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Da dimenticare
Il centro detto di "eccellenza" di questo Istituto ha iniziato una radioterapia per sospetto sarcoma raro alla prostata (raro perchè ci dicono non lo hanno mai trovato tra i loro casi) a seguito di Tac e PET dove viene interpretato che delle cosiddette luminescenze, visibili nella zona delle vertebre/schiena, potevano anche essere un'artrite e su queste non si approfondisce altro. Con riunione multidisciplinare si decide di trattare il sarcoma prostatico con radioterapia di 35 sedute a doppia unità (molto pesanti dunque), che portano a mio padre infiniti problemi. A quel punto mio padre non camminava più.
Dopo due mesi, a marzo di un anno fa, non potendosi più muovere e spostare ed essendo un LORO paziente e loro lo avevano in cura, inviamo le analisi complete dalla nostra città, ma... finita la radio, finito il rapporto. Ci viene infatti solo risposto che si evidenziava creatosi un ascesso al retto, forse (non si chiarisce) per l'attacco della radio sui tessuti e che era meglio contattare un chirurgo - cosa che facciamo. Nessuna parola sulle metastasi, poi da noi scoperte già visibili o quanto meno sospette alla data del referto. Nessuna indicazione a fare ulteriori controlli oncologici, nessuna nuova riunione multidisciplinare coi referti alla mano, nessuna idea se indirizzarci a pensare a una terapia ormonale. Nessuna indicazione su come muoverci. Le loro parole finiscono lì.
Era un loro paziente, pensavo. A un contatto telefonico, non so bene quale medico ci risponda, ci sentiamo rispondere ai nostri dubbi sulle analisi che "non è che di queste cose possiamo parlare al telefono": gli aveva solo chiesto se determinati sintomi potevano essere conseguenze della radioterapia che LORO avevano fatto su di lui. Con la dottoressa Scoretti più nessun contatto. Non siamo medici, no, ma lo capiamo da soli che tutto questo non va proprio, anche se non è da soli che si deve capire.
Rivolti a un altro oncologo e dopo una infinita serie di problemi per mio padre, si evidenzia che, trattato come sarcoma, ora era proprio un tumore della prostata (cosa fosse prima, era solo un sospetto?), tumore ormai uscito e con metastasi che attaccavano proprio le vertebre e schiena (vedi PET di un anno prima e mai approfondita); metastasi visibili e forse ancora attaccabili già alla data dell'invio di quel referto a Milano a marzo.
Nuova radioterapia sulla zona delle metastasi e inizio di terapie ormonali, ma era tardi... mio padre non c'è più.
Ancora mi chiedo: ma se non avessi perso questo tempo credendo nelle eccellenze di questo istituto e mi fossi rivolta prima a chi avrebbe avuto più attenzione e competenza per curarlo?
Medici che dovrebbero guardarli i loro pazienti, parlarci, capire che sintomi raccontano.
Da dimenticare.
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