Dettagli Recensione
30 infiniti giorni
Il giorno 12-06-13 il mio medico mi comunica che, a seguito di un aborto interno, bisogna praticare un raschiamento. Il giorno dopo devo presentarmi alle 7.30 in ospedale, dove avrebbero deciso ogni cosa. La mia bella storia ha inizio con le parole del responsabile, non certo noto per la sua gentilezza, il quale, rivolgendosi alla caposala, chiede "qui fuori c'e' una che dice di dover fare un raschiamento?!" e continua "la mandi via, oggi non c'e' tempo, faremo sabato". Raschiamento tecnicamente andato bene, così dicono. Sfortunatamente, dopo 15 gg. ho ancora una forte e continua fuoriuscita di sangue; ancora più sfortunatamente il mio accurato e meticoloso medico, il dott. Morbidoni, va in ferie. Lo cito semplicemente per tenerlo fuori da questa storia, dato che nemmeno c'era e mi viene da pensare che se ci fosse stato, tutto ciò che seguiterò a raccontare non sarebbe neanche successo. Da quel momento inizia il calvario; si susseguono e vengono azzardate, senza neanche troppo impegno, una serie di teorie circa la mia non propriamente comune "sanguinosa" condizione. Qualcuno ritiene normale che dopo 15 gg. ci sia ancora del sangue; un altro lo considera un bene; un altro ancora sostiene sia il sintomo di una patologia più grave, è quasi certo che io abbia un'anomalia alla placenta, magari, cito le sue parole "allo stadio iniziale", e parla già di un ulteriore raschiamento. Tutto ciò senza che avesse il riscontro dell'esame istologico... esame che - fortunatamente - ha dato un esito differente, opposto. Dopo 25 gg. di traccine ematiche, come qualcuno le ha definite, ritorno in ospedale. Mi riceve un Dottore che non avrei mai voluto nemmeno sognare, figuriamoci incontrare, il quale dopo una visita interna di 25 secondi - trovando le pareti pulite - non ha ritenuto opportuno fare l'ecografia, nonostante la mia richiesta e nonostante gli avessi precisato che sanguinavo da ormai 25 gg. Voleva 25€ per la consulenza, suppongo 1€ al secondo.. niente ecografia. Ha preferito intraprendere una dissertazione circa gli errori che si possono commettere mentre si lavora, dunque anche un medico può sbagliare.. diceva lui. L'errore dev'essere compreso; mi ha anche chiesto se io non avessi mai commesso errori nel mio lavoro.. quel signore dimentica che è lui che quotidianamente lavora con le vite umane, non certo io... Credo che col suo discorso volesse preventivamente tenersi ben lontano da eventuali futuri sensi di colpa! Ritornando a me, al 30° giorno di flusso, armata di coraggio e desiderosa di giungere alla risoluzione del problema, decido di ritornare in ospedale, di ripercorrere quelle scale, quei corridoi, quelle stanze e chissà che altro.. Invece finalmente "una luce in fondo al tunnel": mi accoglie la dott.ssa Nenz, che non smetterò mai di ringraziare, anche se -sicuramente- lei riterrà di aver semplicemente svolto il proprio lavoro. Dopo un esordio movimentato (ho infatti ricevuto un sonoro rimprovero perchè credeva che mi fossi presentata lì solo dopo 30 giorni), le ho spiegato ogni cosa e la dott.ssa -professionale e al tempo stesso materna (non so proprio come faccia), mi ha visitata, di sua iniziativa ha fatto l'eco e le analisi al sangue. Sono certa che di più e meglio non avrebbe potuto fare. Tutto ciò è stato ieri; se tra 2 gg. le perdite dovessero persistere, ritornerò in ospedale e chiederò ancora di lei. Anche questa è stata una sua iniziativa. Mi ha sicuramente rasserenata e sono di nuovo fiduciosa. Ne approfitto, ancora una volta, per ringraziarla e salutarla. Mi auguro che molti altri medici possano leggere queste righe, che ne abbiano il tempo e la voglia; mi piacerebbe anche che alcuni di loro INVECE DI METTERE IN CONTO GLI ERRORI, COMINCIASSERO A METTERE IN CONTO UN BEL.. CAMBIO DI MESTIERE!!
Spero che tutto questo finisca presto e già sorrido se penso che il mio medico, ignaro di tutto, al suo rientro mi dirà:
TUTTO BENE, NO? ERA SOLO UN PICCOLO RASCHIAMENTO, COSA LE AVEVO DETTO..
GRAZIE PER L'OPPORTUNITà FLAVIA.
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