Dettagli Recensione
é un vero delitto non pubblicizzare le eccellenze
Sono stato operato per un tumore a fine ottobre 2010 a causa del quale mi è stata asportata completamente la prostata e nel riflettere su quanto mi è capitato, nella mia mente ho fissato tre sensazioni: Innovazione Professionalità e tanta Umanità.
Appena un mese prima, una biopsia effettuata a seguito di analisi del PSA con risultati sospetti mi ha spietatamente informato che sì, avevo un cancro alla prostata, un tumore.
Credo che tutti possono immaginare cosa mi sia potuto passare nella mente: un tumore,con tutte le preoccupazioni,le paure,le angosce che questo male si porta dietro, personalmente aggravate dal fatto che da appena tre mesi un fratello di mia moglie era morto per tumore al polmone, seguito a poche settimane dal sapere che ad un secondo fratello era stato diagnosticato lo stesso male.
Si ripercorre in un lampo tutta la vita trascorsa, i momenti belli e quelli meno belli, tutte le persone conosciute, e poi, inesorabilmente, il pensiero va a cosa potrà avvenire se non si riuscirà a sconfiggere il male.
Cosa ne sarà della famiglia, della moglie, dei figli, cosa ne sarà della propria casa, chi pagherà il mutuo residuo, ci sarà qualcuno che potrà darà una mano a chi resta ?
Attimi terribili, che si protraggono per ore, per giornate intere, fino a quando si prende il toro per le corna e con la forza del cervello si accetta la situazione e ci si mette coscientemente alla ricerca della strada più giusta da percorrere e delle conseguenti cose da fare.
Ho finalmente acceso il cervello e deciso ad individuare la mia strada migliore, ho iniziato a consultare amici, medici, e a leggere quante più informazioni possibili su Internet.
Mi sono così fatto una idea abbastanza chiara del mio problema, della sua gravità e delle reali possibilità di soluzione, oltre che delle conseguenze che avrei potuto avere come effetti collaterali.
Così cercando, ho scoperto che esisteva una modalità chirurgica innovativa, che facendo uso di una apparecchiatura robotizzata (robot da Vinci), avrebbe di molto attenuato i terribili effetti collaterali: meno dolore, ridotto tempo di ricovero e di convalescenza, e soprattutto, percentualmente minore rischio sia di incontinenza che di impotenza.
Mi è sembrata una luce accesa in una foresta buia, l’ho seguita con determinazione, ed ho così incontrato il dott. D’Elia, che fin da subito estremamente disponibile e professionale, mi ha confermato quanto avevo capito e che mi ha consentito di essere ricoverato presso la seconda clinica urologica dell’Ospedale San Giovanni, dove sono stato operato con l’ausilio del robot da Vinci e dal quale sono uscito dopo soli quattro giorni di degenza.
INNOVAZIONE
Sono arrivato in Ospedale la sera del giovedì; il reparto mi è subito apparso strano, non sembrava una corsia di un ospedale, mi ha dato una sensazione di pulito, di nuovo, di un ambiente tenuto con estrema cura, anche nella scelta dei colori delle pareti, delle porte, nella disposizione dei letti e degli armadietti nelle stanze, di come ogni letto era attrezzato. Tutto era impregnato di innovazione, anche nei minimi particolari, come l’accessibilità degli interruttori delle luci, dei campanelli per chiamare gli infermieri, del dispenser con gel antisettico sulla porta di ogni stanza, della televisione su ogni letto.
PROFESSIONALITÀ
Sono stato ricevuto da una infermiera che mi ha indicato il mio posto letto e mi ha spiegato dettagliatamente ogni cosa sul reparto, dall’orario per le visite a quello per i pasti, mi ha fatto vedere la saletta per ricevere parenti attrezzata con tavolini, sedie, dispenser di acqua potabile, e persino riviste. Mi ha poi consegnato un libretto nel quale ogni cosa detta e molto altro erano riportati con estrema chiarezza; cito gli orari in cui si poteva parlare con i medici, ma ribadisco, tutto ciò che era utile e necessario sapere era scritto.
Oltre che del reparto, voglio anche accennare alla sala operatoria; la mattina dopo sono stato portato in sala operatoria dove un infermiere gentilissimo (Fabrizio ma non sono sicuro) mi ha spiegato con calma e tranquillità quanto stava facendo, dell’ago che mi metteva per le flebo, dell’anestesia, di come era organizzata la sala operatoria, di quanto sarebbe durato l’intervento (tre/quattro ore) ma mi ha parlato anche della Calabria, del suo mare, insomma, mi ha tranquillizzato.
È poi arrivato l’anestesista, che mi ha descritto le sensazioni che avrei provato al mio risveglio, i dolori che avrei accusato e per quanto tempo, e ……. mi sono svegliato verso le 14,00 mentre mi stavano riportando al reparto: ero stato operato.
UMANITÀ
Il giorno in cui sono stato operato, ho passato il pomeriggio in stato di dormiveglia e lo ricordo poco. Ricordo molto di più la notte; sonnecchiavo ed ogni volta che mi svegliavo vedevo accanto a me una infermiera dolcissima (Romana), che ogni mezzora veniva a controllarmi, le flebo, la febbre, la pressione; non l’ho mai chiamata, non è stato necessario, l’ho addirittura sentita scusarsi del fatto che per controllarmi accendeva la luce; a me sinceramente sembrava un angelo. Il giorno successivo tra un controllo e l’altro uno degli infermieri (Giuliano), si è fermato a chiacchierare con me, di problemi di salute, del tempo, e tifosissimo della Roma anche di calcio; mi ha trattato non solo come un paziente, ma come una persona con cui scambiare volentieri due parole. Sono solo due esempi del comportamento che tutto il personale indistintamente ha avuto nei miei confronti, medici, infermieri, personale di servizio, tutti attenti a fare il proprio lavoro con umanità. La mia degenza è stata talmente rapida che non ho potuto imparare i loro nomi e me ne rammarico, perché vorrei ringraziarli tutti, uno per uno: lo meritano.
Di quanto mi è accaduto conserverò per sempre il ricordo di come una esperienza tragica che improvvisamente ti attraversa la vita può essere affrontata nella maniera migliore con l’aiuto di tante altre persone che con la loro professionalità e umanità mi sono state vicino aiutandomi a risolvere al meglio il mio problema.
Non posso infine non ringraziare il Dott. D’Elia, a mio giudizio non soltanto professionista eccelso nel suo campo, aperto all’innovazione, attento organizzatore (il suo reparto è veramente organizzato e gestito come pochi in Italia) ma più di ogni cosa, consapevole che il rapporto umano verso i propri pazienti rappresenta una componente fondamentale irrinunciabile.
Francesco
Commenti
Altri contenuti interessanti su QSalute