Dettagli Recensione
Grazie di tutto
Esimio Comitato medico del Policlinico di Pavia,
scrivo queste poche righe per raccontare la mia recente esperienza presso la vostra struttura.
La mia vicenda è iniziata a fine aprile, quando mi è stata diagnosticata una piccola massa di sette millimetri vicina al seno destro, lo stesso già operato diciotto anni fa per un tumore di tipo G1.
Come potete immaginare, lo sconforto per un possibile secondo tumore mi aveva colpita con maggior forza rispetto alla prima volta. Ansia, panico e la consapevolezza di cosa mi aspettava, mi pesavano sul cuore impedendomi di coltivare un briciolo di speranza per il futuro. Non avevo nemmeno un briciolo di fiducia nel sistema sanitario e nelle aziende ospedaliere italiane.
Com’era possibile che mi fosse ricapitato? A cosa è servito fare ogni anno tutti i controlli se poi non sono stati in grado di diagnosticarlo per tempo? Che senso ha curarsi se il tumore si ripresenta, colpendomi con forza in un momento in cui pensavo di aver trovato un po’ di serenità?
Questi erano i pensieri che mi tormentavano mentre discutevo la mia situazione con Luciana Babilonti, compagna di casa ai tempi dell'università ed ora primario di Ginecologia all’ospedale di Vigevano e prima persona a darmi un supporto umano oltre che professionale. È proprio grazie a lei che ho deciso di rivolgermi al Policlinico, entrandovi con la paura di essere un numero tra migliaia di pazienti ed uscendo con la certezza di aver trovato ciò che più serve per una paziente a cui è stato diagnosticato un tumore G3: l’umanità.
La dottoressa Adele Sgarella, Primario di Chirurgia senologica, la dottoressa Francesca De Stefani, il dottor Lorenzo Genovese e la splendida anestesista dottoressa Fiorenza Fava mi sono state accanto in ogni momento, si sono prese cura di me e mi hanno sostenuta con la loro professionalità e con la loro vicinanza. Dottori capaci di prendersi a cuore una paziente, passando a trovarmi al di fuori del loro turno di lavoro, regalandomi un piccolo sorriso o un incoraggiamento che mi permettessero di affrontare la mastectomia con la consapevolezza che sarebbe andata bene e che avrei potuto tornare ad abbracciare il mio nipotino.
So che il percorso è ancora lungo, non mancheranno le difficoltà e nemmeno i momenti di sconforto, ma per ora sono grata a queste persone per la speranza che hanno saputo donarmi e per l’incredibile velocità con cui hanno aiutata.
Grazie per quello che avete fatto per me.
Grazie per essere l’esempio tangibile che in Italia c’è ancora speranza.
Grazie per non aver dimenticato che i pazienti non hanno bisogno solo di bravi dottori, ma di essere trattati come persone che stanno soffrendo.
Con affetto,
Silvana
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