Dettagli Recensione
Donatella
Voto medio
4.8
Competenza
5.0
Assistenza
5.0
Pulizia
4.0
Servizi
5.0
Esperienza in reparto
Medici e infermieri splendidi, umani e attenti al paziente ed ai parenti.
Patologia trattata
Adenocarcinoma polmonare.
Esito della cura
Nessuna guarigione
Commenti
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Per Ordine
Il mio commento è di ringraziamento per tutti gli infermieri che si sono prodigati per la cura e l'assistenza a mio marito, ricoverato per 20 giorni in Terapia Intensiva, dove è stato deciso un intervento difficile già con una infezione che l'aveva debilitato.
Il sistema di far aspettare i parenti in una squallida stanza con il passaggio dei barellieri delle ambulanze è deleterio, senza umanità, una attesa infinita sul filo del rasoio per sapere le condizioni altalenanti del paziente.
I parenti devono essere assistiti psicologicamente per sopportare lo stress continuo, di diagnosi che cambiano ogni momento, speranze e disillusioni sulla vita ( non sulla salute) del parente in terapia intensiva.
Sono molto dura con il sistema che non aiuta neanche i medici, che illudono i parenti in miglioramenti che non si sa se ci saranno. Ci vorrebbe un unico referente, psicologo, che spieghi con maggiore empatia il decorso ai parenti, non 10 medici ogni volta diversi. Proprio due mesi fa mio marito è morto, è stato stroncato da una emorragia interna che gli aveva devastato rene e fegato, dopo una agonia di giorni.
Non sono stata supportata ne' dai medici, ne' dalla struttura, e in un grande ospedale ci deve essere più attenzione proprio in questi reparti dove si lotta ogni giorno tra la vita e la morte.
Sono stata delusa dall'Ospedale San Raffaele, del quale avevo la massima fiducia.
Il sistema di far aspettare i parenti in una squallida stanza con il passaggio dei barellieri delle ambulanze è deleterio, senza umanità, una attesa infinita sul filo del rasoio per sapere le condizioni altalenanti del paziente.
I parenti devono essere assistiti psicologicamente per sopportare lo stress continuo, di diagnosi che cambiano ogni momento, speranze e disillusioni sulla vita ( non sulla salute) del parente in terapia intensiva.
Sono molto dura con il sistema che non aiuta neanche i medici, che illudono i parenti in miglioramenti che non si sa se ci saranno. Ci vorrebbe un unico referente, psicologo, che spieghi con maggiore empatia il decorso ai parenti, non 10 medici ogni volta diversi. Proprio due mesi fa mio marito è morto, è stato stroncato da una emorragia interna che gli aveva devastato rene e fegato, dopo una agonia di giorni.
Non sono stata supportata ne' dai medici, ne' dalla struttura, e in un grande ospedale ci deve essere più attenzione proprio in questi reparti dove si lotta ogni giorno tra la vita e la morte.
Sono stata delusa dall'Ospedale San Raffaele, del quale avevo la massima fiducia.
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