Dettagli Recensione
Pronto Soccorso
Sono arrivata al pronto soccorso di Ponte San Pietro dopo un tamponamento a catena.
Paralizzata dal dolore sul sedile della mia auto, con l'intervento dell'ambulanza mi hanno prelevato ed accompagnata in Pronto Soccorso. Non sapendo l'entità del danno, i volontari presenti sull'ambulanza mi hanno vietato di fare qualsiasi tipo di movimento e giustamente mi hanno paralizzata sulla barella.
Una volta arrivati in Ps, l'infermiera esorta dicendo: "su dai alzati e mettiti da sola sul lettino, non sei mica morta!" sottolineo che ancora non si sapeva da cosa dipendessero i dolori che avevo in tutto il corpo.
Gli stessi volontari dell'ambulanza hanno ricordato all'infermiera che accusavo dolori dal collo fino alla fine della spina dorsale e che quindi non era conveniente farmi muovere autonomamente.
Una volta sdraiata, mi dicono che dovrò andare a fare le lastre e che per questo motivo è necessario che io mi tolga tutti i piercing che ho alle orecchie - peccato che io non riuscissi a muovere neanche un braccio. L'infermiera spazientita mi dice:" io di certo non te li tolgo quegli orecchini, muoviti a toglierteli da sola". Sempre più sconcertata e in preda ai dolori, molto lentamente riesco a togliermi gli orecchini a gran fatica, e deponendoli in un sacchettino che mi viene detto, verrà consegnato a mio padre che era in sala d'attesa (peccato che questo sacchettino a mio padre non verrà mai consegnato, se non personalmente dalla sottoscritta dopo che mi hanno fatto uscire dal Ps.)
Nella saletta dove mi avevano lasciato c'erano anche altri due malati anche loro ad aspettare le cure sdraiati sul lettino. L'infermiera si accorge che i lettini sono finiti (3 lettini in un PS!!!) e decide che uno dei tre dovrà alzarsi per permettere ad una signora anziana di sdraiarsi.
Io fino a quel momento non ero ancora stata visitata ed ero in lacrime per i dolori lancinanti che avvertivo in tutta la colonna vertebrale. Arriva finalmente una dottoressa che urlando mi dice:" Magari se la smettiamo di piangere e mi spieghi il problema..." io arrabbiata per il comportamento e dolorante spiego a fatica le dinamiche dell'incidente e indico i punti dove sento più dolore. La dottoressa prende una sedia a rotelle e mi invita poco gentilmente ad alzarmi (NUOVAMENTE DA SOLA, SENZA L'AIUTO DI NESSUNO) e ad accomodarmi sulla carrozzina cosi mi avrebbero accompagnata a fare le lastre. In quel momento arriva l'infermiera che tutta felice si complimenta con la dottoressa per aver liberato cosi in fretta un lettino.
Come se non bastasse, la dottoressa molto irritata mi chiede come mai fossi cosi nervosa, proprio non riusciva a capire come mai fossi cosi arrabbiata. "sei forse arrabbiata per l'incidente?"
In sala d'attesa intanto nessuno sapeva dare notizie a mio padre, che dopo un po', allarmato, ha tentato di chiamarmi al cellulare; l'infermiera mi prende il telefono dalle mani e lo mette nella bustina dove mi avevano fatto depositato gli orecchini, esclamando: "che cosa chiamerà a fare tuo padre, se l'ho visto che è in sala d'attesa, è una cosa incredibile!"
Grazie al cielo, a farmi le lastre ho trovato un ragazzo gentilissimo che mi ha aiutata, tranquillizzata e mi ha accompagnato anche dai miei genitori.
In tutto erano passate due ore dal mio arrivo in PS. Dopo aver atteso mezz'ora il risultato delle lastre, mi riaccompagnano nuovamente dalla dottoressa che mi dice:" scusa, ma non è che tu eri senza cinture di sicurezza e magari stavi anche parlando al cellulare e non hai guardato la strada?". Peccato che i volontari dell'ambulanza avessero segnato che:
1- avevo la cintura.
2- NON STAVO GUIDANDO IO.
3- il tamponamento non è avvenuto a causa mia, anche perché la mia auto è stata l'ultima coinvolta.
Prima di dimettermi, l'infermiera mi ha chiesto se volevo un antidolorifico - PRIMA DI DIMETTERMI, NON APPENA ARRIVATA IN PRONTO SOCCORSO!
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