Dettagli Recensione
ONCOLOGIA
In data 4 aprile 2013 il mio compagno viene visitato dal Dott. Enzo Maria Ruggeri, al fine di stabilire la terapia farmacologica più adatta a contrastare una neoplasia renale con metastasi polmonari.
In quella sede, in presenza del paziente e mia, il Dott. Enzo Maria Ruggeri ha espresso valutazioni estremamente positive circa le possibilità di cura e di alta sopravvivenza del paziente stesso.
In data 15 aprile 2013, il mio compagno ed io veniamo accolti presso lo studio del Dott. Enzo Maria Ruggeri e dalla Dott.ssa Agnese Fabbri, al fine di ricevere il farmaco oncologico di cui sopra, le informazioni relative al suo uso e l’indicazione del nuovo appuntamento di controllo.
Il mio compagno viene inviato presso un’altra stanza per effettuare subito una flebo ed io vengo trattenuta nel predetto studio; al momento dei saluti vengo fermata dal Dott. Enzo Maria Ruggeri che mi invita a sedermi.
Quelle che seguono sono le parole di cui mi ha investita ex abrupto il Dott. Enzo Maria Ruggeri:
“La situazione del suo compagno è molto seria e grave”;
“la condizione di partenza è estremamente sfavorevole, il tumore è molto aggressivo”;
“lei deve sapere che le possibilità di sopravvivenza sono nell’ordine di mesi”;
“non ne parli per nessun motivo con il suo compagno, altrimenti il paziente, se conosce la verità, prende le pillole che gli diamo e le butta nel lavandino”;
“mi dispiace ma ci siamo passati tutti”.
A fronte di quanto sin qui esposto denuncio quanto segue:
Il Medico che assume la cura un cittadino italiano affetto da qualsivoglia patologia, ha l’obbligo di informare lo stesso, e non un suo parente, delle reali condizioni di gravità della sua malattia.
Tale principio assume tanto più un valore assoluto e imprescindibile laddove vi sia un rischio di vita, in quanto ciascun cittadino ha il diritto di scegliere se intraprendere o meno qualunque cura e, soprattutto, come e dove vivere la probabile ultima fase della sua vita.
Il Dott. Enzo Maria Ruggeri ha abdicato da questo dovere.
Quanto sin qui detto per segnalare che sino al termine della carriera del Dott. Enzo Maria Ruggeri ad altri cittadini con patologie oncologiche verrà negato di sapere il livello di gravità della loro malattia (privandoli della possibilità di scegliere se curarsi o fare altro dei restanti giorni della propria vita);
ad altri parenti verrà rivelato in segreto che la situazione rassicurante di cui erano venuti a conoscenza nei colloqui con il medico in presenza del loro parente malato, è in realtà grave, e verranno così gravati della responsabilità psicologica ed etica di tacere la verità al proprio familiare.
Commenti
E' quindi con sensibilità che il medico ha prima parlato in privato al parente!! Se fosse successo il contrario, sarebbe stato irrimediabile. Parlando invece prima al parente, si può sempre poi dire schiettamente al dottore: "guardi, desidero comunque che il paziente venga da lei avvisato in tutto, in quanto suo desiderio imprescindibile.
Mi dispiace cara signora, pur rispettando con umilità il parere di tutti, soprattutto nelle situazioni dolorose, reputo le sue accuse completamente INGIUSTE!
Alessandra da Verona
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