Dettagli Recensione
Un grazie al Prof. Nocini
Mi chiamo Giulia, ho 21 anni e vivo nella provincia di Alessandria.
Nel 2009, a causa di un fastidio alla mandibola, mia madre si adopera per degli accertamenti, tra i quali una lastra che evidenziala un tumore osseo che non le viene subito diagnosticato. Pertanto ha tutto il tempo di espandersi.
Con questo primo grande errore inizia il suo calvario.
Viene dunque trattata in modo superficiale, senza alcuna cura. Le dicono che è una malata immaginaria e che deve solo stare serena. Intanto il dolore persiste e il tumore si espande incessantemente.
All’ennesimo picco di dolore, decidiamo di tornare da un dentista: questa volta però troviamo qualcuno di competente, che nota subito qualcosa di strano e ci indirizza da un rinomato medico di Milano, al quale decidiamo di affidarci. Il tumore doveva essere qualcosa di facilmente operabile. Tuttavia ci troviamo davanti alla solita figura austera, ai vertici della sanità, che parla con un linguaggio tecnico, a noi di difficile comprensione. Siamo spaventati ma decidiamo comunque affidarci, facendo così leva sul suo ego di medico in carriera.
Nell’ottobre 2011 mia madre viene operata a Milano dal medico in questione. Da una semplice operazione di poco conto, ne susseguono altre sette a causa di una infezione, dicono. In rianimazione la cura della paziente è pari a zero.
L’operazione va male, il medico non si fa mai vedere nemmeno per una visita e se proviamo a contattarlo è sempre troppo impegnato per vedere colei che lui stesso ha operato. Ormai certi di una necrosi, mia madre viene trasferita in un altro ospedale di Milano, nella speranza di essere più vicini e più controllati dal suddetto medico. Passano i mesi e mia madre viene dimessa, ma la sua bocca è in condizioni disumane: non può mangiare né parlare.
Così dopo tre anni, sentendoci completamente abbandonati, decidiamo di tentare l’impossibile. Cerchiamo un medico disposto a prendersi carico di questa donna che, senza troppo esagerare, è l’emblema del risultato della mala sanità in Italia, evidentemente presente in tutta Italia.
Dopo mesi di ricerche troviamo il professor Nocini. Decidiamo di andare nell’ospedale di Verona Borgo Trento, dove lui è primario, e fin da subito ci tratta come persone. Per la prima volta come famiglia non ci sentiamo più abbandonati e mia madre non viene più guardata come una “gatta da pelare”. Vediamo il lui uno spirito combattivo che investe tutte le sue forze nell’aiutare le persone e la sua energia si riflette in tutta la sua equipe, composta da giovani volenterosi affiancati dai più esperti nel settore.
Oggi mia madre gode di una dentatura non perfetta, ma che le permette di ridere e di parlare come chiunque altro, puntando, insieme al medico, ad un costante miglioramento che la porterà ad essere il più possibile come una volta.
Si tratta di un esempio di dedizione assoluta, uno dei migliori nel suo campo. Io e i miei genitori gli saremo eternamente grati per aver preso in cura mia madre, per averci ridato la speranza di vederla nuovamente felice; questo è un esempio di ottima sanità italiana, uno di quelli che spesso vediamo come distanti e utopici ma che fortunatamente ancora esistono.
Con profonda riconscenza,
Giulia, Gianni e Sonia
Rimozione di mezzi di sintesi mandibolari per via intraorale con revisione di cicatrice sottomentoniera.
Commenti
Grazie anche al dottor Dario Bertossi che è intervenuto nella chirurgia estetica.
Grazie anche al dottor Brazzarola, endocrinologo che ha operato per carcinoma alla tiroide con la collaborazione del dottor Albanese.
Voglio solo dire che tutti, e dico tutti, infermieri, medici, tutto lo staff del professore di Nocini, sono persone con umanità, gentilezza e professionalità.
Ho trovato degli amici, che mi hanno seguita e aiutata ad avere stima di me stessa. Ora sono felice e più serena.
Grazie a tutti, ma in particolare al dottor Albanese che mi ha dovuta sopportare in tutti questi anni per le mie ansie, paure e a volte depressioni, ma lui è riuscito a farmi tornare il sorriso.
GRAZIE.
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