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Abbandonata al suo destino
Il mio commento altamente negativo si rivolge alla fisiatra, che ha valutato la paziente anziana e alla conseguente mancata riabilitazione motoria. La paziente arriva in lungodegenza il 7 febbraio e viene dimessa senza aver effettuato la riabilitazione il 25 febbraio. Al 7 febbraio era allettata da un mese e mezzo, trattata con sedativi, antipsicotici, morfina, antibiotici per la setticemia, trasfusa. Non è stata concessa dalla fisiatra la fisioterapia a domicilio a causa del fatto che aveva capogiri nel mettersi a sedere (diceva di sentirsi insicura e di avere paura perchè sentiva di non avere le forze, e la mano destra che non rispondeva e non le consentiva di afferrarsi) che noi familiari con un po' di pazienza riuscivamo a farle passare, tant'è che riuscivamo anche a metterla in carrozzina. Con una storia clinica così complessa, come si puo' pretendere che al primo tentativo si alzasse? Ci voleva Gesu' Cristo a dirle alzati e cammina! Veniamo a sapere da una fisioterapista (che dobbiamo pagare a domicilio, con tutte le spese che siamo costretti a sostenere per la sopraggiunta invalidità totale della mamma) che si tratta di normale RETROPULSIONE DA ALLETTAMENTO, assolutamente frequente in questi casi, e che vi sono tecniche per vincerla che dovevano essere applicate. Al reparto lungodegenza ("cortodegenza" nel nostro caso) mia madre ha avuto un trattamento di soli 5 giorni, poi è stata abbandonata a causa della difficoltà a farla sedere. Bisogno di liberare posti letto? Il dubbio ci è venuto. Il tentativo di metterla in piedi è stato precoce e forse troppo intenso per le sue condizioni, e fatto due sole volte, la prima ci sono riusciti ma la mamma aveva capogiri (con pressione 50-90, 60-100, per lei critica anche in condizioni di salute normali). Ha anche un danno reversibile da ictus alla mano e gamba destre che non è stato trattato, e se non trattato entro 6 mesi non recupererà più. Abbiamo chiesto la rivalutazione fisiatrica a domicilio, ma i tempi sono lunghi percio' al 1 aprile abbiamo dovuto iniziare la terapia a pagamento, con un ritardo ulteriore di un mese e mezzo. Veniamo anche a sapere che tra le cause del delirium c'è l'allettamento prolungato. La stiamo trattando con psicofarmaci e invece sarebbe sufficiente avere un po' di pazienza e competenza per abituarla alla posizione eretta. La fisiatra non ha parlato con noi familiari e non ha ascoltato le nostre informazioni in merito. La seconda settimana la fisioterapista non l'ha trattata nemmeno alla mano (poteva farlo da supina) e veniva ogni tanto a fare un tentativo breve per metterla in piedi. Ora che abbiamo visto la fisioterapista privata, abbiamo capito che la fisioterapia poteva e DOVEVA ESSERE FATTA. Il malato ha diritto alla cura e alla qualità della vita, ritengo che se mia madre avrà un recupero non soddisfacente o non lo avrà, la responsabilità possa essere attribuita alla superficialità con cui è stata trattata. Ha cambiato fisioterapista tre volte, in una paziente con delirium e paura mi pare veramente inopportuno. Gli ultimi dieci giorni è stata praticamente parcheggiata in attesa di dimissioni, con problemi di forte depressione e delirium in atto. E adesso arrangiamoci da soli.
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