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Problemi successivi a meniscectomia in artroscopia
Meniscectomia selettiva in artroscopia effettuata dal dottor Faggin 3 anni fa. All'epoca avevo 50 anni. Con mia grande sorpresa, né in occasione della visita né prima dell'intervento, venne esaminato il DVD della risonanza magnetica, limitandosi alla lettura del referto e alla visita con manipolazione dell'arto. Un'analisi più approfondita avrebbe probabilmente permesso di valutare le possibili conseguenze di una meniscectomia, pur selettiva, sull'intera articolazione. Oggi, infatti, una recente risonanza magnetica evidenzia che il menisco residuo non svolge più la sua funzione avendo perso i punti di aggancio che lo tenevano in sede, aprendo la strada ad un processo di artrosi e alla prospettiva di una protesi al ginocchio nel corso del tempo. Il dolore prima dell'operazione era occasionale, solo con certi movimenti, e ben poca cosa rispetto ai dolori che si sono manifestati subito dopo. Mi ero infatti deciso ad effettuare la meniscectomia per continuare la pratica sportiva con minori limitazioni (ultimamente usavo tutore) e invece da allora l'ho abbandonata del tutto e, credo, ormai definitivamente. Mi stupisco anche che non mi sia stata prospettata alcuna terapia alternativa (vedi per esempio PRP o LipoGem) che permettono in molti casi di evitare la meniscectomia. Dopo l'intervento ho richiesto delle visite per segnalare il dolore e il gonfiore, ma tutto è stato minimizzato suggerendo della generica fisioterapia e parlando di infiammazione dei tendini (cosa non riscontrata dalle successive investigazioni e infatti specifica fisioterapia ed esercizi isometrici non hanno sortito effetto). La situazione mi ha obbligato a consultare altri specialisti. Raccomando a chiunque stesse valutando una meniscectomia, di pensarci a lungo, sentire più pareri e di valutare altri approcci al problema, dato che esistono. Le conseguenze possono essere davvero rilevanti.
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