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77 anni e in condizioni di apparente buona salute, mio padre comincia a state poco bene un giovedì sera di fine giugno, con sintomi di nausea e vomito.

Vive solo, dunque mi allerto e lo sorveglio per tutta la giornata di venerdì. Nella notte peggiora molto e la mattina presto lo porto in ospedale, dove viene preso in carico dagli infermieri e medici di pronto soccorso.

Le procedure Covid non ci permettono di essere fisicamente vicini, ma riusciamo a tenerci in buon contatto per tutta la giornata fino alle 16:00 circa, orario in cui ci comunica che a valle di tutti i controlli del caso subirà un intervento chirurgico al colon a causa di una ostruzione intestinale.

La situazione ci viene spiegata con grande chiarezza dalla dottoressa sua referente in pronto soccorso, che ci anticipa la serietà della situazione e ci introduce un quadro compatibile con un tumore del colon.

L'intervento di emicolectomia destra termina in serata, il dott. Luigi Papa in uscita dalla sala ci spiega con accuratezza la situazione, confermando quanto riferito dal pronto soccorso e dando una prima vista sul decorso e il completamento del percorso di diagnosi.

Per tutto il tempo di permanenza di mio padre in reparto, ci ha aggiornato sul suo stato e ci ha supportato nella delicata transizione verso il reparto di oncologia, che si è completata a fine agosto con la diagnosi, definizione e programmazione della terapia.

Oggi mio padre è un paziente oncologico che sta chiudendo il primo ciclo di terapia in buone condizioni fisiche, ma soprattutto con la serenità di sentirsi in buone mani, seguito con accuratezza e professionalità.

Festeggeremo la fine di questo primo ciclo con un viaggio insieme lui, mia sorella ed io, a Parigi, e per questo vogliamo ringraziare chi ha reso possibile questo altro insperato giro di giostra: i medici del pronto soccorso, i medici e gli infermieri del reparto di chirurgia di urgenza, tutto il personale medico e gli infermieri del DH oncologico.