Dettagli Recensione
La mia esperienza
Purtroppo a causa della mia malattia, ENDOMETRIOSI IV STADIO GRAVE, mi sono dovuta sottoporre a numerosi interventi di chirurgia, l'ultimo subito è stato il settimo, quindi ciò che scriverò lo scriverò proprio e purtroppo in virtù della mia esperienza ospedaliera e non solo per Endometriosi
PRECISO: ciò che scriverò non ha nulla a che vedere con l’intervento subìto. Chi mi ha operata è il Prof. Tozzi, direttore della Clinica Oncologica dell’Università di Oxford, considerato uno dei massimi esponenti nel campo della ginecologia oncologia e per il quale nutro profondo rispetto e fiducia.
Arrivo al dunque.
Per il mio intervento mi sono state proposte un paio di strutture con le quali il Dr. Tozzi collabora: la Clinica Bernardini e un'altra di cui non faccio il nome.
Anni fa il professor Tozzi mi operò per ben 2 volte a Cefalù presso l'ospedale San Raffaele, OSPEDALE MERAVIGLIOSO SOTTO TUTTI GLI ASPETTI, dagli inservienti a tutto lo staff medico, quindi mi sono detta "perché no, torno al Sud, in fondo mi sono trovata benissimo".
Invece è stata l'esperienza più negativa che abbia mai avuto riguardo la mia salute.
Detto questo, il 4/4 parto alla volta di Taranto.
Il giorno 5 mi presento alla Clinica ed inizio gli esami di routine e iniziano le prime incomprensioni: PENSAVANO CHE IL MIO INTERVENTO FOSSE LO STESSO GIORNO DEL RICOVERO, peccato che era fissato per il giorno dopo, il 6 aprile. Mi sono detta che poteva capitare, semplicemente un'informazione sbagliata. Finiti gli esami finalmente entro in reparto. Arriva il giorno dell’intervento, intervento abbastanza lungo e non proprio semplice, ma sapevo di essere non in buone, ma in OTTIME MANI.
In sala operatoria tutto fila liscio, il personale (ECCELLENTE) mi trasmette tranquillità e serenità, mi addormento. Mi risveglio dolorante, ovviamente come succede a chiunque subisca un intervento chirurgico. Durante la notte avverto una forte necessità di bere quindi (potevo bere), chiamo l'infermiera, la quale risponde alla mia richiesta di un po' d'acqua: NON ABBIAMO ACQUA, DOVEVA PORTARSELA DA FUORI. Nooooo non ci posso credere, probabilmente sto delirando… chiedo se posso avere un po' d'acqua dal rubinetto del bagno e l'infermiera, impassibile, risponde con un secco NO e se ne va. Per fortuna la mia vicina di letto, che non smetterò mai di ringraziare, si alza (anche lei reduce il giorno prima da un intervento) e in modo molto carino, come volesse scusarsi per loro, mi offre addirittura una bottiglia di succo di frutta. QUINDI: L'OSPEDALE NON PASSA ACQUA (ricordo che l'organizzazione della sanità, classifica l'acqua come bene primario per la sopravvivenza umana... ovviamente non è il mio caso, comunque) e non solo: NESSUN DISTRIBUTORE DI BIBITE E' PRESENTE ALL'INTERNO DELL'INTERA STRUTTURA. FANTASTICO! SUGGERIMENTO: se avete intenzione di ricoverarvi in questa clinica, portatevi l’acqua da casa.
La notte passa e la flebo va lenta... mah. Inizio a vedere del sangue, in pratica fluisce il sangue nel deflussore, normale prassi, ma c'è anche sangue nel cerotto; chiamo l'infermiera, la sua risposta: E' TUTTO NORMALE. Dopo un paio di ore la situazione non cambia, quindi richiamo l'infermiera la quale decide di cambiarmi il cerotto... e va beh! Inizia a farmi male il braccio, richiamo e finalmente mi chiudono la flebo e in quel preciso momento il sangue che fuori esce è gelatina. Chiedo se si può fare un lavaggio. Azioni di routine, parlo di lavaggio con soluzione fisiologica. Macché, troppa grazia a Sant’Antonio. Mi danno un ulteriore antidolorifico e vedendo che la gocciolina non scende, l’infermiera preme forte, schiacciano il tubicino e il coagulo di sangue rientra in vena , la flebo riparte. GRANDISSIMI.
Finalmente arriva il giorno delle dimissioni - ricordo che sono sempre di Milano. E’ domenica: vengo dimessa con 2 righe al mio medico curante, una puntura di enoxaparina, 4 cerotti; preciso 1 PUNTURA perché non darne due o prepararmi la prescrizione medica visto che il giorno dopo lunedì dovevo partire per Milano e sicuramente in forma smagliante sarei riuscita a recarmi dal mio medico a farmele prescrivere? …no comment!
ANCORA:
Lunedì mattina al mio risveglio prima della partenza per Milano (per fortuna il B&B è situato 150 metri dall’ospedale) mi viene un dubbio. Prendo e rileggo la lettera di “dimissioni”: gentile collega, dimettiamo in data odierna la Sig.ra bla bla, che ha subìto un intervento in data X”.. ma il giorno di entrata? Dov’è indicato? Torno in ospedale per chiedere come mai non fosse indicata la data di ingresso, nel frattempo un altro dubbio si insediava nella mia mente: ma avranno comunicato all’Inps il mio ricovero? NO! COME NO????
Ecco le risposte date:
“Signora il certificato di ricovero con il giorno di ingresso e il giorno di uscita lo doveva chiedere lei e per quanto riguarda l’invio telematico del certificato di ricovero all’Inps, doveva richiederlo sempre lei al momento dell’accettazione.”
NON CI SIAMO!!
Da fonte INPS:
il certificato di ricovero ospedaliero, day hospital e pronto soccorso del dipendente pubblico o privato assente dal posto di lavoro, per legge, deve essere trasmesso per via telematica all'INPS direttamente dalla struttura sanitaria ospedaliera.
Con la circolare n.113/2013 INPS, l'Istituto ha reso nota l'attivazione di un nuovo sistema telematico che consente alle strutture ospedaliere di inviare per via telematica all'INPS i certificati medici di ricovero e dimissioni del lavoratore dipendente pubblico e privato.
PER LEGGE DEVE ESSERE TRASMESSA DALLA STRUTTURA SANITARIA.
RICOVERATA, OPERATA E ASSENTE INGIUSTIFICATA PER IL DATORE DI LAVORO.
Per carità, può succedere che una struttura sia impossibilitata nel trasmetterlo, ma a quel punto si avvisa il paziente: DEVI ESSERE RICOVERATO. LA TRASMISSIONE TELEMATICA NON VA, CI PENSI TU A MANDARE ALL’INPS IL CERTIFICATO DI RICOVERO E DIMISSIONI QUANDO ESCI?
Ho fatto presente che non era scritto da nessuna parte che io dovessi chiedere di inviare il certificato telematico al momento dell’accettazione, non c’erano e non ci sono cartelli che avvisano quanto appena detto; non solo, non è nemmeno indicato nel sito della clinica, come non è indicato nel sito che ti devi portare l’acqua da casa.
QUESTA LA MIA ESPERIENZA ALLA CLINICA BERNARDINI. UN CONSIGLIO? VALUTATE ALTRE STRUTTURE.
p.s: copia della seguente è stata inviata anche alla struttura.
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