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Quando sensibilità e competenza si incontrano
Non molti sanno cosa voglia dire crescere in un ospedale pediatrico e poi, raggiunta la maggiore età, doverlo abbandonare. È come abbandonare il nido. Non tutti i medici sono capaci di gestire situazioni simili. Il distacco è tale da non farti sentire neanche una persona, ma un animale da laboratorio. Io tutto ciò l’ho vissuto, in prima persona. Poi sono tornata a farmi curare nella mia terra. Perché i siciliani non hanno solo un cuore d’oro. I siciliani sono i sanitari migliori del mondo, perché loro, su un tavolo operatorio, anche a 26 anni, non smetteranno mai di farti sentire in un nido, non smetteranno mai di toccarti il cuore con la stessa delicatezza di una piuma, non smetteranno MAI di farti sentire una persona, che anche in un banale intervento, ha bisogno di sentirsi al sicuro e protetta. Io mi sono sentita così. Mi sono sentita così al San Vincenzo di Taormina.
L’anestesista, la dottoressa Marina Venia, è indiscutibilmente la più precisa e professionale donna nel suo campo. Limpida, e in più animalista come me!
Prima d’ora non ho mai chiuso gli occhi sentendomi così sicura di affidare il battito del mio cuore a qualcuno. Ho sempre avuto il dubbio di non svegliarmi mai più. Con lei, non ho provato nulla di tutto questo, ho chiuso quegli occhi, con la consapevolezza che li avrei riaperti da lì a breve. Io lo sapevo. Il più grande grazie lo devo a lei, che ha custodito la mia vita in quell’arco di tempo.
Le infermiere, in particolar modo Marisa Smiroldo, una dolcezza smisurata, una cura, e una gentilezza d’animo che la contraddistingue. Che possa non perderla mai. Grazie per aver tenuto stretta la mia mano.
Ed infine, il mio dottore, il dott. Antonio Politi, l’unico di cui mi fido ciecamente, parla poco, ma parla tanto con gli occhi. È rassicurante, ed è l’otorino più in gamba sulla faccia della terra. La sua sensibilità ed empatia, lo contraddistinguono dai chirurghi che ho incontrato durante gli anni. Lui capisce, lui sa cosa prova un paziente, lui sa come una malattia smussa gli angoli delle persone forti. Sa quali sono questi angoli, lo sa e basta, senza bisogno che vengano detti esplicitamente. Tutti i medici dovrebbero essere così, o perlomeno, dovrebbero prendere esempio da questo grande UOMO. È affiancato dalla dottoressa Palmeri, affidabile, anche lei molto precisa e preparata, paziente, e spiega tutto in modo molto comprensibile ai pazienti. Sorride sempre in sala, brillando di luce positiva.
Avevo gli occhi di tutti loro addosso, e mi sentivo in una botte di ferro.
Sono gli angeli del San Vincenzo di Taormina. Non ho avuto paura neanche un secondo. Grazie, grazie di tutto.
Che la vita possa solo regalarvi grandi gioie. Perché medici e infermieri che fanno questo mestiere per vocazione, meritano almeno la metà dell’amore che ogni giorno donano ad ognuno di noi.
Valeria Camarda.
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