Dettagli Recensione
La competenza e l'accoglienza si intrecciano
Sono stata ricoverata nel reparto di cura dei disturbi dell'umore del San Raffaele Ville Turro due volte nel 2011 e la degenza è durata circa un mese ogni volta. Proveniente da una città piemontese, avevo già un corposo curriculum di anni di insonnia, depressione, cure inefficaci, sbalzi d'umore repentini ma anche periodi di eutimia, episodi ipomaniacali, per piombare poi in ripetuti tentativi anticonservativi che hanno richiesto ricoveri anche coatti nel SPDC e successivi controlli, visite, continuo cambio di farmaci al CSM della mia città. Non è mancato il ricorso a psichiatri e psicologi privati, ma quel tarlo che mi rodeva l'anima, quello specchio che rifletteva solo per me una realtà deformata, che non riuscivo più a vedere, sentire, apprezzare e che appannava perfino i sentimenti per le persone care, amiche, quel senso del diverso, del sentirmi solo fra la gente fino a spingermi alla fuga, reale o in un sonno innaturale sotto il piumone, ore e ore senza risoluzione tra notte e giorno, ebbene questo male di vivere non mi dava tregua, anche se a volte fingevo di star bene per non accrescere la disperazione di chi mi stava accanto. Poi, un giorno una mia collega insegnante, già in cura al San Raffaele Turro per disturbi dell'alimentazione, mi suggerisce questo reparto e mi aiuta a trovare uno psichiatra ad hoc per me. Una prenotazione telefonica e poi la prima visita col dr. Danilo Dotoli a cui ne seguono altre, anche in coppia con mio marito col quale avevo dissapori e disamori, poi i due ricoveri.
Per fortuna non sono sempre misantropa, ma essere a Milano, dover condividere aspetti della propria intimità con gli altri, la paura che mi rubassero le mutande o altro dal mio guardaroba, i bagni in comune ogni quattro pazienti: tutto questo mi ha richiesto uno sforzo iniziale non indifferente. Sono comunque quasi subito uscita dal guscio, dopo qualche lacrimuccia (che vergogna, a 57 anni suonati!), mi sono ambientata e adeguata agli orari e alle numerose attività, grazie all'organizzazione svizzero-italiana ,che se la rispetti ti orienta e ti sorregge. Il personale infermieristico è stato premuroso, rispettoso, ha saputo quando ci stava la battuta o quando lasciarti stare coi tuoi pensieri. E se poi c'è stato un piccolo sgarbo, un pò di nervosismo, che dire, non siamo bambini e ciascuno ha il suo carattere. Dopo i primi esami ho iniziato a prendere il litio, che non non mi avevano mai prescritto, ho iniziato regolari incontri col mio psichiatra, sempre lo stesso, i colloqui individuali e di gruppo con l'equipe di psicologhe, poi la deprivazione del sonno per riassettare i ritmi sonno/veglia e dare un perepepé a quel pasticcio che c'è nel nostro cervello; ho aderito volontariamente ad una sperimentazione in via Olgettina, alla sede centrale: cose di cui mi hanno sempre spiegato le finalità e che prevedevano anche specie di giochi, enigmi, prove di memoria con sequenze di parole da ripetere o disegni, con difficoltà crescente: giovani belli, ferrei nell'impegno, ma pur sempre ricercatori matucion: ricordate la cioccolata che vi ho offerto mentre giocavo a carte col computer? E ho sconfitto il computer e allora che boria, che crescita di autostima! Non mi sono mai sentita rinchiusa, lì non si dorme di giorno (ma io una pennica me la facevo), fin dal primo mattino chi vuole corre o passeggia nel parco, va al bar, Milano può essere sua in assoluta autonomia per tutto il giorno (dalla depressione sono passata a una irrefrenabile crisi maniacale: ho fatto razzia alla Coin, ho mangiato al Mc Donald, ma anche ammirato i lati più belli di Milano come il Duomo etc... e ogni volta la mia bela madunina mi dà un tuffo al cuore, ho viaggiato su bus pieni di filippini, visitato i negozi della Cina di via Padova).
