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Chemioterapia con molto ritardo
Nel periodo 2017-2018 a mio padre, a seguito di uno screening polmonare, effettuato al Gemelli, fu individuata "una macchia sospetta". Da lì iniziò l'odissea.
Ho un pessimo ricordo del reparto oncologico, non so quanti "non si preoccupi la richiamiamo noi" abbiamo dovuto ascoltare all'inizio, prima di capire quanto seria fosse la situazione.
Ci hanno rimbalzati da un medico ad un altro e capitava che il secondo giudicasse con un risoluto "mah, vabbè" anche la terapia del precedente. Le ultime visite le facemmo con il dott. D'Argento. Ricordo con tristezza un giorno quando mio padre attese più di 4 ore prima di poter fare la visita preliminare con il dottore, prima del trattamento di chemio. Quando chiedemmo della lunga attesa, ci dissero "farfugliando" che non avevamo inviato i risultati degli esami del sangue (ho ancora le email di invio...).
Un giorno mio padre non si sentì bene e lo portammo al pronto soccorso di un diverso istituto, dove fu poi ricoverato. Gli fecero delle trasfusioni di sangue e per fortuna subito si riprese. Ci dissero che il problema era dovuto al fatto che al paziente, sottoposto a chemio, non erano state indicate terapie di supporto per cercare di mantenere corretti i valori del sangue (ottimo!!).
A fine trattamento poi, il dottore ci suggerì di continuare il trattamento con la radioterapia. Magari avrebbe anche potuto anche informarci prima dell'iter, visto che trovandoci sempre in periodi sfortunati (ferie estive, ferie natalizie) aspettammo molti mesi prima di riuscire a iniziare il trattamento, inutile (purtroppo per me un giorno in più con una persona cara era oro, e sapere prima le cose ci avrebbe sicuramente permesso di organizzarci meglio o altrove.
Ringrazio gli infermieri, professionisti di cuore.
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