Dettagli Recensione
Mai trattati così...
Mi riferisco al “Reparto Urologia Martorana degenza a 5 giorni- Padiglione 1 Via Palagi 9” dove il mio compagno, 76enne già operato di prostata dal prof. Martorana anni fa, con attualmente problemi di idrocele e infezione in atto resistente ad antibiotici, è stato trasportato dal pronto soccorso del Sant’Orsola dopo una intera giornata d’attesa, essendo comunque accudito fino a quel momento da personale cortesissimo.
Viceversa nel padiglione di via Palagi 9, all’esatto opposto, mi ha lasciato letteralmente allibita la scortesia, la supponenza, l’insofferenza e la straordinaria maleducazione di certo personale infermieristico con cui abbiamo avuto a che fare.
Sui medici il giudizio è migliore, anche se abbiamo rilevato un discreto scoordinamento tra pronto soccorso e reparto, e tra recente visita nello stesso ambulatorio e dati riguardanti il paziente evidentemente non computerizzati e disponibili. Insomma, un discreto pasticcio che, se non corretto e suffragato dal familiare presente, poteva forse creare problemi.
Ma parte il lavoro dei medici, i tempi di attesa per le visite sono lunghissimi e intanto ci si ritrova per ore e ore in balia di personaggi tutt'altro che adatti ai rapporti col pubblico, ancorché umani in particolare…
Se scrivo – a botta calda e veramente molto, ma molto indignata - è perché costoro, che in tempi di crisi hanno la ormai rara fortuna di avere un posto di lavoro - posto pagato da tutti noi e tengo a sottolinearlo! – questa gente, insomma, credo debba essere prontamente esortata dal responsabile superiore del reparto (suppongo lo stesso professor Martorana) a cambiare in fretta registro, perché il loro comportamento è assolutamente inadatto al servizio che dovrebbero prestare a persone che non sono: né numeri o cose senz’anima, né scolari da rimproverare con tirate d’orecchio, né minus habentes alla mercé della altrui “superiore” intelligenza e volontà.
A supporto di quanto detto, riporto alcuni esempi di questi comportamenti maturati in soli due giorni di degenza… giudichi chi legge, e se c’è bisogno, chi di dovere ha la mia mail non certo anonima…
1) L’altro ieri l’altro sera alle 19 e 30 il mio compagno, seduto e sfinito dopo un giorno d’attesa in pronto soccorso, stava aspettando il suo turno per la visita davanti all’ambulatorio di urologia del Padiglione suddetto. Era passata l’ora di cena e una inserviente arriva con un enorme carrello pieno di vassoi sporchi che lascia – non credevo ai miei occhi! – a pochi centimetri dal mio compagno, che lei aveva visto benissimo, in modo tale da ‘imprigionarlo’ stretto tra muro e carrello. Cerco di dirle qualcosa, ma quella è già andata oltre nel corridoio lasciando il carrello lì dove è. Temporeggio qualche minuto e poi, visto che la ‘signora’ non torna, mi permetto di scostare il mega-carrello quel tanto da salvaguardare almeno l’IGIENE se non il DECORO di quello che è ancora e a tutti gli effetti un ESSERE UMANO!
Dopo dieci minuti buoni, la ‘Signora’ rientra da chissà dove. Non le dico niente: mi interessa aver risolto il mio problema e sono in allerta per la visita. La ‘signora’ invece - chissà perché eh? chissà! - si rivolge subito a me, torva, rimproverandomi severamente di avere spostato il carrello. Mi salva la chiamata dall’urologo, faccio spallucce e la chiudo lì.
2) Ieri nostra figlia è stata anche lei rimproverata sgarbatamente perché nell’uscire, passando davanti alla guardiola e avendo sentito le infermiere che compilavano la cartella di suo padre, del quale stavano pronunciando ad alta voce nome e cognome, si è 'permessa' di fermarsi e aggiungere un’ informazione che stimava necessaria. Non lo avesse mai fatto! In gran malo modo, le infermiere le hanno detto che non doveva ascoltare e l'hanno invitata ad andarsene via. Mia figlia, sbalordita, ha chiesto gentilmente ragione di ciò. E le infermiere ' Questioni di privacy! E se riguardava qualcun altro, ci hai pensato!?' ' Se riguardava qualcun altro avrei tirato dritto senza interessarmi' ha risposto mia figlia. No comment…
3) Sempre la ‘Signora dei vassoi’ ieri sera a cena ha sbrodolato il mio compagno nel portargli via il piatto e ha commentato…’Ci pensa lei a sistemarsi, vero?’ 76 anni, febbre, noi non c’eravamo…devo commentare o basta chiedervi se vi piacerebbe per vostro padre o vostra madre un trattamento del genere?!
4) Ultima chicca: stamattina alle 7 e 28 ero seduta accanto al letto del mio compagno. Eravamo dunque ancora in perfetto orario di visita, quando mi sento dare quattro belle pacche sulla spalla destra ( giuro!) e una voce maschile mi pare partenopea da dietro, che ordina stentorea: 'Fuori signora che dobbiamo fare la camera!'… *_* ma come si permette questo di mettermi le mano addosso?!
In totale:
Mai stati trattati così dal personale paramedico di nessun reparto di nessun ospedale!
Mai stata trattata così neppure io dentro al ‘mio S.Orsola’- ( dove hanno lavorato mio padre e altri parenti medici, dove sono nata e dove ho partorito nell’86 con un’ostetrica eccezionale come l’Albertina! )
Un ospedale che era un vero gioiello, anche per il comportamento del personale!
