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Visite urologiche ed indolenza prestatori d'opera
Affetto a 73 anni da tumore alla prostata di grado 7 (3+4), nelle mie svariate visite c/o l'ambulatorio, il medico di turno (sempre il "solito"), sosteneva di rimanere sempre e solo in "vigile attesa".
E questo col Psa che si é sempre aggirato su di un grado basso pari ad 2,5 o 2,8, che purtroppo non ha impedito al tumore di aggredire il mio fisico.
La dott.ssa (sempre la stessa), del reparto oncologico, sosteneva invece e sempre d'intervenire al più presto con un ciclo di sedute radioterapiche.
Chi ha ragione dunque?
Il primo con la "vigile attesa", o la seconda con l'intervento che prevederebbe anche un trattamento agli ormoni per tentare di bloccare l'avanzamento del tumore?
E come al solito, nella soporifera attesa, chi ci va "di mezzo" è sempre il paziente... che non può sapere o conoscere con esattezza ciò che sia più giusto fare .
Di mezzo c'è solamente la vita di una persona, che con la assistenza attuale offerta dalla sanità pubblica, non sa cosa decidere della propria esistenza.
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