Dettagli Recensione
La mia esperienza
Ciò che scrivo è il mio modestissimo parere da persona che ha fatto studi umanistici e non di medicina, ma che per la sua condizione non ha potuto far altro che informarsi il più possibile. Alcune patologie non si deducono dagli esami oggettivi. Ad esempio: una risonanza potrà essere perfetta in apparenza, ma da essa non si potrà mai evincere una malattia in divenire, uno screzio encefalico (a meno che non abbia provocato una lesione cerebrale). Anche la stessa definizione delle risonanze dovrebbe far pensare: 1,5 tesla quando la ricerca ora è arrivata addirittura a strumenti di definizione 9 tesla, e comunque attraverso una risonanza magnetica non è possibile visionare i danni funzionali; così anche per l'elettromiografia, attendibile per “quei” muscoli analizzati "al momento". Non ci sono dubbi che alcune problematiche neurologiche abbiano origine psichiatrica, ma troppo spesso si bolla con questa etichetta ciò che di psichiatrico ha ben poco, forse anche per un pregiudizio di fondo che vede la donna giovane con disturbi neurologici una derivazione somatoforme, di quella isteria di freudiana memoria che tanto amava Charcot.
Esistono forme miasteniche iatrogene sieronegative, encefalopatie tossiche, sindromi paraneoplastiche che non vengono neppure prese in considerazione. E' chiaro che in medicina ci si attenga all'ipotesi più probabile e non si vada a ricercare ogni volta la malattia rara, che peraltro non è neanche prevista dai protocolli di analisi standard (tutto questo avrebbe un costo economico e di tempo spropositato). Il mio personale consiglio è quello, però, di non chiudere completamente con il paziente, ma di prevedere incontri dilazionati nel tempo, invitando contemporaneamente a usufruire di un supporto psicologico/psichiatrico. In questo modo si monitorerebbe la situazione qualora ci fossero patologie non ancora visionabili dagli esami e il paziente non avrebbe l'impressione di essere abbandonato dalla struttura. E' la comprensione che invece ho trovato presso un altro policlinico, che ha avuto nel mio caso la sensibilità di approfondirlo - e che ha confermato che non si trattava di problematica psichiatrica.
Sintomi: diplopia, astenia, parestesie, fascicolazioni.
Commenti
La ringrazio moltissimo per l'attenzione.
Cordiali saluti
M.Luisa Ossani
purtroppo anche io, giovane donna di 38 anni e con risposte simili...
Mi potrebbe dare il nome del centro che ha menzionato?
Grazie in anticipo.
Qualcuno può rispodere per cortesia?
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