Che vergogna, che tristezza…
Adesso capisco perché lo scorso anno mi era stato consigliato di andare in Lombardia per il mio intervento, dove mi sono trovata benissimo… IO BOLOGNESE!!!
Morale da ricavare da tutto ciò:
La gente dovrebbe farsi sentire, come sto facendo io. Altroché stare sempre zitti noi bolognesi, perché di certo non sono l’unico esempio dell’aver subito un comportamento inaccettabile da parte di certo personale in certi reparti.
E anche perché è ora che BOLOGNA torni ad essere quello che era anche in campo ospedaliero pubblico.
Dulcis in fundo, sentendoci pure dire da un infermiere che se ce ne andavamo ‘nulla ostava’ e anzi per loro era meglio… siamo andati in casa di cura.
Sì certo, in una bella casa di cura con gente educata.
Ma non è giusto che le cose stiano così per chi non può permetterselo!
A Bologna del ‘Liber Paradisus’, poi..
Commenti
Quindi sono stata ora ricoverata due giorni presso l'Unità Operativa di urologia Prof. Martorana, padiglione 1 Palagi, degenza 5 giorni.
Ma che delusione! Niente da rilevare riguardo la professionalità, competenza e gentilezza del personale medico, ma tutto il resto, a cominciare dalla struttura ormai vetusta e molto trascurata sia sul piano della manutenzione e soprattutto della pulizia, è veramente squallido. Vetri sporchi, porte e spallette ampiamente scorticate, bagni vecchi con sanitari arrugginiti, senza doccia, senza finestra e senza areatore. Ascensori sporchi con il pavimento di linoleum completamente consunto.
Nelle stanze degenti non esiste una poltroncina per eventuale assistenza notturna.
Vorrei parlare ora di igiene e decoro:
I pasti vengono serviti, per chi può alzarsi dal letto, anche se con sacca urina al seguito, nella "sala da Pranzo" (piccola rientranza nel corridoio principale, mal tenuta, con sedie vecchie e disuguali, tavoli attaccati l'uno all'altro e tanto disordine intorno. Oltre a trovare sotto i tavoli pasta al sugo secca, sicuramente del giorno prima, sedere a tavola, e sulle stesse sedie con pazienti portatori di sacca urina (mista a sangue) non è piacevole e soprattutto igienico (molti hanno solo un telo alla vita, altri pigiami macchiati nel punto "critico"). Buon appetito Eh?
E tutto questo perchè? C'è poco personale, dicono, e non si riesce a portare a tutti il pranzo in camera!
Questo non giustifica la poca disponibilità del personale al servizio dei pazienti che non ha mai un briciolo di disponibilità, ne' premura alcuna e sembra fare ogni cosa di malavoglia. In primis "la signora dei vassoi".
I pazienti poi che non possono muoversi dal letto ricevono molto tardi le loro pietanze e già fredde.
Nel bagno della stanza dove stavo con altre due persone c'erano ancora le urine in un barattolo aperto di chissà quale precedente ricoverato. Ho dovuto chiedere io che fossero gettate.
Durante la notte, invece di cambiare le sacche urina, le vuotavano in un contenitore ma lasciavano gocciolare per terra urina mista a sangue, tanto che i medici in visita credevano che le nostre sacche perdessero liquido. E questo alle 9,30 di mattina, perchè ancora non si era visto nessuno a pulire.
Dopo questa infelice esperienza, anche io sarò costretta a cambiare struttura se avrò in futuro necessità di un intervento chirurgico.
Ho visto troppa polvere e sporcizia e, se puliscono così, come puliranno le sale operatorie?
Ho cercato e compilato il modulo reclami, ma non c'era dove imbucarlo così le infermiere mi hanno detto di consegnarlo loro che l'avrebbero recapitato, sempre che io mi fidassi... Ho risposto: e perchè non dovrei?
Come vede anche io non sto in silenzio, purtroppo altri ricoverati, che hanno rilevato tutte queste anomalie, forse perchè devono tornare li' spesso, non fanno la stessa cosa.
Questo ospedale Sant'Orsola, che è sempre stato un fiore all'occhiello della sanità italiana, dove venivo la domenica fin da piccolina a trovare la mamma che era in servizio, ora è diventato quasi "inumano" per disorganizzazione e maleducazione.
Inoltre in alcuni casi vengono fatti gravi errori a discapito dei pazienti. Come esperienza personale, a me non è stata nè vista nè refertata una metastasi scapolare che al controllo Tac successivo era già di 5 cm x 8 cm... Lasciando perdere il discorso del pessimo trattamento al pronto soccorso (del resto quando nella sanità si intromette la politica, questo è il risultato...), il medico non deve essere un burocrate, non deve essere politicizzato, non deve essere apatico, ma deve essere solo medico con un minimo di empatia. Vorrei ricordare a tutti i lavoratori di questo ospedale che oltre ad avere un lavoro, sono pagati da noi, dalle nostre tasse... Comunque da circa un anno ho lasciato l'oncologia 5° piano del Malpighi perchè, con l'avvento del nuovo primario ed il cambio di alcuni medici, il reparto non è per me più praticabile. Mi spiace per il personale, che è sempre stato il meglio in assoluto.
Con tristezza, amarezza e tanta indignazione.
Gianna
Altri contenuti interessanti su QSalute