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Ricovero in 4° Medica
Mio fratello, Fabiano Pecchia, è stato inviato dal P.S. alla 4° Medicina nella notte del 13/04/2018 e dimesso il 20/04/2018. Veniva ritenuto che non necessitasse di ulteriori cure o possibili invii, nonostante la disperata richiesta dei familiari, presso altri presidi visto il suo "miglioramento" e anzi: a casa "si poteva muovere un po'". Mio fratello non era in grado di alimentarsi, tantomeno autonomamente e manteneva la capacità di alcuni minimi movimenti, soprattutto con il braccio destro.
Nei giorni precedenti avevo notato sul comodino lo spray all'argento e avevo chiesto se avesse piaghe. Mi è stato risposto da un'operatrice che aveva solo una "sciupaturina". Una volta a casa abbiamo appurato la presenza di una piaga di diversi centrimetri.
Non è cambiato niente! Forse solo un po' di arroganza in meno (non valido per tutti), forse un po' di gentilezza in più (non valido per tutti), ma il nucleo centrale di indifferenza è ancora lì, intatto nel suo doloroso spessore.
Mio fratello è deceduto il 24/04/2018, quattro giorni dopo il suo presunto "miglioramento".
Il Dr. Tartaglia, responsabile del Rischio Clinico della Regione Toscana, che ebbi modo di incontrare su indicazione di E. Rossi dopo la morte di mio padre, mi disse che il percorso di cambiamento e miglioramento del reparto sarebbe stato lungo e complesso. Ma è davvero mai cominciato? Ma quanti altri steps saranno necessari perché nessuno inorridisca più davanti all'ipotesi di un invio al 4° Medico? E quanti ancora perché un familiare non trovi più un proprio caro già morto, o dimesso per morire poco dopo senza che nessuno dal reparto ventilasse nemmeno lontanamente l'avverarsi di una tale ipotesi? Ma anzi, a casa è meglio perché "così si muove un po'"???
Commenti
Personale sgarbato e poco disponibile, medici che fornivano informazioni frammentarie e poco precise, continuando ad apostrofare mia mamma come “la paziente terminale” e non chiamandola con il suo nome, quasi come non fosse più un essere umano, ma un numero, un caso ospedaliero!
Ho letto il caso di suo padre, certe cose vanno denunciate e rese pubbliche affinché la gente si renda conto dei rischi a cui si va incontro.
Credo che andrò avanti per vie legali perché non si può sempre tacere ed abbassare la testa davanti ad eventi così gravi.
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