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Al professor Margaritora
Al professor Stefano Margaritora
SINERGICA FUNZIONALITÀ PER IL BENE COMUNE.
Mi sono ricoverata, il 2 settembre 2020, al Gemelli di Roma per tutti i controlli di rito in vista dell’intervento. Il “mio elastifibroma dorsi” sembrava crescere a vista d’occhio, stava diventando una mongolfiera. Esposta all'inferno emozionale della mia inconscia algofobia e della conseguente paura irrazionale del dolore, ero dominata da veri e propri attacchi di panico. Ero agitata da continue alterazioni fisiche tra brividi di freddo e vampate di caldo. Sola, nessuno dei miei cari poteva assistermi a causa dei rischi causati dal mostro invisibile, subdolo, infido, insidioso che, ancora oggi, continua a fare strage. Mi sentivo - ricalcando l'assioma caro a Pirandello - una “trottola” impotente “sotto la sferza del destino", amareggiata, afflitta, sconsolata, sperduta nel gran mare dell'essere... Il 3 mattina però, l’incontro con un giovanotto pimpante, allegro, vitale, per niente intaccato dal “tempus edax”, il tempo divoratore di lucreziana memoria, dietro cui si staglia la figura del grande Prof. Stefano Margaritora che, pur avendo varcato la soglia dei 60, merita i complimenti per l'eterna giovinezza che tanto bene rappresenta. I suoi sorrisi, la disponibilità cordiale, l’attenta professionalità, i solleciti “a presto, stia tranquilla, andrà bene”, mi hanno dato il “la” per sdrammatizzare gli eventuali problemi insorgenti, neutralizzare l'ansia, resistere titanicamente alle intemperie e attendere, QUASI... serenamente, l’attimo in cui, CON PIU' DIGNITOSO CORAGGIO, sarei entrata in sala operatoria.
Il protocollo dell’intervento, legato a una zona moto vascolarizzata, è stato abbastanza complesso, con un drenaggio lungo, la ferita importante, le gocce di Lexotan e di Toradol mie fide compagne. I postumi mi hanno riservato “notti di fuoco” che, abbinate alle fitte continue zone scapola-drenaggio, al prurito sempre più assillante e alle sensazioni di soffocamento con il cuore stretto in una morsa, sono stati spesso alquanto insopportabili. L’essere stata dettagliatamente avvisata dal Prof. su ogni sfumatura del decorso e, soprattutto, l’averne a disposizione, per i miei frequenti SOS, il numero di WhatsApp, il profilo facebook, l’indirizzo e-mail, con risposte immediate personali o attraverso l’affabile signora Susanna, però, mi hanno confortata, prima, e mi stanno facendo aspettare con serenità, ora, la completa guarigione. A distanza di due mesi e mezzo, posso affermare che va molto meglio e che la ferita si sta trasformando in un semplice tocco di penna tracciata da una mano abilissima, a cui, per scintigrafare lo scintillio di emozioni, non posso che rivolgere un riconoscente “grazie”.
Gentile Prof, È VERO, venendo, post prima fase Covid, a Roma, parlando con Lei, rilevando la sinergica funzionalità del Suo reparto e la professionalità di tutta l'équipe da Lei così puntualmente gestita, mi sono ritrovata in un angolo di Paradiso. E, ancora oggi, nella lontana Caltanissetta, ne continuo a “sentire” i puntuali suggerimenti sul decorso complessivo... Se fossi un poeta, saprei trovare le parole giuste per esprimere "quodquid in buccam venit", ma non lo sono e, allora, accetti le mie semplici parole da cui spero promani, comunque, la mia sincera gratitudine per il supporto che mi è stato dato... Buona giornata a Lei e a tutto il Suo entourage.
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