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Una voce fuori dal coro
Mi dispiace non potermi unire al coro di lodi, non poter aggiungere un altro ex-voto alla ricca bacheca del reparto.
Mio padre, 78 anni, è stato in questo reparto due volte. La prima un paio d'anni fa, per fare, in urgenza, un'embolizzazione ad un rene. Tutto bene quella volta.
La seconda, a giugno di quest'anno, per l'operazione denominata TURP, una cosa molto più di routine rispetto alla prima.
Dimesso dall'ospedale, il giorno dopo ha febbre. Torna in reparto ma lo "rimbalzano" al pronto soccorso, che dopo ore di attesa lo rimanda a casa con tachipirina.
Una decina di giorni dopo nuovamente febbre, e il medico curante prescrive antibiotici.
Per farla breve, per 3 mesi mio padre ha alternato giorni buoni ad altri con febbre altissima e brividi scuotenti, è andato diverse volte al pronto soccorso del San Giovanni, ha fatto diversi antibiotici.
Finalmente il 20 settembre qualcuno al San Giovanni lo prende sul serio, fanno emocoltura e ecocardiogramma, e la diagnosi è: endocardite da enterococco, una conseguenza rara dell'intervento di TURP a giugno.
Papà inizia gli antibiotici che dovrà fare da ricoverato per 6 settimane a Medicina 2, ma già dopo la seconda vedono che la valvola aortica è danneggiata, richiedono un trasferimento urgente al Gemelli per sostituirla.
Ma il trasferimento non è mai avvenuto. Mio padre è morto oggi, di infarto, mentre gli facevano un elettrocardiogramma. In passato non aveva mai sofferto di cuore.
Non posso fare a meno di pensare che la gestione degli episodi febbrili di mio padre sia stata quanto meno disattenta. Noi lo abbiamo portato sempre al San Giovanni, dove era stato operato: a saperlo, forse andando direttamente al Gemelli, lo potevano salvare.
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