Dettagli Recensione

 
Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro
Voto medio 
 
4.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
3.0

Resta in Calabria

Purtroppo l’esito bioptico (carcinoma mammario) non è stato quello sperato e così, mio malgrado, sono stata catapultata al livello 2. Ed ecco, puntuale, l’ansia e la paura che cerca di impossessarsi della tua vita! Non ti resta che soccombere o tentare la slingshot track start, la cosiddetta partenza a catapulta, quella dei nuotatori che vogliono vincere!
L’equipe della Breast Unit, e il sempre presente (e mio eroe) dott. Bertucci, mi hanno sostenuta, rassicurata, guidata. Le conclusioni del gruppo multidisciplinare della Breast ha tracciato il percorso da seguire per una, auspicabile, guarigione e io mi sono affidata all’indiscusso frontman di questa fase, il chirurgo dott. Salvatore Veltri, grandissima competenza e uno straordinario profilo umano che avevo già intravisto al livello 1 (biopsia del nodulo).
L’empatia e il suo essere rassicurante e nello stesso tempo professionale ti fanno percepire quel bicchiere mezzo pieno anche quando, nel comunicarmi l’esito dell’esame istologico, mi ha informato della necessità/urgenza di procedere con un intervento di quadrantectomia per escissione del nodulo ed escissione del linfonodo sentinella.
Il dott. Veltri, il protagonista indiscusso del livello 2, non solo è un eccellente chirurgo ma un fuoriclasse per le qualità dell’uomo, un medico che vive il suo lavoro come una missione rendendo onore al Giuramento di Ippocrate. Lui vorrebbe salvarci tutte e subito e, nonostante lo stress di una Breast Unit, purtroppo, ogni giorno più affollata per la preoccupante diffusione di questa malattia, ti accoglie sempre con il sorriso, una battuta, come se fossimo in una famiglia. Ogni paziente riceve le scrupolose cure ma anche le necessarie attenzioni ed in questo è assistito dalla tosta Antonella e dalla pacata Eleonora, le infermiere senologiche che ringrazio dal profondo del cuore.
La fase chirurgica è iniziata con il ricovero presso il reparto di chirurgia che ospita l’unica stanza delle pazienti Breast, grande e tutta rosa, con bagno in camera e tv.
In quattro ci siamo sostenute a vicenda, prima e dopo l’intervento, ed è stato quasi terapeutico. L’esperienza in reparto è stata davvero inaspettata, personale gentile e sempre presente, dal corpo infermieristico alle assistenti, alla fitoterapista Nicolina, alle donne della cooperativa che hanno curato l’alto livello di pulizia, tutte si sono prese cura di noi! Ovviamente il nostro instancabile pilastro, il dott. Veltri, era sempre presente, anche nel week end!
Dell’intervento ricordo il mio letto che veniva spinto tra i corridoi del blocco operatorio, l’entrata nella sala operatoria, il dott. Veltri con il suo sguardo rassicurante, il posizionamento sul letto operatorio e poi il buio. Al risveglio apprendo che tutto era andato bene e che il chirurgo plastico, dott. Abbonante, aveva contenuto, sino all’impossibile, l’inevitabile danno all’integrità della mammella e per questo lo ringrazio sentitamente. Non ho avuto ancora il coraggio di guardare, ho timidamente sbirciato! Ma in fondo è un buon prezzo da pagare per avere in cambio la vita.
So che la breast unit mi ha salvato la vita!
Voglio ringraziare, infine i ‘nascosti’ anzi le “nascoste”, le instancabili anatomo-patologhe della Breast: la dott.ssa Zuccalà e la dott.ssa La Vecchia, strategiche in fase operatoria poiché gli esiti dei loro test ‘estemporanei’ guidano alcune fasi dell’intervento e ancor di più in quella post-operatoria poiché dagli esiti dei loro esami dipende il percorso terapeutico che si intraprenderà al livello 3 e quindi le chance di sopravvivenza e/o di guarigione.
Voglio ringraziare il coordinatore clinico, dott. Abbonante e tutti coloro che con lui, si sono battuti affinché anche noi donne calabresi avessimo la nostra Breast Unit e soprattutto che ad essa afferissero straordinari professionisti.
Ma il lavoro non è finito! La Breast necessita di una infrastruttura ‘rosa’ dedicata, dotata di maggiori spazi e personale, di ulteriori attrezzature diagnostiche rispetto a quelle disponibili, già all’avanguardia, una continua azione di aggiornamento tecnologico e formativa, di sistemi gestionali avanzati e, infine, di un doveroso percorso di contenimento del dolore soprattutto nelle pratiche diagnostiche. Io sono una belenofobica, ho la fobia per gli aghi, e non sono l’unica! Sfido chiunque a sostenere che essere punta su parti delicate del corpo sia sopportabile o indolore! Non è così!! Oggi esistono i mezzi affinché al dolore della malattia non si aggiunga anche l’ansia per il dolore fisico. La Breast Unit pone molta attenzione anche a questa problematica e non dovrebbe essere la sola.
Concludo con l’auspicio che la Breast Unit venga tutelata, protetta, sostenuta e soprattutto potenziata, perché i numeri di chi necessita di queste cure cresce ogni giorno di più e noi donne vogliamo restare in Calabria, e qui, a casa, vogliamo ricevere le migliori cure!
Ringrazio tutti gli uomini e le donne che ho incontrato in questa mia esperienza, che lavorano eroicamente salvando ogni giorno tante vite e mi appresto ad affrontare il livello 3.
Sarà mia cura recensire anche questo percorso.

Patologia trattata
Carcinoma mammario.
Esito della cura
Guarigione parziale

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