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Disorganizzazione
Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ci sono persone di grande sensibilità e competenza, ma è innegabile che la prima cosa evidente di questo reparto è la disorganizzazione e l'antipatico passaggio di volta in volta con medici diversi che non crea continuità in un percorso già difficile ed emotivamente forte. Andare dall'oncologo non è mai il massimo. Spiegare ogni volta la storia, i momenti e le fasi non fa sentire la persona sempre pienamente monitorata, se non per degli esami oggettivi.
Nel mio percorso di quasi 5 anni ho incontrato medici capaci e attenti (Naso, Caprio, Scaglioli) e medici da bannare, altri completamente privi di empatia (la Mezi), dote fondamentale per persone emotivamente in difficoltà.
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