Dettagli Recensione
Morire a 47 anni senza un perchè
Il mio compagno è morto a soli quarantasette anni in questo ospedale. Alla fine di febbraio, di sera è stato chiamato dall'ospedale per sottoporsi al trapianto di fegato e così, dopo il lavoro e con le sue gambe, felice e pieno di speranza, si è recato all'ospedale, da cui non è piu' uscito vivo. Dopo l'intervento che, stando alla cartella clinica, è stato eseguito dai dottori Taricotti, Manzia, Toti, il mio compagno non si è piu' ripreso, non si è piu' alzato dal letto fino al giorno del decesso, avvenuto circa due mesi dopo il trapianto. Durante il lungo periodo della degenza tutti i medici del reparto sono stati sfuggenti e hanno fornito solo vaghe informazioni, asserendo che in genere la ripresa dopo un trapianto di fegato è molto lunga. Solo il giorno prima del decesso, alle mie richieste di spiegazioni, il dottor Anselmo si è rivolto a me, una donna sola e disperata, dicendo che non c'era piu' nulla da fare, distruggendo le speranze che fino al giorno prima lui e i suoi colleghi non avevano fatto altro che alimentare. Nessuno potrà mai descrivere il senso di impotenza, lo smarrimento, il dolore che ho provato di fronte alla persona piu' cara al mondo che chiedeva il mio aiuto, perchè si rendeva conto di essere vicino alla morte. E' qualcosa che colpisce nel profondo, che segna indelebilmente, vedere l'indifferenza che il personale di questo ospedale manifesta nei confronti del malato e dei suoi cari.
A mio parere si tratta di un ospedale inefficiente sotto ogni punto di vista. La consuetudine di accedere al reparto trapianti senza indossare indumenti sterili. Il personale dei reparti di terapia intensiva e di trapianti che ripete ai parenti dei pazienti di portare cibo da fuori l'ospedale (cibo che potrebbe portare virus e infezioni). Le cartelle cliniche di alcuni pazienti lasciate negli spazi comuni alla mercè di tutti. I pazienti del reparto trapianti trattati senza particolari precauzioni. Le richieste di soccorso del mio compagno continuamente ignorate e inevase dal personale infermieristico. L'impossibilità di avere dei colloqui con i medici perchè questi ultimi sono sempre impegnati in riunioni con specializzande e specializzandi che si svolgono nei corridoi. Durante queste riunioni i pazienti e i loro congiunti vengono chiusi nelle stanze con l'impossibilità di uscire dalla stanza e chiedere assistenza agli infermieri o informazioni ai medici, se non a costo di rimproveri. Nel corso della mia frequentazione di questo reparto ho potuto raccogliere le lamentele dei congiunti di altri pazienti che lamentavano le continue complicazioni seguite agli interventi che costringevano i pazienti a continui ricoveri. Mi chiedo, dunque, quale sia l'utilità di queste riunioni. Inoltre, anche l'infermiera consigliata dagli infermieri del reparto per fornire assistenza durante la notte, una certa Erica, si è rivelata impreparata oltre che estremamente cara. Chiedo a chiunque abbia avuto la mia stessa esperienza in questo ospedale, di contattarmi alla mail: alexia2111@gmail.com
Grazie.
Commenti
Altri contenuti interessanti su QSalute