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Cerco di dimenticare
La mia storia è abbastanza lunga da raccontare e non ho intenzione di ripercorrere nuovamente, anche solo con il pensiero, quella lunga e dolorosa esperienza che ho vissuto in questo reparto insieme al mio piccolo bimbo, che all'epoca aveva solo 18 mesi. E' iniziato tutto con una visita cardiologia urgente per una aritmia riconosciuta dal pediatra e da qui il ricovero urgente per il mio piccolo e l'incontro con lo staff dell'ambulatorio di cardiologia pediatrica, in particolare con le Dott.sse Ventriglia e Bosco. La cardiopatia congenita di mio figlio andava, a detta loro, operata in una clinica a Londra, largamente caldeggiata quale clinica di eccellenza, dove ci siamo recati due volte consecutive senza risolvere. Potrei parlare di come, non sapendo più che pesci prendere, dopo il secondo intervento, ci hanno dimenticati nel reparto di oncologia, in attesa di chissà cosa, per oltre due mesi, con visite frettolose e superficiali, finché alla fine, in seguito a discussioni e minacce, e dopo il secondo severo scompenso cardiaco di mio figlio, siamo stati trasferiti di urgenza presso il Bambino Gesù di Roma, dove mio figlio è stato salvato da medici competenti.
Non riesco ancora adesso, a distanza di 6 anni, a parlare di tutto il dramma che abbiamo vissuto e della ferita che ancora non si rimargina e mi riferisco a ciò che ho visto durante quella lunga degenza, alla leggerezza e superficialità che i medici in questione hanno riservato ad una patologia che palesemente non erano in grado di curare adeguatamente. Ringrazio invece la Dott.ssa Anaclerio, che non ho più incontrato e alla quale devo molto, l'unica ad essersi accorta della reale situazione che era sotto gli occhi di tutti e a disporre una svolta con il trasferimento urgente al Bambino Gesù.
Di tutto questo, rimane un ricordo drammatico che spero di poter esorcizzare riuscendo finalmente, e dopo tanto tempo, a metterlo per iscritto.
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