Al mattino subito la seduta di light therapy, poi, guidati e a scelta, un susseguirsi di attività con fini risocializzanti, di reinserimento nella realtà quotidiana concreta o di rilassamento e di ascolto e padroneggiamento col proprio corpo: compere di gruppo al mercato, cucina, lettura e commento del quotidiano, musicodanzaterapia. I parenti possono prenotare incontri coi medici. E che belle le ore di pet therapy con gli affettuosissimi e intelligentissimi golden retrivier: io e Rita li abbiamo ritratti in un manifesto: c'è ancora? E i miei disegni del piccolo giardino autunnale col gatto nero? E poi c'è Sky e non so se è stato riaggiustato l'angolo ginnico. Per me Ville Turro è stato questo e molto altro (anche una sincera amicizia con un coetaneo torinese: che scandalo per le signore un pò più in là con la giovinezza, che ci vedevano sempre insieme, anche se parlavamo e condividevamo le nostre esperienze soltanto).
Ma penso che Ville Turro non sarebbe stata tutto questo e forse non sarei qui a scrivere se non avessi avuto e non avessi ancora il mio fondamentale punto di riferimento, psichiatra preparatissimo, sempre presente e instancabile che mi segue tuttora: per me sa essere anche psicologo ,gli dico tutto certa che mi comprende, mi incoraggia e mi cura: è il dr. Danilo Dotoli e lo consiglio davvero a tutti. Non sono ancora guarita, ho ancora miglioramenti a cui seguono precipizi profondi, ma ho tanta fiducia in lui e nella ricerca. L'elettrodo quando sarà impiantato da noi?
Marisa Prevellato
Commenti
L'ambiente circostante e quello lavorativo non mi hanno aiutato, anzi... e se sono riuscito a rimanere a galla lo devo solo alle mie forze e in parte ai farmaci.
I farmaci infatti fanno, ma fino a un certo punto e a me alcuni hanno fatto pure male.
Io penso che nulla sarà più come prima, la mia situazione non è nera, ma ha un velo grigio costante che non riesco più a togliere.
Chi va incontro a problematiche come le nostre, secondo me non le risolve più in modo completo, ma è sempre soggetto ad alti e bassi inutile illudersi di poter curare trovo troppo ottimisti certi psichiatri
Due cose, se non sono indiscreto, le vorrei chiedere: come va la terapia col litio, effetti collaterali compresi? (io non l'ho mai provata). E come ha trovato l'esperienza della deprivazione del sonno?
Concludo dicendo che mi è stato diagnostico il disturbo ossessivo compulsivo da un autorevolissimo psichiatra, ma la diagnosi non mi convince, a me non sembra di avere quei comportamenti ossessivi e ripetitivi, mi sento solo con poca energia, un velo di tristezza e a volte un po' di rabbia dentro e quando proprio non ne posso più sbotto, ma succede di rado perchè ho molta pazienza, forse anche un po' di rassegnazione, e cerco di non prendermela.
Spero di risentirla e spero che qualcuno mi risponda, magari anche qualche medico.
Auguri e un cordiale saluto.
Pino
Un cordiale saluto a tutti.
Pino.
Mi spaventa un po' la tanta terapia a cui lei è sottoposta, specialmente il Minias e il Felison assunti per lungo periodo, a me dopo un po' non risultavano più efficaci e subivo solo gli effetti collaterali che, nel lungo periodo, non sono lievi.
Per dormire ho trovato ottimo il Remeron, valido anche come antidepressivo, che non è una benzodiazepina, mi è stato suggerito dal mio medico curante e non dai tanti luminari che ho contattato, unico difetto, stimola l'appetito.
Spero tanto che mi legga, se non altro per augurarle buon anno e un sincero in bocca al lupo per la sua salute.
Cordialmente, Pino
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