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Figlia di paziente
A Dicembre del 2016 abbiamo scoperto che mia madre (69 anni) aveva 2 aneurismi, uno all'arco aortico e uno all'aorta ascendente. Inizialmente è stata ricoverata presso il reparto di cardiochirurgia di Tor Vergata, dove il prof. Ruvolo ci aveva consigliato di non operarla perchè sarebbe stato molto difficile per lei superare l'intervento a causa del suo quadro clinico troppo complicato: aveva una piastrinopenia immunitaria, alcune arterie ostruite, poco ossigeno nei polmoni e una tiroide molto dilatata che ostruiva la trachea. In lacrime ho pregato il professore di fare il possibile, non potevamo pensare di portarla a casa e aspettare che morisse da un momento all'altro. Forse mosso a compassione, ha indetto una riunione e dopo qualche giorno mia madre è stata operata alle arterie, con grande successo. In seguito avrebbe dovuto subire un'operazione di riduzione della tiroide per poi decidere se operare anche gli aneurismi. Tornati a casa i miei genitori sono stati consigliati da un amico di famiglia di rivolgersi al prof. De Paulis dell'European hospital. Lui era stato operato con successo e quindi loro lo hanno incontrato per una visita. Inizialmente il prof. De Paulis ha detto che si poteva fare tranquillamente un'operazione unica per tiroide e aneurismi.
Mia madre si è ricoverata, ma dopo una settimana è stata dimessa a causa della piastrinopenia e dopo una cura farmacologica di 15 giorni è stata ricoverata di nuovo, ma è stata dimessa dopo una settimana sempre per lo stesso motivo e ha dovuto fare una cura per intensificare le piastrine presso l'ospedale Sant'Eugenio (di sua iniziativa, visto che era in cura presso di loro da diversi anni per il controllo delle piastrine), perché l'European non aveva la strumentazione adeguata.
Al terzo ricovero, finalmente viene definita la data dell'intervento, che però non era più tiroide e aneurismi, ma solo aneurismi.
Ho provato a parlare con il prof. De Paulis durante la visita giornaliera, ma mi ha liquidato dicendo che poi mi avrebbe convocato lui prima dell'intervento. Volevo chiedere come fosse possibile che a Tor Vergata ci avevano sconsigliato un'operazione, dicendoci che al 99% non ne sarebbe uscita viva, e lui avesse invece deciso di operarla.
Mia madre doveva essere operata venerdì 24 Marzo, ma l'intervento viene rimandato a lunedì 27 a causa di un lutto del professore. Fatto sta che non riesco a parlarci! Il 27 mia madre viene operata agli aneurismi e l'intervento riesce, ma lei non si riprende e muore in camera intensiva.
Ora, io non metto in dubbio la bravura del prof. De Paulis, che sicuramente avrà fatto il suo lavoro nel migliore dei modi, ma penso che all'European Hospital manchi tutto il contorno.
Quando era a Tor Vergata mia madre era monitorata H/24 e quasi ogni giorno era visitata dai diversi specialisti (pneumologo, ematologo, ecc...), per questo il prof. Ruvolo ha avuto modo di constatare il quadro generale della situazione clinica e di stabilire che il suo fisico non avrebbe retto un'operazione come quella. Niente mi toglie dalla testa che il prof. De Paulis non abbia (o non sia stato messo in condizioni di farlo) valutato tutti i rischi che comportava un'operazione così invasiva sul fisico di mia madre.
Ho pensato che avrei potuto fare causa all'ospedale e al prof. facendo fare un'autopsia, ma sinceramente non avevo alcuna voglia di rinnovare lo strazio che ha significato per noi questa perdita e comunque non sarebbe servito a riaverla con me.
Tutto questo senza parlare poi dell'ospedale in generale: una struttura vecchia, non dico sporca, ma sicuramente non disinfettata come dovrebbe essere un ospedale, con poco personale, che quindi è sempre impegnato, le macchinette del caffè e dell'acqua spesso vuote. E pensare che si tratta di una clinica a pagamento!!
Niente da dire sul personale, anzi, colgo l'occasione di ringraziare l'anestesista che ci ha fatto entrare in camera intensiva e ci ha dato la possibilità di poter passare gli ultimi istanti con lei.
Forse mi sono dilungata, ma l'ho fatto solo perché spero che questa storia possa eventualmente servire ad altri.
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