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Curarsi, una lotteria?
A gennaio 2024 sono stata operata di cataratta al primo occhio dopo un’attesa di un anno e mezzo dalla diagnosi (luglio 2022) per una condizione definita dal chirurgo del Cottolengo, ai tempi della diagnosi, urgente. Sono in attesa di operare il secondo occhio, inserita in lista d’attesa in classe A, ai primi di febbraio. Faccio notare che miei amici coetanei, operati nei miei stessi giorni sia al Gradenigo che all’Oftalmico, hanno già avuto la seconda operazione. Mercoledì 24 aprile ricevo una telefonata dal cellulare della persona che mi aveva chiamato per il primo intervento ( mi ero salvata il contatto in rubrica). Non ho potuto rispondere, ma dieci minuti dopo mi accorgo del contatto e provo a richiamare; impossibile, ”numero irraggiungibile“, anche nei giorni seguenti e nonostante abbia invitato pure un sms per segnalare la mia disponibilità. Immagino si fosse liberato un posto e abbiamo provato a cercare qualcuno. Ora mi domando: la possibilità di essere curati in questo ospedale è lasciato alla fortuna, una lotteria, “cogli l’attimo fuggente “? Sarò anche stata chiamata per il motivo di cui sopra, ma almeno mi sia dato riscontro! Visto che è stato l’ospedale a chiamarmi e non viceversa, contesto il fatto che non mi sia stata data la possibilità di capire il perché. Sono un’insegnante, un dipendente pubblico a mia volta, per me sarebbe impossibile una interlocuzione così unidirezionale con la mia utenza!
Osservo infine che due interventi per la stessa patologia distanziati nel tempo comportano anche la necessità di ripetere gli esami preparatori, almeno così mi è stato detto dalla segretaria del reparto, con uno conseguente spreco di risorse per il SSN: pare che gli esami abbiano validità tre mesi. Sarà per questo che i miei amici, curati in altri presidi, hanno già avuto il secondo intervento?
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