Dettagli Recensione
Clinica Pederzoli - sala gessi
Dopo essere stato sottoposto ad un visita in regime di libera professione per una frattura dal dott. Ceschi (molto competente), ho prenotato la sostituzione del gambaletto gessato (da appoggio) presso la sala gessi della stessa clinica Pederzoli.
Vi racconto cosa è successo:
Il giorno 13 gennaio u.s. alle ore 12,40 mi sono recato (a seguito di prenotazione) presso la Sala Gessi della Clinica Pederzoli per la sostituzione di un gambaletto gessato (confezionamento gesso da appoggio) dopo i primi venti giorni di apparecchio gessato applicato dall’Ospedale di San Candido (BZ).
L’infermiere di turno che mi ha accolto (sig. Francesco) ha espressamente criticato i materiali e manifattura del gambaletto ancora in essere, praticati dall’Ospedale di San Candido (BZ) (invece è stato ottimo e mi ha permesso un inizio di convalescenza meraviglioso) ed inoltre trovava eccessiva la mia scelta di fruire dei servizi della Clinica Pederzoli, in quanto molto lontani dalla mia residenza (80 km.).
Una volta confezionato il nuovo gesso (“da appoggio”) sono andato via dalla Sala Gessi ed al ritorno a casa mi sono dovuto recare, per una modifica dello stesso, presso la struttura sanitaria più vicina alla mia residenza (dove i preposti non hanno avanzato critiche) in quanto il gesso che mi era stato confezionato era così alto, sulla parte posteriore della rotula, che non mi permetteva nemmeno il piegamento dell’arto a 90°. Inoltre è stato lasciato un bordo di una garza che, una volta solidificata, costitutiva una vera lama.
Inoltre, la dott.ssa Anna Maria Barzoi, che ha collaborato solo nella fase finale del confezionamento del gambaletto gessato, non mi ha nemmeno visitato, nonostante io abbia pagato la prestazione medica quale visita ortopedica; infatti una volta che la dott.ssa ha letto che, dopo dieci giorni dal trauma, mi ha visitato il dott. Ceschi (primario del Reparto di Ortopedia), non si è curata minimamente di visionare l’arto, che comunque al suo arrivo era già abbondantemente fasciato dalle garze gessate.
Durante il confezionamento del gambaletto gessato, nella fase di collaborazione tra la dott.ssa e l’infermiere, questi erano molto concentrati circa i loro argomenti di lavoro (affluenza molto alta di pazienti presso la sala gessi, inadeguata gestione dei colleghi del Pronto Soccorso circa i casi da inviare in Sala Gessi e giudizi sulla gestione di visite mediche dei colleghi del Pronto Soccorso).
Commenti
mi sento in dovere di rispondere pubblicamente alle Sue critiche nella veste di responsabile del reparto di ortopedia e traumatologia e quindi anche della sala gessi, che ne fa parte integrante. Innanzitutto desidero scusarmi per le chiacchiere "in libertà" di Francesco, nostro valido gessista, e della dott.ssa Barzoi, collega di grande competenza: tali parole sono state a dir poco inopportune, senz'altro ingiuste nei confronti dei colleghi dell'ospedale di San Candido, dove era stato confezionato il primo gesso, che aveva svolto la sua funzione egregiamente. Sono sicuro inoltre che Francesco non voleva intendere che Lei avrebbe dovuto rivolgersi a struttura sanitaria più vicina al luogo di residenza, in quanto è nostra tradizione consolidata prestare assistenza a pazienti di tutte le regioni d'Italia, oltre che ai tanti turisti e lavoratori stranieri. Mi scuso anche per il fatto che il gesso non sia stato confezionato in maniera adeguata e quindi Lei si sia visto costretto a rivolgersi ad altro ospedale per eliminarne i difetti. Mi scuso anche per il fatto che Lei abbia avuto l'impressione di non essere stato trattato con attenzione dalla dott.ssa Barzoi, la quale, pur essendo una "brontolona" di carattere, è molto competente e svolge il suo lavoro con attenzione e meticolosità: purtroppo quel giorno si è verificato un notevole sovraccarico nell'accesso di pazienti alla sala gessi, per cui l'organizzazione ha mostrato qualche lacuna, lacuna che purtroppo l'ha avuta come bersaglio. Mi preme farLe sapere, che sono stati già presi provvedimenti per riorganizzare l'attività di sala gessi, nuova organizzazione che partirà dal 1/02/2014 e vedrà nuovi orari con maggiore agevolazione negli accessi da parte dei pazienti. Ho provveduto io stesso a richiamare inoltre i responsabili delle parole "in libertà" perchè si concentrino, con unico interlocutore il paziente in visita, sul loro lavoro.
Mi scuso di nuovo e Le auguro una pronta guarigione, rimanendo a Sua completa disposizione
dott. Marco Ceschi
responsabile reparto ortopedia e traumatologia
P.S.: mi permetta un unico fraterno rimprovero: il fatto di aver dato un nome, Francesco, ad uno dei responsabili della Sua insoddisfazione penso sia sufficiente per identificare la persona con precisione, senza dover aggiungere "riconoscibile in quanto claudicante"; il sottolineare un problema fisico "eredità" di tanta sofferenza quando egli era bambino, mi sembra una ruvidità eccessiva.
La ringrazio per la Sua cortese risposta. Ho apprezzato molto le Sue parole. Mentre per il Suo post scriptum ci tengo a chiarire che la mia precisazione era per evitare omonimie.
Sono certo che il Dipartimento che Lei dirige continuerà ad essere un punto di forza dell’ortopedia della Regione.
AugurandoLe buon lavoro, La saluto cordialmente.
Marco Pignatale
a prescindere dalle Sue tendenziose osservazioni circa il servizio di cui ha potuto usufruire presso la C.D.C Dott. Pederzoli, a cui sono stato richiamato per risponderne, quello che più mi ha ferito è stato il modo in cui Lei si è permesso di descrivermi ed offendendomi, definendomi "riconoscibile in quanto claudicante", Lei non ha nemmeno la minima idea delle sofferenze fisiche e psicologiche che tuttora mi trovo ad affrontare, non permetto di apostrofarmi "claudicante", magari in senso dispregiativo come risulta evidente nel caso della Sua segnalazione sul sito QSalute.
Sappia mio caro Signore, che attendo, Se lo vorrà, delle scuse formali e pubbliche per la Sua offesa e che mi riservo di agire in ogni opportuna sede per tutelare la mia dignità e decoro, affinchè chi non ha avuto la fortuna di vedersi insegnare da bambino il rispetto del prossimo, possa eventualmente apprenderlo in età adulta.
Francesco M.
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