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Riabilitazione post aneurisma cerebrale
Ho avuta la mia mamma in lungodegenza neurologica e ho conosciuto bene la realta' e il personale. Abito lontano, ma sono io con mio marito ad aver salvata mia madre inviando soccorsi a forza. Innanzitutto non sono mai stata difesa dagli attacchi familiari (che nemmeno ci ringraziano d'aver inviato i soccorsi) che hanno compromesso la serenita' di mia madre; addirittura il servizio psicologia mi ha accusata, dopo aver raccolte le mie accurate raccomandazioni sulla primaria necessita' di sorvegliare mia madre da eventi affettivi dolorosi per la sua salute, di tutto il contrario contenuto nelle mie parole.
Insieme a me, diverse altre famiglie hanno notato che non esiste servizio neuropsicologico essenziale nel reparto, ma imposizione di AdS immediato, burocrazia, parecchie riunioni fra operatori in cui la psicologa ama "comandare" altre figure perche' non ritiene di lavorare direttamente con malati che, evidentemente, non gradisce giudicandoli da pochi e scarni incontri. Il primario abbiamo notato si leghi solo ad alcune famiglie... Alla mia inizialmente ha tesa la mano, ma essendo io non d'accordo -da cristiana- con le sue idee laico/buddiste sulla famiglia, mi ha "eliminata" dalle sue preferenze evitandomi personalmente e telematicamente dalle sue comunicazioni.
La responsabile di reparto, figlia d'arte, apparentemente angelica e solerte nelle emergenze, non è in grado di accettare condivisioni della comunita' scientifica diverse dalle sue idee, ivi comprese quelle di docenti universitari che si fanno in quattro per sostenere le famiglie di portatori di disabilità.
Poteva andare peggio, ma vi assicuro che per quello che dice di essere, questa struttura non merita il rispetto che pretende.
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