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Incompetenza e totale mancanza di tatto
Nel mese di aprile 2016 scoprivo di essere rimasta incinta per la prima volta! L'emozione era alle stelle, ma pochi giorni dopo aver fatto il test inizio ad avere delle perdite ematiche lievi ma continue.
Non sono ipocondriaca e vado dal medico solo se strettamente necessario, ma sapendo che 1) in gravidanza le perdite ematiche non sono mai da trascurare 2) io ho il gruppo sanguigno con rh negativo e mio marito è positivo,
tenuto conto che è un giorno festivo decido di recarmi al pronto soccorso e dopo un'oretta di attesa vengo visitata da una dottoressa, la quale si arrabbia con me perché a suo dire "non si viene al pronto soccorso per queste sciocchezze", rispondendomi in tono scortese e sgarbato.
La "scrupolosa" dottoressa peraltro non mi dà nulla (nemmeno un antiabortivo) e neanche si premura di chiedermi quale sia il mio gruppo sanguigno (io sono negativa e il padre è positivo).
Per fortuna il mio medico curante è super scrupoloso e competente, appena ha saputo mi ha prescritto subito riposo e Progeffik, ma purtroppo dopo una settimana abortisco.
A quel punto il mio medico mi dice di andare al pronto soccorso per fare la profilassi anti D, pur rassicurandomi del fatto che, essendo alla 5° settimana di gravidanza, i rischi di scambio di sangue tra il feto e la madre sono bassissimi.
Mi reco quindi al pronto soccorso di Treviglio dopo una giornata intera che subisco l'aborto, stremata fisicamente e psicologicamente.
Il medico di turno che mi visita mi riferisce che, siccome ero venuta in pronto soccorso 7 giorni prima (e l'evento aborto era in corso da tempo) probabilmente mi ero già immunizzata e non avrei più potuto avere figli, quindi mi fa la profilassi, ma fa capire che di fatto oramai è troppo tardi.
Fortunatamente sono rimasta nuovamente incinta e incrociando le dita sta andando tutto bene.
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