma del pancreas

Il 01/02/2017 alla nostra adorata mamma viene diagnosticato un adenocarcinoma del pancreas, in seguito a controlli che lei faceva annualmente; fortunatamente era circoscritto. Io e mio fratello (abbiamo perso nostro padre 3 anni fa) ci mobilitiamo per cercare la migliore struttura, anche se mio fratello voleva farla operare nell'ospedale regionale di Torrette di Ancona (noi siamo marchigiani), dove mia madre anni prima aveva subìto due interventi ed era stata trattata da persona e non come un numero di letto. Ma sulla carta le migliori strutture sono Verona e Milano, e mia madre decide per Verona. Fa la prima visita a pagamento dal primario, che conferma l'operabilità, ma che quando mia madre decide di affidarsi a lui, noi non lo vediamo più. Non sto qui a raccontarvi le incongruenze che avvengono prima del ricovero. Arriviamo al giorno dell'intervento, non vediamo e non parliamo con nessun medico nè rianimatore, non ci viene spiegato il tipo di intervento che intendono fare... Dopo circa 6 ore ci chiama un dottore, che non avevamo mai visto, e ci dice che l'intervento era perfettamente riuscito, che erano riusciti a togliere solo il corpo coda, che la signora non aveva sanguinato e che i parametri era rimasti nella norma; l'unica cosa che ci si aspettava era una fistola. Mia madre fu portata da prassi in sala intensiva per il risveglio e dopo un giorno in reparto, il terzo giorno dall'intervento (il giorno di Pasqua) fu nuovamente riportata in rianimazione per un problema respiratorio... Dopo circa 12- 15 giorni fecero la prima Tac. Premetto che i drenaggi erano stati tolti ed erano rimasti solo i tramiti anche se i valori delle amilasi erano altissimi. Al controllo si riscontrava il liquido pancreatico nell'addome e un principio di necrosi. Cercando di parlare con uno strutturato, visto che il reparto è "gestito" da specializzandi, non ci siamo riusciti e alla nostra domanda "ma il liquido non è corrosivo ? Non può creare delle emorragie?" ci viene risposto "sì ma abbiamo tutto sotto controllo.
Dopo 36 giorni dall'intervento la prima emorragia, che viene cauterizzata tramite angioplastica. Purtroppo il giorno dopo decidono di aprirla di reintervenire per posizionare i drenaggi e pulire l'addome. Premetto che di tre drenaggi, uno non ha mai funzionato, uno raccoglieva pochissimo e l'altro insomma... tanto che il liquido si é trovato dopo alcuni giorni una propria via uscendo dalla parte inferiore della mediana. Aggiungo che comunque mia madre, donna fortissima sia caratterialmente che fisicamente, non si è mai alzata dal letto già dal primo intervento. Tornando all'intervento, dopo lo stesso mia madre viene infettata dalla klebsiella, rimanendo colonizzata a livello intestinale e purtroppo da quel momento io e mio fratello non abbiamo avuto più la possibilità di abbracciarla e baciarla, neanche per l'ultimo saluto. Da quel momento mia madre non si riprende più, viene isolata in reparto, ha episodi di forte delirio e purtroppo sale e scende dal reparto alla rianimazione per ben 5 volte. Noi stanchi chiediamo più di una volta di poter trasferire a nostre spese nostra madre in un'altra struttura, ma ci viene detto che la loro è una struttura d'eccellenza e che mia madre sta bene lì dove si trova. Il 14 /06 purtroppo si presenta un'altra emorragia con perforazione dello stomaco, dell'intestino e della vagina ... Viene operata, non riescono ad intervenire e la lasciano con l'addome aperto per tre giorni; purtroppo la klebsiella prima colonizzata, ora entra in circolo e il 20 la nostra adorata mamma vola in cielo. Io ora mi domando: ma io in quale reparto sono stata? Sono contenta per chi scrive umanità professionalità, ma io, per quella che è stata la nostra personale esperienza, purtroppo ho solo cose negative. 70 giorni di calvario per lei, soprattutto, e per noi..
Scusate lo sfogo e se ho sbagliato termini... ma stiamo vivendo il dramma più grande, siamo entrati in ospedale con la speranza di allungare un po' la vita di nostra madre, invece non è accaduto. Ovviamente io parlo per quello che ho visto e, per quando riguarda la professionalità, ci saranno sedi opportune perché, fosse l'ultima cosa che facciamo, vogliamo sapere la verità sulla morte di nostra madre.

