Dettagli Recensione
Pessima
La notte tra il 19 e il 20 luglio mia mamma (80 anni) senza nessun sintomo precedente (e sottoposta sempre a visite mediche) ha smesso di parlare. Abbiamo chiamato l'ambulanza pensando ad un improvviso accidente cerebro-vascolare. Portata a Villa Scassi (noi, causa regole Covid, non abbiamo avuto il permesso di accompagnarla) ci viene riferito alle 4.00 del mattino che dalla Tac risultano metastasi cerebrali partite da non si sa dove. Ci rechiamo a Villa Scassi il giorno successivo e le informazioni che ci vengono date sono scarne, sbrigative e confuse. In un primo momento viene data a mia madre una prognosi di sei mesi/un anno. Il giorno successivo, sempre in modo scortese e sbrigativo, viene detto che la prognosi e' di pochi giorni. Con un tumore primitivo ai polmoni (a quanto pare). Non ci viene detto nulla e al Villa Scassi mia madre ricomincia a parlare. Viene detto a mia sorella che era sotto cura di cortisone. Chiedo se si faranno chemio o radioterapia, i medici sono tentennanti. In un primo tempo dicono sì ad una radioterapia, poi no. A seconda del medico con cui si parla vengono dette cose opposte.
Il 2 agosto mia madre viene trasferita all'Hospice Maria Chighine in fretta e furia. Arriva lunedì 2 agosto che parla, ha fatto colazione, vedeva la televisione e chiedeva degli altri membri della famiglia. Senza troppe parole le staccano tutto, le levano l'idratazione e non la nutrono. Le infilano una flebo di morfina fino a che il cuore non cede il 4 agosto. A 48 ore dal suo arrivo... La sera prima respirava a fatica. Ho chiesto se potevano almeno metterle l'ossigeno, ma mi hanno risposto che non serve. E' morta con il catarro che le usciva dalla bocca e gli occhi sbarrati in cerca di aiuto e ossigeno! Se non ci fosse stata mia sorella a chiamare quando la bocca si riempiva di catarro uscente, nessuno passava! E nessuno si accorgeva quando e' spirata, che era morta in letto. Lo ha segnalato mia sorella! Dalla diagnosi alla morte: 15 giorni.
Richiedere le cartelle cliniche e' utile per indagare, ma la sofferenza che hanno fatto provare a mia madre facendola soffrire così, purtroppo e' rimasta.
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lina.iannuzzi@libero.it
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