Dettagli Recensione
La mia esperienza, la prima e spero ultima
Arrivo verso le 2.40 di notte con forti dolori, già presenti da più di un'ora al lato sinistro dell'addome, con ambulanza al pronto soccorso. Premetto che a casa ed in ambulanza avevo una coperta per tenere calda la parte interessata, in modo da attenuarne in qualche modo il dolore. Mi fanno accomodare in sala d'attesa in delle sedie mobili e chiedo ai ragazzi del 118 (arrivati in un lampo) se possono procurarmi una coperta o un plaid da tenere, visto che ho giustamente dovuto restituire il loro; mi dicono che ci pensano loro ed in effetti così è stato. Passano 15 minuti e, vuoi lo sbalzo di temperatura tra casa e ambulanza, vuoi la seduta scomoda per il mio problema ed il conseguente ritorno a pieno regime del dolore che questa coperta ancora non arriva, nel frattempo mi stavo letteralmente piegando in due dal dolore. Prendo forza, mi alzo e vado a cercare qualcuno a cui chieder un qualcosa per coprirmi ed una infermiera mi dice che provvederà. Passano altri 15 minuti di agonia ed ancora nulla, riprendo coraggio e mi avvicino alla porta da dove è uscita l'infermiera, chiedendo sempre la coperta ed un lettino per distendermi visto che seduto non riesco proprio a stare. Finalmente arriva una infermiera, giovane, che mi porta in una sala (d'osservazione?) con 3 letti, mi procura finalmente un plaid (dopo 40 minuti di agonia...), io riesco a sdraiarmi un po' ed il dolore si attenua leggermente. Poco dopo è il mio turno dell'accettazione. Entro, saluto e nessuno contraccambia. Bene. Nemmeno il tempo di farmi sdraiare che la dottoressa Maria Rosaria Cau mi rimprovera in modo veemente e scortese all'ennesima potenza accusandomi di essere entrato in sala mentre c'era una paziente, cosa assolutamente non vera visto che, non conoscendo nulla dello stabile, ero semplicemente nel corridoio dove la dottoressa probabilmente visitava pazienti con la porta aperta, diversamente non mi avrebbe potuto vedere. Ed io di tutta risposta le dissi che stavo semplicemente cercando qualcuno per avere una coperta, nulla di più. La dottoressa ribatte dicendo che non dovevo aggirarmi lì ma aspettare... Eh certo, con un dolore lancinante al ventre riesco ad aspettare i comodi tuoi. Ed alla fine, innervosito dal modo di fare di questa dottoressa indispettita, dal dolore lancinante le dico, cosa che non avrei dovuto fare, con tono deciso "Stavo semplicemente chiedendo una cazzo di coperta, ho freddo e sto male! Cosa dovevo fare secondo lei? Non c'è nessuno in giro!!". E qui la dottoressa realizza di trovarsi davanti una persona che, se provocata, non le manda certo a dire. E da qui inizia con le ramanzine sull'educazione, il classico "vuole insegnarmi il mio mestiere..." che, effettivamente, non so fare ma avendo le conoscenze mediche sicuramente saprei svolgere con più cortesia. Comunque, inizia la visita, applica il gel sul cursore del macchinario per le ecografie e me lo posa sul lato destro. E con tono, molto cortese, le ricordo semplicemente che il dolore (che nel frattempo mi stava dilaniando) sta a sinistra. E la dottoressa si gira con "vuole fare lei? Vuole dirmi come lavorare?". Ed io replico con "cerchi di cambiare atteggiamento per cortesia" e lei giustamente "NO". Finita la visita, una infermiera mi inserisce la farfalla, la prima flebo, e vengo riaccompagnato al letto. Poco dopo mi vien da vomitare e riesco ad alzarmi ed andare in bagno. Mi risuccede dopo un'ora, alchè una infermiera lo nota e mi avvicina una scatola con una busta in caso dovesse ricapitare. Finita la prima flebo di antidolorifico, il dolore è sempre stabile, con l'aggiunta del bruciore di stomaco per via dei rigurgiti. Una volta finito l'anti dolorifico, mi somministrano un gastroprotettore, mi rilasso, ed il dolore effettivamente cala per una mezz'ora buona, dandomi un po' di tregua. Vengo svegliato verso le 5.00 circa da una infermiera, gentilissima e fuori luogo in quella struttura, coi capelli ricci e con gli occhiali sulla 50ina, dicendo che dovevo fare la visita urologica. Bene, mi alzo, ambulanza e via verso il reparto. Durante il trasporto verso il padiglione dell'urologia e la visita, questa infermiera ha avuto la briga di scambiare qualche parola con me, ed effettivamente mi ha fatto stendere un pochino i nervi! Che brava.. ad ogni modo, dopo 3 ore so cosa ho: renella al rene sinistro. L'urologo, gentilissimo, mi ha fatto gli auguri di pronta guarigione prima di andare via.
