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Encomio
C’era una volta un modesto ospedale di campagna. Questo si ergeva, con molta dignità, sulla collina di Putignano, un piccolo ma laborioso paese in provincia di Bari. Ospedale Santa Maria Degli Angeli.
Varcando la soglia di questo nosocomio, il viaggiatore errante bisognoso di cure apprezza subito una piacevole sensazione: sono tutti gentili, i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari; si respira una aria di serenità e cortesia.
Nei vari reparti disposti su più piani si riceve una assistenza competente, gentile, rincuorante.
Personalmente, per problematiche intervenute ormai da anni ma aggravate nell’ultimo semestre, sono obbligato a frequentare il reparto di chirurgia vascolare. Approdo a questa struttura grazie ad un passaparola dopo un lungo girovagare tra diverse strutture ospedaliere rinomate, blasonate, dirette da Grandi Professori (che la grandezza si misuri con la loro onerosità?).
Nonostante tutte le rassicurazioni avute, mi approccio a questa struttura con sospetto e incredulità; tutto dovuto al mio pellegrinare infruttuoso degli ultimi tempi. Signori, subire 5 interventi in pochi mesi, 4 sale operatorie, 5 anestesie, numerosissime notti insonni, una vita famigliare sconvolta per ottenere risultati scadenti e certamente non risolutivi non è da poco! Pertanto, come dicevo, mi approccio a questa nuova “esperienza” con poco entusiasmo.
Dopo una telefonata, dove rappresentavo una certa urgenza dovuta al precipitare degli eventi, ottengo un appuntamento presso l’ambulatorio di chirurgia vascolare posto al primo piano dell’Ospedale dove vengo ricevuto dal dott. Giuseppe Grimaldi responsabile Day-Service Chirurgia Vascolare e Ambulatorio Vascolare.
Già dal primo momento sono rimasto colpito dalla professionalità e dalla competenza del medico. In pochi minuti ha inquadrato la problematica intervenendo con prontezza ed esaustività. Inoltre, e non da poco, l’umanità del professionista che mi ha messo a mio agio creando una atmosfera rilassata, serena e quasi famigliare. Per me, abituato ormai alla DISUMANITA’ imperante che caratterizza la quasi totalità della categoria dei medici che, in molti casi, hanno dimenticato il giuramento di Ippocrate (regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa) è stata una sensazione magnifica, chi versa nella condizione di problematiche di salute può capirmi.
La frequentazione dell’ambulatorio prima e del reparto dopo (ho dovuto subire un nuovo intervento chirurgico eseguito dal dottore Grimaldi per porre rimedio all’incompetenza delle precedenti “prestazioni”) mi ha permesso di verificare quanto di seguito:
l’ambulatorio dove il dottor Grimaldi riceve centinaia di persone ha più l’aspetto di un ambulatorio da campo che di una struruttura adeguata al momento e all’importanza di quello che si somministra al suo interno. E’ evidente che l’ambiente (tra l’altro molto angusto e il più delle volte senza climatizzazione ambientale) è stato arredato in maniera superficiale e affrettata utilizzando elementi probabilmente rinvenienti da scantinati o magazzini/depositi dove solitamente si accumulano oggetti non più utili. Manca addirittura un lettore per poter leggere i CD delle TAC, dei raggi ecc. Certo nell’era dell’informatica è perlomeno grottesco.
Ed è qui che la favola si scontra contro l’ottusità politica, la pochezza dell’invidia professionale e dell’incompetenza gestionale. Una competenza, una capacità medica eccellente viene tarpata da un incomprensibile ottusità. Il dottore Grimaldi non può, in queste condizioni, manifestare al meglio le sue competenze (uniche per quanto mi riguarda) a danno di chi?
Dei malati, delle persone che dopo lungo, sofferto girovagare finalmente approdano a questa isola felice dove trovano competenza ed umanità, dove trovano il dottore Grimaldi senza un infermiere ed un OSS che lo coadiuvino, dove trovano un professionista che deve intervenire su decine di persone giornalmente (persone sofferenti che pur di essere curate da questo professionista sono disposte a subire ore di attesa su sedie a rotelle, e che non hanno a disposizione neanche dei SERVIZI IGIENICI ADEGUATI AL LORO STATO FISICO) con mezzi di fortuna arrangiati alla bisogna.
E’ UNA VERGOGNA! I pazienti (ormai spazienti) della Puglia e delle regioni circostanti (sì, la voce si è sparsa, il fatto che a Putignano operi un dottore competente e umano si è sparsa a macchia d’olio, tutti stanchi del sistema medico baronale, tutti stanchi di pagare in termini economici e di salute (quella poca rimasta) pagano le tasse come i malati del nord. Perché dobbiamo essere considerati come persone di sere B?
Perché persone che vengono retribuite con stipendi da capogiro non hanno la capacità di risolvere problematiche ben note.
L’Ospedale Santa Maria Degli Angeli va aiutato, l’ambulatorio di Chirurgia vascolare e del piede diabetico va adeguatamente dotato di tutto il necessario (in termini umani e di attrezzature) affinchè il dottore GRIMALDI GIUSEPPE possa espletare la sua arte medica in tutta serenità vista la sua competenza introvabile almeno nel raggio di centinaia di chilometri.
Tutti devono intervenire affinche’ la favola possa continuare, affinche’ la speranza di centinaia di persone sofferenti non si spenga.
Il paziente
PARIDE GONZALES da Castellaneta (TA)
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