Patologia trattata
Adenocarcinoma del pancreas.
Esito della cura
Nessuna guarigione

Commenti

3 risultati - visualizzati 1 - 3  
 
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Inviato da Stefania
12 Agosto, 2017
Sono sinceramente addolorata per la tua perdita. No, non hai sbagliato termini purtroppo: il reparto è "gestito" da specializzandi. Mia mamma aveva una fistola post operatoria, diagnosticata apparentemente in tempo ma, a questo punto, credo solo grazie al fatto che mi sia rivolta direttamente a un medico strutturato. Con ciò, l'intervento non è stato affatto risolutivo ( 2-3 mesi di attesa senza cure e senza una TAC recente pre intervento) e mia mamma, donna fortissima fisicamente e di spirito, come la tua, è morta dopo un calvario di un anno, dopo cure non opportune consigliate da un medico di un centro "di eccellenza" in contatto con il centro di Verona.
Inviato da Martina
08 Giugno, 2020
Sono addolorata per la perdita di vostra madre e sono d'accordo con voi che la verità deve essere scoperta e che errori del genere sono inammissibili. Purtroppo siamo in una situazione simile in quanto a nostro papa é stato diagnosticato un un adenocarcinoma e fino ad ora abbiamo visto tutto meno professionalità. Spero di ricredermi, ma date le ultime vicende, che non sono perdonabili nemmeno in ospedaletti di paese, credo proprio di no..
Inviato da Marilena
20 Giugno, 2022
Leggendo la sua storia ho rivissuto pari pari la tragedia di mio marito, morto lo scorso 19 Dicembre 2021 dopo 31 giorni di agonia post operatorioa.
Adenocarcinoma cefalopancreatico di 2 cm. resecabile già alla diagnosi, senza metastasi nè aderenze esterne.
E' andato in sala operatoria il 18 novembre, senza ovviamente sapere chi avrebbe messo le mani (così è la loro prassi neanche fosse un affare di stato), e da lì in poi è successo di tutto: 4 batteri tra cui la Klebisella polmonare presi in sede di intervento e conseguente polmonite, asportazione totale del pancreas secondo loro friabile (nell'istologico non c'è traccia di questo problema), problemi respiratori, glicemia e pressione arteriosa impazzite, perforazione intestinale, enterobacter cloacae esbl e quindi isolamento in rianimazione, peritonite, ascessi al fegato, blocco renale ed ascite addominale finale. A seguirci gli inesperti specializzandi. Dopo un intervento durato 10 ore, mio marito è stato visitato da uno strutturato dopo ben 5 giorni, quando probabilmente la situazione era già diventata piuttosto complicata. Davvero inverosimile. Non capisco il modus operandi di questa unità tanto famosa: non ho mai visto uno strutturato uscire dall'area studi per andare in reparto. La cura dei pazienti è affidata, oltre che ai giovanissimi specializzandi, ai dati computerizzati che ogni medico carica man mano nella cartella clinica del singolo paziente, per cui non esiste alcun rapporto umano. Dopo 9 giorni dall'intervento mio marito è sceso in rianimazione (lì abbiamo trovato una grande umanità) dove siamo stati sulle montagne russe fino al decesso. La mattina dicevano una cosa (spesso anche che stava migliorando) e dopo due ore l'esatto contrario. Una massacro psicologico terminato con il 19 dicembre 2021 a soli 58 anni.
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