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Competenza dedizione hanno sconfitto la meningite
Lo scorso autunno il nostro piccolo Davide di appena 1 anno si è ammalato gravemente. Quando ci siamo accorti, una notte, che stava avendo una crisi convulsiva, l’abbiamo portato immediatamente al Regina Margherita (erano le 3 di notte quando siamo arrivati al pronto soccorso). Il tempo di fare la visita dall’equipe della dott.ssa Eleonora Tappi, e hanno subito sospettato quello che dopo circa un’ora avrebbero confermato con gli esami del sangue e il prelievo spinale: era meningite.
L’accoglienza al pronto soccorso è stata veloce e la visita tempestiva e completa. Ci hanno comunicato la diagnosi in modo delicato per non spaventarci e ci hanno subito messo in isolamento (perché all’inizio pensavano che fosse da meningococco, dopo un paio d’ore si è capito che era da pneumococco, un ceppo non coperto da vaccino). Qualche ora dopo hanno ricoverato Davide nel reparto di Pediatria d’Urgenza, dove abbiamo trovato personale competente e attento che ci ha seguito per 3 giorni. In questi 3 giorni la situazione di Davide, nonostante le cure, peggiorava. Lavorando con gli specialisti dell’ospedale, i medici del reparto hanno capito che Davide aveva sviluppato una complicanza rarissima della meningite, la sindrome emolitica uremica, e che aveva urgente bisogno di fare la dialisi perché i reni si erano quasi del tutto bloccati e la sua saturazione cominciava a scendere.
Capita la complicanza al mattino del nostro 4° giorno in ospedale, nel primo pomeriggio lo hanno operato per mettergli l’accesso che alla sera avrebbero usato per fargli la prima dialisi nel reparto di Nefrologia dove saremo poi stati per i successivi 14 giorni. Qui Davide è stato seguito dalle Dott.sse Francesca Mattozzi e Licia Peruzzi che lo hanno salvato. Quando è arrivato in reparto da loro, Davide non apriva più gli occhi e non riconosceva la sua mamma e il suo papà, riusciva solo ad emettere qualche lamento. Loro lo hanno curato con grande professionalità, cercando di bilanciare al meglio le cure per la meningite con la necessità di tenere i reni a riposo e fare la dialisi e la necessità di fare continue trasfusioni di sangue. Sicuramente il reparto non è dei più nuovi (per qualche giorno il riscaldamento non funzionava e mancano le macchine per scaldare le sacche per la dialisi), ma le infermiere si sono sempre prodigate in tutti i modi possibili per far stare bene i piccoli pazienti. L’unico neo sono le poltrone-letto.. sono nuove ma assolutamente le più scomode su cui io abbia mai dormito!
Questa brutta avventura però non era ancora vicino alla conclusione. Appena la situazione nefrologica ha cominciato a migliorare, Davide ha cominciato ad avere sintomi di un’influenza intestinale e il Dott. Bonaudo, altro nefrologo del reparto, ha subito capito che purtroppo l’influenza non c’entrava, era necessario chiamare i neurochirurghi perché il sospetto era di complicanze al cervello. La dott.ssa Ragazzi, neurochirurga, l’ha operato il giorno stesso per drenare del sangue che gli comprimeva il cervello e Davide è stato traferito nel Reparto di Chirurgia Alta Intensità. Qui, al primo impatto, ci è sembrato che le infermiere fossero particolarmente fredde. Poi però abbiamo capito che non era freddezza, era concentrazione nel dover somministrare le cure nel modo corretto e nell’osservare eventuali segnali preoccupanti nel comportamento dei piccoli pazienti. Perché in quel reparto le situazioni sono gravi, non si può essere superficiali. La loro presenza e dedizione continua, 24h su 24h, e i sorrisi della caposala Patrizia, hanno accompagnato Davide in tutto il percorso di guarigione. Almeno 2 volte al giorno, inoltre, Davide veniva visitato dall’equipe della Dott.ssa Paola Peretta, primaria del reparto di neurochirurgia, che con la sua esperienza è riuscita a capire quando era necessario intervenire e quando aspettare per non rompere il fragile equilibrio in cui si trovava Davide in quei giorni.
Davide ha dovuto tenere i drenaggi in testa per 19 giorni, bloccato nel letto dai tubicini che aveva in testa, e le infermiere hanno avuto una pazienza incredibile nel rifargli i bendaggi quasi tutti i giorni perché lui se li toglieva. In questo periodo le visite dei clown e dei volontari erano ben gradite per strappare qualche sorriso a paziente e genitori. Dopo 19 giorni si è resa necessaria una seconda operazione al cervello. Questa volta è stato il Dott. Carlini ad operare Davide. Un medico giovane ma molto competente e rassicurante. Anche questa operazione è stata perfetta e fortunatamente l’ultima di questo calvario.
Non abbiamo abbastanza parole per ringraziare tutti i medici compresi gli specializzandi e le infermiere dei reparti di Pediatria d’Urgenza, Nefrologia e Chirurgia Alta Intensità, che hanno salvato il nostro piccolo Davide. Abbiamo trovato una grande professionalità, attenzione continua verso i pazienti, gentilezza e disponibilità verso i genitori. E anche Davide è stato bene: le prime settimane piangeva appena vedeva un camice bianco, ma gli ultimi giorni prima delle dimissioni, invece, sorrideva e abbracciava tutti!
GRAZIE!
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