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Grazie
Vogliamo condividere, con chi in questo momento si trova in un periodo pieno di incertezze, la nostra esperienza diretta quella di mia madre (come paziente) e indiretta la mia (come figlia).
Tutto è partito ad agosto 2019 da un banale ma incessante prurito confuso, per troppa leggerezza del medico curante, con una allergia. Più passavano i giorni e più la situazione di mia mamma peggiorava, gli esiti delle analisi erano drammatici. Al pronto soccorso della nostra città dal primo esame si accorgono subito che c’è qualcosa che non va. Mia mamma è stata ricoverata 12 lunghissimi giorni nell’incertezza generale sulle procedure da eseguire, poi finalmente una speranza, un nome: il Professore Aldrighetti.
Il primo passo: il caso.
Pochissimi giorni dopo il secondo passo: il ricovero.
Nello stesso giorno esami su esami e preparazione all’intervento.
Da subito il Professore e tutta la sua equipe si sono dimostrati professionalmente competenti e meravigliosamente umani.
L’intervento di mia mamma è durato 10 lunghissime ore, è rimasta un paio di giorni in rianimazione e poi è iniziato il suo post operatorio, non privo di qualche complicazione.
Durante tutto questo periodo, dal nostro primo incontro a durante tutta la degenza, dopo la dimissione e ancora adesso, non ci siamo mai sentiti soli, ogni dubbio è stato sempre fugato ogni preoccupazione messa a tacere da competenza ed empatia.
Non è quantificabile la gratitudine che proviamo per tutti; per il Professore Aldrighetti che, mosso dalla sua evidente e immensa dedizione per il suo lavoro, sostenuto dalla sua straordinaria equipe, l’ha salvata; per la Pergi, sempre presente e disponibile e che con il suo motivante “fuori dal letto“ ha spronato mia mamma a reagire con coraggio; per tutto il personale infermieristico, sempre attento e competente, in particolare la competenza e la dolcezza di Lucia e la competenza e la premura di Jacopo; per tutto il personale OSS; per l’attenzione di Emilio e Laura, l’allegria di Davide e per l’instancabile e insostituibile Rino; per i fisioterapisti e per tutte le figure professionali che abitano quel reparto. In questi lunghi mesi non ci siamo mai sentiti dei numeri. Abbiamo ancora un po’ di strada da fare, ma grazie a tutti voi possiamo ricominciare a vivere.
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