Tornati in osservazione vengo rimesso a letto e comunico ad un infermiere che il dolore è sempre lo stesso. E questo, per non abbassare il livello di scortesia generale, esordisce con "ma sei appena tornato dall'urologo! Come mai?". Ed io "cosa ne so, so solo che sto male" e prima di sparire mi dice "lo dico alla dottoressa..." Bene. Erano circa le 5.30. Alle 6 cambio turno. Verso le 6.20 becco una dottoressa del turno nuovo e le dico che ho ancora i dolori. E lei, come se nulla fosse, mi dice "sicuramente al turno smontante se ne sono dimenticati, adesso provvediamo". La flebo arriva finalmente dopo mezz'ora. Nel frattempo inizio ad avvertire una certa sete, non bevo un goccio d'acqua dalle 21.30 di ieri a cena, non ci faccio molto caso perché l'antidolorifico sta facendo l'effetto desiderato e finalmente riesco a riposare. Proprio mentre riesco a rilassarmi dal corridoio, si sente una persona, o la guardia o comunque qualcuno del personale parlare e ridere a voce alta praticamente davanti alla porta della sala di osservazione, e lo ha fatto per tutta la mattina sino a quando ero lì dentro; solo un incivile di prima categoria sbraita, ride e riproduce video dal telefonino ignorando la sofferenza di chi chiede solamente un po' di riposo (la sala di osservazione era piena). Finisce la flebo e mi aumenta la sete. Passa una infermiera, la chiamo e chiedo se si può avere un bicchiere d'acqua; questa si rivolge ad un altro infermiere rasato, con il pizzetto ed un orecchino subito dietro di lei dicendo "un tuo paziente chiede un bicchiere d'acqua" e questo, nel frattempo che giocava al telefonino, dice testuali "non credo proprio". Vabbè, penso io, ho problemi ai reni magari è per questo... tralascio. Passa un altro po' di tempo e la sete inizia a diventare tanta, anche perché ormai erano le 10.00 circa. Becco un altro infermiere brizzolato sulla sessantina e chiedo: "scusi, posso avere un bicchiere d'acqua? È praticamente da ieri che non bevo...". E lui "guardi se si può alzare c'è il bagno, beva da lì, noi acqua per i pazienti non ne abbiamo". Sono rimasto allibito, non aggiungo altro. Circa mezz'ora dopo vengo chiamato a visita di controllo e vengo accompagnato dall'infermiere rasato di prima che, imperterrito, continua a giocare al tetris al telefonino davanti al dottore ed al personale. Lo guardo come per chiedere cosa devo fare e questo nulla, non stacca gli occhi da quello schermo... pazzesco.
L'assistente del medico mi fa accomodare sul lettino, inizia la visita, tutto ok, mi dimettono. Una assistente mi toglie la farfalla dal braccio, mi mette un cerotto ed un pezzetto di cotone sopra il buchetto lasciato dall'ago e finalmente finisce qui il mio incubo, ore 11.15.
Mi piacerebbe tanto parlare col direttore (tale Giorgio Pia) di questa mia esperienza, la prima e spero ultima, nella struttura del Santissima Trinità. Mi informerò.
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