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Esperienza da incubo
Ieri sono andata al pronto soccorso Sant'Orsola per crampi addominali fortissimi, dissenteria e febbre. È stata un'esperienza da girone d'inferno dantesco. Devo salvare solo una persona nel triage che si è dimostrata comprensiva ed efficiente. Ma non posso salvare nessun altro. Dopo nove ore di attesa provo a chiedere al triage se avessero idea di quando mi avrebbero visitato. Solo per aver detto questo, una infermiera del triage mi ha aggredita dicendo che avevo fatto male a non ascoltare quello che diceva agli altri; nonostante avessi le lacrime agli occhi per il dolore, non mi è stato dato neanche un antidolorifico blando, dicendomi che non mi potevano dare nulla finché non mi avessero visitata. Dopo nove ore arriva una dottoressa che mi mette due minuti le mani sull'addome senza misurarmi ulteriormente la febbre. Alle 23.00 mi dicono che devo aspettare ancora due ore gli esami del sangue. Esausta, chiedo di firmare per tornare a casa, spiegando che sto male da mesi, che gli esami del sangue li ho fatti recentemente e che quando sarei tornata a casa avrei trovato nel ticket anche il pagamento degli esami del sangue che non ho mai fatto - ma che subito avevo detto di non voler fare sentendo la telefonata che fermava il laboratorio di analisi dall'eseguire l'esame. La cosa più grave comunque è lasciare un paziente soffrire per nove ore e trattarlo senza un minimo di empatia.
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