Dettagli Recensione
Psiconcologia
Ho sentito parlare benissimo della responsabile del servizio, Dott.ssa Anna Costantini, ma, purtroppo, non ho avuto la fortuna di essere seguita da lei quando, dopo un intervento al seno, mi sono trovata ad affrontare il periodo della chemioterapia prima, e della radioterapia poi, con tutte le problematiche d'ordine psicologico che è facile immaginare.
Nella struttura del Sant'Andrea mi ha seguito la dott.ssa Navarra che, nelle poche sedute che ho effettuato, ha dimostrato d'essere incapace di instaurare una benché minima relazione empatica, producendo in me l'effetto di essere sotto esame, messa alla prova anziché supportata nel percorso della malattia.
Preciso che, a detta di tutti quelli che mi conoscono, in famiglia e sul lavoro, sono riuscita ad affrontare con grande forza quel periodo, anche se, all'inizio di tutto, ero ovviamente molto spaventata, turbata, depressa, schiacciata da quanto mi era accaduto e da quanto di sconosciuto mi si andava prospettando nell'immediato futuro.
Bene, posso dire di non aver trovato alcun alleggerimento del mio stato d'animo e, anzi, d'essermi ritrovata nella condizione di chi si sente esaminato, ripreso perché non è pronto ad "ottimizzare velocemente le avversità "; di più, per dirla con una metafora, mi sono sentita nella condizione di un atleta ripreso da un allenatore "duro & puro", attento solo al risultato e ai tempi per ottenerlo.
E oggi sono ancora qui a chiedermi come si possa gestire a quel modo il rapporto con una paziente oncologica, nei fatti infischiandosene, letteralmente infischiandosene, di tutti i risvolti, le implicazioni e le ricadute psicologiche che un intervento di mastectomia innegabilmente ed inevitabilmente produce su di una donna.
Credo, anzi sono sicura, di non essere stata né un caso speciale, né, tantomeno, particolare e "difficile", anzi: lo so dall'esperienza fatta attraverso lo scambio e il confronto con altre donne passate attraverso la mia stessa malattia; lo so attraverso quanto mi hanno detto familiari e amici e colleghi di lavoro.
Certo, trovarsi davanti l'enorme montagna della malattia e delle cure da scalare e, contemporaneamente, avere a che fare con una psicologa che ti guarda come una bambina capricciosa che non si applica come dovrebbe allo studio, non è una bella esperienza: io ne sono uscita subito, rinunciando ai colloqui e cercando altrove un aiuto più qualificato, ma penso a chi, con "minore capacità di rivolta", si trova e si troverà a dover fare i conti, oltre che con la malattia, anche con un'esaminatrice così astrattamente severa e così distratta rispetto al mondo interiore di chi, paziente, le sta davanti.
Non è giusto.
Commenti
Forse la dottoressa è una buona- ottima ricercatrice, ma una pessima psiconcologa.
Grazie Dott.ssa, perché con lei ho capito che ce l'avrei dovuta fare da sola.
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