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REPARTO NEUROCHIRURGIA OSPEDALE G.O.M.
Segnalo una storia, vissuta personalmente, di buona sanità, avvenuta in un’epoca – l’attuale – e su un territorio difficile come quello di Reggio Calabria, troppo spesso passato all’onore delle cronache per fatti del tutto diversi.
Il caso che desidero segnalare riguarda mio padre Ferdinando, giunto al Dipartimento di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria in condizioni particolarmente critiche a causa di un'osteomielite post intervento di laminectomia decompressiva cervicale effettuato altrove in Italia e sfociata violentemente in setticemia.
Ebbene, a tre giorni dalle dimissioni del primo intervento, mio padre rientra a Reggio Calabria e dopo pochi giorni inizia a lamentare dolori lancinanti e segnali acuti di malessere non solo nel punto della ferita chirurgica.
Viene ricoverato d’urgenza dal Pronto Soccorso dei Riuniti al reparto di Neurochirurgia, retto dal prof. Mauro Campello, messo da noi stessi di fronte alla difficile situazione di dover intervenire laddove precedentemente aveva operato altro chirurgo.
Con grande coraggio, innanzitutto, penso consapevole della gravità della questione, decide di operarlo poco dopo anche alla luce di una risonanza che aveva permesso di rilevare un versamento nella zona della cervicale di dimensioni spropositate.
Non entrando nei contenuti tecnici dell’intervento, fuori dalle mie conoscenze, ma certamente delicatissimo anche a causa delle condizioni critiche generali di mio padre ottantaquattrenne, quello che oggi, tre mesi dopo, posso considerare è che il team di Mauro Campello, la dottoressa Olga Gervasio in primis, ma tutte e tutti le infermiere e gli infermieri, il responsabile di reparto, l'anestesista e le straordinarie persone della Neurochirurgia reggina, hanno salvato la vita di mio padre.
Questo è avvenuto durante la più recente fase acuta della pandemia, in una situazione difficile anche per le particolari responsabilità coinvolte e nella realtà di costante, ordinaria, grande emergenza della terapia intensiva di neurochirurgia.
Sono profondamente grato, insieme con mia sorella Letizia, mia madre Giovanna e tutta la mia Famiglia, a queste persone non solo per aver dato una nuova vita a mio padre, ma come uomo, come italiano, come contribuente, come cittadino del mondo e come reggino, fiero di questa Sanità, di questi medici e di questi straordinari professionisti, migliori rappresentanti di un mondo migliore.
Grazie a tutti.
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