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La mia esperienza al reparto di chirurgia toracica
La mia esperienza al reparto di chirurgia toracica del Sant’Andrea:
Il volto sorridente e sereno che spunta da sotto una cuffietta verde è la prima immagine del chirurgo che, con la sua equipe, ha eseguito su di me un intervento in toracotomia sinistra di lobectomia inferiore: il Dott. Antonio D’Andrilli.
Il giorno dopo l’intervento, mentre camminavo piano piano con la valigetta, nel corridoio del reparto, sento una pacca sulla spalla ; mi volto, era D’ANDRILLI col suo incoraggiante sorriso e con la solita cuffia verde che si imbucava nella sala audit “Bravo, si ricordi di camminare”.
Nei giorni successivi se non veniva lui nella mia stanza ad informarsi sul mio stato di salute, lo incontravo in corridoio al suo rientro dalla sala operatoria ed era un’occasione per scambiare qualche battuta. Ieri mattina gli ho detto che mi sentivo tirare un po’ sotto il torace .
“ Dove, qua?” Mi chiede mentre mi appoggia la mano.
“Sì”
“ E certo… qui ci sono i punti di sutura, non si preoccupi se dovesse aumentare me lo dica”.
Sarà la suggestione o il cocktail di antidolorifici che porto al collo ma il fastidio mi è diminuito.
Per chi come me , settantuno anni, mai ospedalizzato , ansioso, iperteso che ha una fifa blu appena vede un ago, una parola che tranquillizzi è la migliore terapia di attacco. Quello che mi ha colpito del Dott. D’ANDRILLI , è la sua capacità di instaurare subito un rapporto umano e di fiducia con il paziente. Non sto qui a raccontare delle innumerevoli pubblicazioni scientifiche e delle centinaia di interventi eseguiti ogni anno sul campo e che danno una certificazione oggettiva del suo valore di chirurgo, perché è questa disponibilità umana che aggiunge un fattore in piu` alla sua altissima e indiscussa professionalità.
La mattina che sono stato dimesso , sono andato a salutarlo, volevo ringraziarlo, comunicargli la mia gioia… non mi è uscita un sola parola dalla bocca, per l’emozione…d’impeto l’ho abbracciato come fosse mio fratello.
Comunque tutto il reparto raggiunge livelli di eccellenza grazie all’instancabile servizio non solo dei medici ma anche degli infermieri che lavorano con competenza , passione e rispetto per il paziente. Mi viene in mente in particolare un dottore specializzando di cui ignoro il nome , di sicuro di origine meridionale , forse pugliese. Era la sera prima della mia probabile dimissione, mi sentivo euforico e non avevo voglia di dormire e ho visto passare davanti la mia camera questo dottore che salutava gli infermieri di turno con un “ci vediamo domani “. Ho guardato l’orologio era mezzanotte e mezza. L’indomani alle cinque e trenta era già in reparto. E che dire della dottoressa Teca che sembra esile ma è instancabile, una vera forza della natura.
Mi piace ricordare l’infermiera Sara, dotata di una possente capacità di empatia che, alle cinque del mattino , col suo sorriso illumina tutta la stanza prima ancora di accendere le luci ,ma anche Valentina, Emanuele, Stefano sempre premurosi e disponibili.
La mia totale gratitudine al Prof. Erino Angelo Rendina, per la precoce diagnosi e per la fulminea ospedalizzazione che mi ha riportato alla vita e alla famiglia.
Carmelo Muscatello
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