Dettagli Recensione

 
Ospedale Policlinico Sant'Andrea di Roma
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Figlia di paziente

Tutto comincia a metà maggio, in seguito a una Tac. A mia madre viene diagnosticato un adenocarcinoma polmonare con metastasi cerebrali. Dopo la prima visita con il dott. Giusti, le viene prescritta la terapia per bocca che inizierà a metà giugno. Si tratta di un farmaco nuovo immunooncologico (xalkori) che si rivelerà fatale. Il medico ci aveva dato fiducia e speranza. Agli inizi di giugno inizia 10 sedute di radioterapia, che a distanza di 10 giorni dall'ultima la sfiniscono. Pochi giorni dopo arriva il farmaco che deve prendere 2 volte al giorno. Si tratta di un farmaco molto forte che le dà nausea, vomito e per questo la portiamo al PS, dove rimane per alcuni giorni in attesa di ricovero. Queste terapie inizialmente vanno seguite dall'oncologo in ospedale, non a casa. Mia madre stava davvero male e non sapevamo più cosa fare. Ricoverata al reparto di oncologia cercano di aggiustarle la terapia, dandole dei farmaci per lo stomaco. Dopo una settimana torna a casa e iniziano altri problemi seri. Mia madre nel giro di pochi giorni non riesce più a camminare, a causa di un gonfiore ai piedi che nel giro di 10 giorni arriva fino alla vita. Inizia una parabola in discesa. Avanti e indietro con il PS, sembra impossibile trovare posto in reparto. Mia madre ha un brusco calo dell'emoglobina, non ha neppure la forza di parlare. Decidono di sospendere il farmaco. Viene nuovamente ricoverata presso il reparto di pneumologia alcuni giorni dopo ferragosto. Qui i medici restano meravigliati del fatto che mi madre non faccia gli anticoagulanti (eparina), vengono somministrati anche a chi si frattura un piede. Perché nessuno ci ha pensato? Questa cura doveva aiutarla, non devastarla. I medici del reparto iniziano a farle degli anticoagulanti (dosi massicce); nel giro di pochi giorni mia madre ha delle emorragie rettali. Forse gli anticoagulanti, tutti insieme sono troppo forti? Durante la cura, non erano necessari, quando tra le controindicazioni del farmaco era palese la possibilità di edema agli arti inferiori. Siamo al 28 di agosto, mia madre non mangia più, continua ad avere emorragie rettali. Il 30 agosto ci ha lasciati. Non riesco a capire come sia accaduto, così velocemente, nel giro di 3 mesi. I medici dovrebbero avvertire i pazienti e la famiglia delle conseguenze devastanti che queste cure possono provocare. Sono convinta che qualcosa in più si potesse fare.
Ho tanto dolore dentro, perché mia madre se ne è andata a 68 anni appena compiuti. Non riesco a farmene una ragione.

Patologia trattata
Adenocarcinoma polmonare con metastasi cerebrali.
Esito della cura
Nessuna guarigione

Commenti

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Inviato da Stefano Dionisi
15 Ottobre, 2017
Cara Marzia, in quello che hai scritto ho trovato tante similitudini con il dramma che ho vissuto per la morte di mia madre. E' veramente difficile farsene una ragione, è proprio così. Specialmente quando si ha a che fare con la freddezza di medici che svolgono la propria professione. Mancanza di tatto, ma in certi casi, mancanza assoluta di rispetto nei confronti di chi vuol capire la portata malefica di certi farmaci che, a loro dire, dovrebbero ridurre la massa tumorale. Mia madre, quando ha messo piede per la prima volta al reparto oncologia, aveva un emocromo perfetto. La chemioterapia l'ha distrutta, togliendole tutte le difese immunitarie. Mia madre, ripeto ancora, è morta di chemioterapia, senza una sola metastasi. Noi, cara Marzia, siamo figli inermi, che nulla possono dinanzi a questi drammi. Possiamo protestare quanto vogliamo, ma alla fine le nostre madri hanno firmato quel maledetto foglio, prendendo visione delle cure che avrebbero affrontato... Purtroppo è così.
Ti abbraccio forte forte.
Stefano
In risposta ad un earlier comment

Inviato da Anna
23 Luglio, 2023
E' successa quasi la stessa cosa a me, la prego, posso contattarla?
Grazie.
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