Dettagli Recensione

 
Ospedale San Camillo di Roma
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
1.0

Scortesia

Soffro da anni di una grave insufficienza respiratoria a causa della presenza di bronchiectasie ed enfisema, sono in ossigenoterapia.
Sono stata inviata al dott. G. Pallone dal medico che mi ha seguito per anni con competenza professionale ed umana, il dott. E. Li Bianchi, che è andato in pensione.
Prima di ieri avevo incontrato il dott. Pallone 2 volte, una volta per redigere il piano terapeutico e l'altra per un controllo generale in regime intra-moenia. 15 giorni fa ho chiesto un nuovo appuntamento per valutare la terapia che non mi garantisce da frequenti crisi respiratorie; con un messaggio il dottore mi ha fissato una visita per ieri in reparto, che per me avrebbe dovuto essere in intra-moenia, come la precedente. L'infermiera a cui mi sono rivolta all'arrivo mi ha detto di prendere il numero e attendere. Dopo aver atteso circa 2 ore in corridoio, mi sono inoltrata e ho incontrato il dottore, non ricordava l'appuntamento dato, ha controllato sul suo telefono e mi ha detto di andare nella sua stanza, che già conoscevo. Nella stanza ho trovato una persona in camice bianco seduta alla scrivania che non si è qualificata. Quando il dr. Pallone è arrivato, ha informato sommariamente la persona della mia patologia invitandomi a parlare. Prima di parlare di me ho chiesto, rivolgendomi alla sconosciuta con le parole : "scusi ma lei chi è?". Il dr. Pallone è insorto dicendomi che sono antipatica, che era evidente trattarsi di una dottoressa. Quando ho risposto che nessuno me lo aveva detto, che mi ero sentita ignorata e che desideravo sapere a che titolo un'altra persona dovesse assistere alla visita, in malo modo mi ha invitato ad andare altrove. Cosa che ovviamente ho immediatamente fatto. Il dr. Pallone ha anche sostenuto che io non avevo diritto a fare alcuna domanda perché era come entrare "in casa d'altri" e non adeguarsi. Penso che un ospedale non sia la casa dei medici, nè degli infermieri, nè dei pazienti, ma che tutti si debba condividere questo luogo con rispetto reciproco. Penso che una visita specialistica sia un fatto intimo importante che richiede, oltre alle competenze scientifiche- mediche, capacità relazionali umane che in questo caso non sono pervenute. Non mi ero infastidita per la lunga attesa, certo non piacevole, e cercando di preservare un clima favorevole avevo anche proposto di rinviare la visita. Non è bastato! Mi rivolgerò ad altri!

Patologia trattata
Insufficienza respiratoria, bronchiectasie, enfisema polmonare.
Esito della cura
Nessuna guarigione

Commenti

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Inviato da Guido Pallone
07 Dicembre, 2022
Il percepito dei pazienti è davvero particolare alcune volte. C'è da precisare che la visita di controllo in questione era stata accordata telefonicamente per il mattino in ambulatorio. L'ambulatorio di un grande reparto di un grande ospedale spesso riserva delle attese lunghe. Posso capire la stanchezza, ma entrare in uno studio medico e trovare una dottoressa in camice e rivolgersi con insistenza chiedendone la qualifica, neanche fosse la polizia stradale, lo trovo assurdo. In uno studio medico una persona in camice con fonendoscopio chi può essere se non una dottoressa in Medicina e Chirurgia? Nella mia lunga carriera tutti i pazienti, sia quando ero specializzando, sia ora che sono strutturato, sono sempre ben lieti di trovare più di un medico ad eseguire la visita, a confrontarsi sul caso clinico e sulla scelta terapeutica. A 28 anni dalla mia laurea ho conosciuto la prima persona infastidita da una visita in equipe. Non potevo far altro che invitare la paziente a non effettuare la visita. Non mi sarei mai sognato di far uscire dalla stanza una Collega che era in affiancamento per imparare come previsto dal corso di specializzazione.
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