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Ambulatorio ortopedico pronto soccorso
La mattina del 9 dicembre accompagno all'Ospedale Dell'Angelo di Mestre mia madre, 80 anni, con polso fratturato per caduta occorsa il giorno prima in Francia, dove aveva già avuto le prime cure ed era stata assistita professionalmente e umanamente in modo ineccepibile in una struttura ospedaliera locale e poi dimessa con l'indicazione di procedere con un intervento d'urgenza. Il medico di turno del Pronto Soccorso ortopedico dell'Ospedale Dell'Angelo, senza degnare di uno sguardo la relazione sanitaria rilasciata dalla struttura francese, ed interrompendo ogni mia risposta alle domande che faceva, ci dice subito che non ha posti letto (problema nostro?), e senza alcuna minima sedazione (lì non si usano, ci ha detto tronfio) su un'ottantenne impaurita e provata dal trauma e da una notte insonne di viaggio dalla Francia, tolto il gesso (da lui definito uno schifo - peccato che fosse provvisorio in vista dell'intervento e idoneo solo per poter viaggiare in aereo), esegue le cd "manovre", mentre la paziente urla per il dolore e gli chiede di fermarsi. Ma lui la ignora e non lo fa. Dopodichè, pur sapendo che la paziente soffre di osteoporosi, applica un gesso dalla mano fino a quasi sotto l'ascella con prognosi di 35 gg. e controllo dopo 7-14 gg.
Quanto sopra accade tra le ore 12.30 e le ore 16.00, dopo avermi allontanata dall'ambulatorio e senza aver mai ritenuto di chiamarmi.
Ringrazio di cuore tutti i pazienti presenti in sala d'attesa per l'umanità con la quale hanno accolto mia madre, uscita visibilmente traumatizzata dall'ambulatorio.
Nei giorni successivi mia madre è stata vista per un consulto da un medico ortopedico e il 22 dicembre operata in un'altra struttura ospedaliera.
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