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Divisione: punti critici
Sono stata ricoverata un mese e mezzo in divisione e devo dire che mi ritrovo in alcuni commenti che ho letto. Sono stata ricoverata perchè il mio sacco si è rotto a 19 settimane in un altro ospedale, davvero orribile, dal quale mi sono autodimessa per andare a Padova. I punti forti di questo reparto sono i controlli, esami del sangue, certamente sanno ciò che fanno, le infermiere sono per il 90% meravigliose, sono le OSS che lasciano un po' desiderare, sono un po' maleducate ma non tutte. I dottori... beh.. secondo me è per quello che si chiama "divisione": perchè i dottori si dividono. Ce ne sono di bravissimi che riescono a portare rispetto e altri che proprio non ci riescono. Per me la migliore è la Dottoressa Truscia, ma anche Bogana e Trovò sono molto bravi. Il punto critico è proprio la comunicazione con il paziente, che loro pensano di sopperire mandando un psicologa a parlare con le "forse" future mamme, ma la psicologa è imbarazzante e mette a disagio, ti fissa e non dice niente e spesso noi, ragazze della divisione, fingevamo di dormire per non doverle parlare! Due giorni prima che il mio travaglio iniziasse, la Dr.ssa Veronese si accorge dall'ecografia che la mia piccola ha dei problemi seri a livello ortopedico, ma nello studio fa capolino la psicologa (che io non avrei voluto nella stanza) e le dice di non dirmi niente (ma come? delle cose mie non dovrei sapere? Ma di solito lo psicologo non dovrebbe aiutare a divenire coscienti di una situazione e di smettere di ignorarla??). Io telefono a mio marito e lo preparo dicendo che forse la nostra bimba non aveva una gamba perchè avevo capito che tutti quei bisbigli nascondevano qualcosa. Distrutti abbiamo sperato che così non fosse, dicendoci che una cosa così grave i medici ce l'avrebbero comunicata di sicuro. E invece così non è stato e dopo il parto hanno mandato mio marito a dirmelo, perchè loro non sapevano come fare. Credo che in una situazione delicata come la maternità, ci vorrebbe un vero psicologo o dei medici che non hanno paura di far crescere i propri pazienti dando anche le brutte notizie. Alla fine la mia bimba è viva, grazie a loro e alla patologia neonatale, io li ringrazio di cuore ma è stata una gravidanza rabbiosa, sono stata umiliata e ridicolizzata anche nel momento del travaglio, dove mi è stato chiesto (da un'ostetrica che puzzava di fumo) di smetterla di lamentarmi dopo 24 ore di dolori, che il mio era un male interiore, come a dire che era solo tristezza, invece il parto era aperto e il mio dolore erano le contrazioni. Voglio ringraziare in particolare l'infermiera Claudia ma anche Martina, Federica, Roberta e Rosita per il cuore grande e per i sorrisi che riescono a portare anche quando da sorridere non c'è proprio niente. Sono loro "le fatine" della divisione che mi fanno consigliare questo reparto, pur con i suoi punti critici, perché io spero e credo che questo reparto potrà migliorare se lo vuole, ma dipende da ogni singola persona. Un consiglio a tutti, infermiere e medici: il dolore causato da certe situazioni, brutte e terribili, non può essere rimpicciolito, sminuito, cambiato o nascosto, va semplicemente lasciato al legittimo proprietario che ci dovrà passare attraverso con i suoi tempi, limiti e risorse.
Grazie e buona fortuna a tutti!
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