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Carcinoma polmonare
Partiamo dalla diagnosi, che viene fatta descrivendo un carcinoma polmonare non a piccole cellule scarsamente differenziato e con la sola ricerca del EGFR, che risulta assente. Su mia iniziativa invio il vetrino in un altro centro oncologico e mi refertano un adenocarcinoma scarsamente differenziato. Ma forse doveva leggerlo e consigliarmelo la dott.ssa Morgillo? Perché tra adenocarcinoma indifferenziato e squamoso c'è differenza! Che invece alla richiesta alla dott.ssa Morgillo di ricercare altre mutazioni, lei risponde che lo avrebbe richiesto in caso di peggioramento.
La paziente esegue la chemio (sempre con lunghe attese purtroppo) e facciamo una visita con il chirurgo toracico che, leggendo velocemente il solo il referto della pet/TAC senza visionare le immagini, sentenzia che non è operabile. In realtà, facendo vedere le immagini ad un altro chirurgo toracico, si scopre un errore nel referto della PET in quanto l'estensione risultava minore anche se consiglia l'operazione dopo un ciclo di chemio... ma almeno le ha guardate!!!
Paziente peggiora improvvisamente e allora io contatto il centro, che mi prenota un appuntamento dopo 10 giorni con la dottoressa. Ma un malato oncologico in peggioramento può aspettare 10 giorni per una visita? Ne parlo col medico curante che mi consiglia una TC urgente al cervello. Metastasi al cervello!!! A questo punto chiedo la ricerca delle mutazioni che non vengono eseguite ("solo poche persone hanno questi recettori"). È vero che in pochi hanno queste mutazioni, ma se le avesse proprio mia madre potrei darle una terapia migliore! Alle successive visite non troviamo più la dottoressa e, nonostante chiedessi di parlare con lei anche telefonicamente, mi dicevano che era fuori italia, forse perchè insistevo con le domande. Troviamo medici in formazione -e quindi non ancora oncologi -che dicono che ormai la paziente deve morire e non c'è nulla da fare. Mia madre ha aspettato in sala di attesa per la visita quando aveva metastasi al cervello e grande sofferenza per 3 ore perché l'ambulatorio di oncologia, unica stanza, era occupato da visite di andrologia. VERGOGNA!!!! Invio per conto mio i Vetrini per la ricerca delle altre mutazioni in un centro del nord Italia e purtroppo non aveva mutazioni. Loro non hanno dato alcuna indicazione di terapia palliativa, ma solo di non andare più in ambulatorio, andare a casa e aspettare la morte! La dottoressa non la abbiamo più vista e sentita dopo comparsa delle metastasi. Mia madre sarebbe morta comunque, e di questo ne sono consapevole, anche perché ho fatto ricercare per conto mio tutte le mutazioni, abbiamo fatto visite e consulenze anche in altri centri, ma almeno avrebbero fatto tutto il dovuto e sarebbe stata trattata dignitosamente, con umanita' e professionalità, che evidentemente mancano in questo reparto.
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