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Angeli in reparto
Nel mese di marzo 2017 ho dovuto portare mia mamma d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale di Rieti, in seguito ad una grave insufficienza cardiorespiratoria indotta da morbo di Alzheimer in stato estremamente avanzato.
Nonostante l'età di mamma, la situazione veramente critica e lo stadio, praticamente terminale, della malattia, i medici e gli infermieri del reparto Medicina donne si sono prodigati, mantenendo un livello di attenzione e di umanità, sia verso mamma che verso me e mia moglie, che penso di non aver trovato da nessun'altra parte.
Un plauso particolare al dott. Salandri ed alla dott.ssa Celli per l'attenzione e la delicatezza impiegate.
Quando mi sono complimentato con il dottore, la sua risposta, quasi imbarazzata, è stata: "troppo spesso noi medici rischiamo di perdere consapevolezza del nostro lavoro, che comprende anche il rapporto con i famigliari. Nel momento in cui dovessi accorgermi di non considerare più questi aspetti, penso che sarebbe la sconfitta più grande. E non voglio che questo accada a me".
Anche le infermiere sono state sempre attente: dalla mia richiesta di un materasso antidecubito al suo reperimento ed installazione, sono passati 15 minuti! (in altre strutture, ben più "blasonate", sono serviti diversi giorni...).
Purtroppo mamma è deceduta, ma, dopo 16 anni di malattia, con l'età avanzata, la PEG e tutte le altre complicazioni, penso che non vi fosse alcuna possibilità.
Se la nostra Sanità va ancora avanti, è per merito di "angeli" come quelli che abbiamo trovato qui.
Grazie, di cuore.
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