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Un drammatico incidente risolto splendidamente
In vacanza ad Alassio nel luglio 2015 mi sveglio al mattino, dopo un sonno ininterrotto, con la parte sinistra del corpo paralizzata. Sto benissimo: non ho alcun dolore, ma non riesco a stare eretta e a parlare. Mio marito, aiutato dal personale premurosissimo dell'albergo Diana, chiama il 118. L'ambulanza arriva immediatamente ed in pochi minuti, grazie all'abilità dell'autista, sono al Pronto Soccorso del Santa Corona di Pietra Ligure. Mi fanno subito la tac, anche quella con contrasto, e gli esami del caso. Sono perfettamente lucida e sono disperata: voglio morire, non voglio vivere da invalida; in questo momento così drammatico la voce rassicurante del medico (credo il dr. Trucco) chiede la mia collaborazione. Senza rendermene conto sono nel centro ictus in un letto attrezzato: inizia la trombolisi! Intorno a me medici e infermieri mi incoraggiano. Nel giro di due ore la competenza e la tempestività di chi mi aveva in cura aveva vinto. Io ritornavo a sorridere alla vita. All'arrivo di mia figlia da Milano ero a letto attaccata a macchine monitoranti, ma il mio fisico non portava più alcuna traccia di quel terribile male. Al quinto giorno mi hanno dimessa e sono tornata alla vita di prima, con le precauzioni del caso. Nella giornata dell'ictus, voglio abbracciare e ringraziare affettuosamente tutti quelli che con abnegazione e dedizione mi hanno salvato la vita. Devo riconoscere che hanno scelto una professione massacrante, ma molto generosa. Grazie.
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