Dettagli Recensione
Day Hospital critico
Mia moglie è stata operata di cancro all'ovaio con aderenza al peritoneo nel 2012 presso una clinica di Telese Terme e, quando ci hanno riferito che sarebbe stata seguita dagli oncologi del Policlinico Gemelli, tramite convezione, ci siamo sentiti fortunati, avendo frequentato il day hospital di oncologia nel 1995 per mio fratello, rif. dott. Carmelo Pozzo.
Abbiamo seguito tutti i controlli periodici come prescritti presso di loro.
I problemi sono iniziati quando al controllo del 1 settembre 2016 faccio notare al dottoressa che effettuava la visita, che il valore di un marcatore era aumentato (lei non lo aveva neanche notato). Ci consiglia di monitorare il valore mensilmente e comunicare i risultati.
Comunicare i risultati ai primi di novembre è stato praticamente impossibile, 150 chiamate telefoniche senza risposta, fax sempre occupato, indirizzo mail presente sulla prescrizione non più attivo; non mi resta che partire da Caserta e presentarmi di persona.
Trovo una giovane dottoressa, mai incontrata prima, che su mia insistenza accetta di verificare la situazione e alla fine mi prescrive una PET urgente che sul momento prenoto.
La stessa dottoressa mi fa notare che l'indirizzo email è errato e mi fornisce quello attivo.
La PET viene effettuata il 5 dicembre. Dopo tre giorni il centro PET mi comunica che i risultati sono pronti e visibili al reparto Oncologia. Dopo varie email nelle quali comunicavo che il risultato della PET era visibile, vengo contattato il 12 dicembre dalla dott.ssa Bagalà per intraprendere un nuovo ciclo di chemioterapia dal 29 dicembre 2016.
Prima del 29 dicembre invio altre email per ricordare i casi di allergia verificatesi nelle chemio precedenti effettuate presso la clinica Gepos di Telese Terme sotto il controllo del dott. D'Argenzio prima, e del dott. Orlandi dopo.
Vista la delicatezza della situazione, ci aspettavamo una attenzione particolare, con confronto stretto con un dottore di rifermento, invece niente di tutto questo.
Si arriva li ti vistano sempre dott.ri diversi, con sensibilità e gentilezza variabile e ti lasciano in sala somministrazione, dove due o tre infermiere devono badare a 14 pazienti contemporanei, in un frastuono di macchinette che suonano in continuazione.
Chiediamo un certificato, ma non ci viene consegnato; lo troviamo in cartella alla terza seduta di chemio, stava lì dalla prima ma non era stato comunicato di consegnarcelo.
Le sedute si succedono ogni tre settimane e durano sei ore.
Durante la seconda seduta si verifica il caso di allergia verso il carboplatino; viene interrotto dopo 10 minuti dei 40 previsti e si procede con il farmaco successivo.
Alla terza seduta, come se niente fosse successo, si è proceduto allo stesso modo; dopo cinque minuti di carboplatino si è avuto un nuovo caso di allergia molto violento; si interrompe di nuovo e si prosegue. Nessun dottore si preoccupa di spiegarci cosa succede e come si pensa di procedere, e quali possano essere le conseguenze della cura per la mancanza di carboplatino. IL PAZIENTE NON HA DIRITTO DI ESSERE INFORMATO!!!
Adesso abbiamo perso la fiducia verso il reparto, la situazione del paziente sembra peggiorare e sentiamo di non avere riferimenti.
Purtroppo trovo riscontro in tante recensioni che ho trovato in questo sito.
Commenti
E poi certificati... come chiederli ai muri, ed umanità 0.
Cosa comporta togliere un farmaco dalla chemio? Glielo dico io: vuol dire che diventa inefficace, un trattamento inutile! Lo fecero anche a mio marito ed era come non l'avessero fatta.
NON c'è paragone.
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