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Pronto soccorso pediatrico
Mi sono presentata al pronto soccorso pediatrico con mio figlio di 2 anni in fase post-critica dopo una convulsione febbrile. Il bambino risponde molto poco agli antipiretici (novalgina compresa), non so cos'abbia (è molto soggetto a bronchiti e broncopolmoniti, quindi trovo lecito verificare che non si tratti di una di queste patologie), è domenica mattina.
Il bambino, trasportato con 118, viene preso in carico da una specializzanda che confonde paracetamolo e nurofen, insistendo nel dire che sono la stessa cosa nonostante le mie richieste di prestare attenzione a quello che sta dicendo.
La dottoressa appare molto preoccupata per il muco dal naso del bambino (pochissimo tra l'altro). Non riesce ad eseguire alcuna valutazione neurologica e mi tiene "in osservazione" per 6 ore.
Alla fine dell'osservazione, durante la quale la dottoressa non si è mai fatta viva, arriva la sua responsabile, una specializzanda che dimette il bambino con febbre in salita (38.6, ma sulla cartella scriveranno 38.3.. perché sbagliano numero).
Arriviamo a casa, il bambino è completamente senza forze, dorme di un sonno molto profondo da cui difficilmente si sveglia. Vengono somministrati in 4 ore tachipirina, nurofen, novalgina e la febbre è a 38.8. Decidiamo di tornare in pronto soccorso dove l'infermiera conferma l'anomala sonnolenza del bambino.
Ritroviamo la specializzanda della mattina, la quale scriverà in cartella che il bambino è vigile, reattivo e risponde bene agli antipiretici. Ci dice poi che lei non sa cosa fare perché altri farmaci da somministrare non ce ne sono, ed il bambino ha già risposto bene ai farmaci somministrati. A dimostrazione della teoria della specializzanda, la febbre sale a 39.5. Arriva una terza dottoressa, questa volta strutturata, e ci consegna le carte di dimissioni. Ci opponiamo dicendo che il bambino non è stato visitato, non risponde ai farmaci e noi non ci muoviamo finché non sta meglio. Ci dice che per accontentarci ci tiene in osservazione la notte.
La mattina lo guarda in faccia, dice che la febbre è scesa (38.7) e il bambino è vivace (non vero). La pediatra di base, consultata subito dopo le dimissioni, visita il bambino e conferma le nostre ipotesi di genitori.
Siamo stati trattati con arroganza, come genitori apprensivi... peccato che altre volte che abbiamo aspettato qualche giorno siamo stati trattati come genitori menefreghisti.
Inoltre mi chiedo, a chi dovrei rivolgermi quando non so gestire una situazione clinica particolare, visto che al pronto soccorso dicono di arrangiarmi che loro non sanno cosa fare per mio figlio? Mi hanno detto anche che se, in seguito a convulsioni, non noto segni neurologici, posso fare a meno di andare al pronto soccorso... Certo, faccio esami neurologici tutti i giorni io!
Tengo a precisare che il pronto soccorso non era affatto affollato e che anche le infermiere sono state per nulla disponibili.
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